2010-06-28 16:30:15
><p>[perUnaltracittà 28/06/10]</p>
<p> </p>
<div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;">Cento luoghi, De Zordo: "La città non è una somma di problemi ma un insieme organico"</div>
<div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;">La sfida è rendere Firenze una città di livello europeo</div>
<div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;"></div>
<div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;">Procedere, come sta facendo il sindaco, per punti o per luoghi ha un’immediatezza notevole sul piano mediatico, ma presenta un limite di fondo. La città non è una somma di problemi ma un insieme organico, e le sue trasformazioni devono partire dai bisogni del territorio e rispondere all’idea di città che si vuole realizzare: alla sua vocazione, come si dice. Per anni Firenze ha avuto la vocazione del turismo e della moda e a questa ha sacrificato altre funzioni di rilievo sociale e economico. Non riesco a rintracciare nei 100 punti e nei 100 luoghi un’idea nuova della Firenze del futuro; mentre è evidente che oggi questa visione mostra tutti i suoi limiti, materiali oltre che culturali, e potrebbe essere riconfermata solo a ulteriore scapito della qualità della vita della città.</div>
<div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;"></div>
<div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;">Al contrario, i bisogni della città contemporanea hanno sempre più a che fare da un lato con la salvaguardia di un ambiente inteso come sistema organico preziosissimo e esauribile, quando non esaurito: nel nostro caso la salvaguardia del sistema delle colline, dei fiumi e del verde storico, vera e propria invariante da richiamare nel futuro Piano Strutturale, il che non accade (basti pensare a San Salvi); dall’altro la complessità sociale della città del XXI secolo chiama in causa fortemente la categoria dell’utilità sociale che spinge, ad esempio, a destinare nuovi alloggi ERP o residenze solidali per anziani e alloggi per una popolazione studentesca vessata dal mercato nero.</div>
<div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;">La categoria del bello non può essere la sola categoria di riferimento. La sfida del futuro sta altrove e guarda piuttosto alla città multipolare, in cui il centro storico sia rivitalizzato negli spazi civili e ripopolato nelle sue diverse funzioni, non espulse verso le periferie come è avvenuto finora: un’inversione di tendenza verso il modello della "città di città" che sta trovando eccellenti esempi da Berlino a Stoccolma.</div>
<div>La sfida è rendere Firenze una città di livello europeo</div>
<div></div>
<div>Procedere, come sta facendo il sindaco, per punti o per luoghi ha un’immediatezza notevole sul piano mediatico, ma presenta un limite di fondo. La città non è una somma di problemi ma un insieme organico, e le sue trasformazioni devono partire dai bisogni del territorio e rispondere all’idea di città che si vuole realizzare: alla sua vocazione, come si dice. Per anni Firenze ha avuto la vocazione del turismo e della moda e a questa ha sacrificato altre funzioni di rilievo sociale e economico. Non riesco a rintracciare nei 100 punti e nei 100 luoghi un’idea nuova della Firenze del futuro; mentre è evidente che oggi questa visione mostra tutti i suoi limiti, materiali oltre che culturali, e potrebbe essere riconfermata solo a ulteriore scapito della qualità della vita della città.</div>
<div></div>
<div>Al contrario, i bisogni della città contemporanea hanno sempre più a che fare da un lato con la salvaguardia di un ambiente inteso come sistema organico preziosissimo e esauribile, quando non esaurito: nel nostro caso la salvaguardia del sistema delle colline, dei fiumi e del verde storico, vera e propria invariante da richiamare nel futuro Piano Strutturale, il che non accade (basti pensare a San Salvi); dall’altro la complessità sociale della città del XXI secolo chiama in causa fortemente la categoria dell’utilità sociale che spinge, ad esempio, a destinare nuovi alloggi ERP o residenze solidali per anziani e alloggi per una popolazione studentesca vessata dal mercato nero.</div>
<div>La categoria del bello non può essere la sola categoria di riferimento. La sfida del futuro sta altrove e guarda piuttosto alla città multipolare, in cui il centro storico sia rivitalizzato negli spazi civili e ripopolato nelle sue diverse funzioni, non espulse verso le periferie come è avvenuto finora: un’inversione di tendenza verso il modello della "città di città" che sta trovando eccellenti esempi da Berlino a Stoccolma.</div>
<p>

Redazione

Ultimi post di Redazione (vedi tutti)
- APPELLO PER LA SALVAGUARDIA E LA RIGENERAZIONE DEI PAESI - 8 Luglio 2025
- Le case dei sogni. Inchiesta sul turismo nel centro di Napoli - 25 Giugno 2025
- L’entrata in guerra degli USA - 24 Giugno 2025