Seves, De Zordo, Palloni (perUnaltracittà) e Grassi (Spini per Firenze): “Urgente e non più rinviabile l’intervento degli enti locali per scongiurare la chiusura dell’azienda”

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2010-06-27 23:00:00

>[perUnaltracittà 28/06/2010] <strong>Appello congiunto con Cruccolini (SEL) e Di Puccio (Gruppo Misto): “Regione e Comune devono fare di più”</strong><br /><br />C’erano i consiglieri comunali Ornella De Zordo (perUnaltracittà), Tommaso Grassi (Spini per Firenze), Eros Cruccolini (SEL), Stefano di Puccio (Gruppo Misto) e Gabriele Palloni, consigliere al Q1 di perUnaltracittà, questa mattina nella Sala Incontri a Palazzo Vecchio, per lanciare un appello congiunto all’amministrazione comunale e al governo della Regione Toscana per scongiurare la chiusura dello stabilimento Seves. Alla conferenza stampa hanno preso parte tre dipendenti dell’azienda, tra cui il tecnico a capo della produzione del vetro, materia prima dei mattoni prodotti da Seves, insieme a Leonardo Bolognini, sindacalista dell’Usb (Unione sindacale di base).<br /> De Zordo ha mostrato, per entrare nel vivo della drammatica vicenda che vede coinvolti 450 operai, attualmente in cassa integrazione, due prodotti: il mattone realizzato nello stabilimento fiorentino, e quello che viene invece dalla fabbrica dell’azienda in Repubblica Ceca. “La differenza nella qualità è più che evidente – ha detto de Zordo – e ci parla un’azienda che oggi rischia la chiusura pur essendo non solo in salute, ma anzi un’eccellenza del mondo industriale italiano. Nel bilancio 2008 c’era l’accantonamento, per investimenti, di 10 milioni di euro; in quello del 2009 di appena 3, di cui uno per l’acquisto di un nuovo forno di cui non si è mai saputo nulla”. “Siamo davanti – ha aggiunto la capogruppo di perUnaltracittà – a una chiusura ‘a freddo’, decisa a tavolino dai fondi d’investimento che hanno acquisito la proprietà con l’unico intento di realizzare un facile profitto finanziario. Gli enti locali toscani, Comune e Regione in testa, avevano e hanno il dovere di fare qualcosa di più di quanto fatto. Siamo ormai agli sgoccioli: a luglio si riuniranno i tavoli tecnici, e allora sarà già troppo tardi”. <br /> “Confermiamo la netta contrarietà alla chiusura e a qualsiasi delocalizzazione dello stabilimento Seves – ha invece dichiarato Grassi –, ed è necessario confermare politicamente i contenuti della mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale su nostra proposta, che negava qualsiasi possibilità di modifica della destinazione d’uso dell’area. Dopo la risposta, secondo noi troppo ottimista e trionfante del vicesindaco Nardella alla nostra interrogazione in aula qualche settimana fa, l’impegno espresso dei dirigenti dell’azienda nell’incontro del 21 giugno e il superamento<br /> dell’accordo di febbraio, speriamo ci sia davvero quello spiraglio che tutti ci auguravamo. Non è<br />però il caso di cantare vittoria e di dare per vinta una battaglia che può riservarci sempre sorprese. Fino a quando il rifacimento del forno fusorio non sarà partito e sarà dato il via alla nuova produzione non riterremo salva la Seves”.<br /> “Tutte le realtà dell’amministrazione sul territorio – ha invece notato Palloni –, compresi tutti i quartieri, si sono mobilitati per affrontare il caso Seves. Purtroppo, ad oggi, non abbiamo ricevuto risposta a tutte le mozioni e interrogazioni presentate. Chiediamo risposte: ci sono acquirenti interessati a Seves? Se sì, facciamoli incontrare al più presto con le istituzioni locali”.<br /> Infine, De Zordo e Grassi hanno condiviso con Cruccolini e Di Puccio un appello all’amministrazione comunale e alla Regione Toscana, “perché si attivino al più presto per lanciare un segnale forte sulla situazione di Seves, e si incontrino con la dirigenza pretendendo impegni concreti a salvaguardia della produzione industriale e dei posti di lavoro sul territorio fiorentino”.

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