2010-08-03 16:48:10
>[La Repubblica Firenze, 03/08/2010]<br />La Procura distrettuale antimafia di Firenze è stata autorizzata dal gip a proseguire le indagini sui presunti «mandanti esterni» delle stragi mafiose di Firenze, Roma e Milano del 1993. Il fascicolo era stato riaperto nel 2009 sulla base delle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. Era l’esplosivista della famiglia mafiosa di Brancaccio. Condannato all’ergastolo per gli attentati che insanguinarono l’Italia, fra cui la strage di via de’ Georgofili del 27 maggio ’93, in carcere si è convertito e ha deciso di collaborare. Ai pm Giuseppe Nicolosi e Alessandro Crini ha raccontato che nel gennaio ’94, mentre stava preparando l’autobomba che avrebbe dovuto uccidere decine di carabinieri allo stadio Olimpico, incontrò al caffè Doney di Roma il suo capo, Giuseppe Graviano. Il boss era al colmo della gioia: «Ci siamo messi il Paese nelle mani». Gli parlò di un accordo. E gli fece il nome di Berlusconi, «quello di Canale 5», e del «nostro compaesano» Dell’Utri. In quei giorni Berlusconi annunciava la sua discesa in campo. Le dichiarazioni di Spatuzza hanno convinto la procura a riaprire le indagini sui presunti rapporti fra Cosa Nostra e «il soggetto politico- imprenditoriale» (Forza Italia) che nel ‘94 vinse le elezioni. Le indagini a carico di Autore 1 e 2 (Berlusconi e Dell’Utri) erano state archiviate il 14 novembre ’98, perché — ad avviso dei magistrati — se da un lato era uscita rafforzata l’ipotesi di rapporti non episodici fra la forza politica nascente e Cosa Nostra, dall’altro non erano state trovate conferme (ma neppure smentite) sull’esistenza di un accordo criminale sfociato nella esecuzione delle stragi. Il fascicolo era stato «congelato». Le dichiarazioni di Spatuzza lo hanno fatto riaprire. La loro gravità è ben chiara al mondo politico, e ad esse non è estranea la cacciata dei finiani dal Pdl. Fabio Granata è stato deferito ai probiviri dopo aver dichiarato che «certamente» vi fu una trattativa fra Stato e mafia e che a suo giudizio Spatuzza è attendibile. L’Ufficio di direzione del Pdl, nel documento che ha sancito la scomunica dei finiani, li accusa fra l’altro di «mostrarsi esitanti nel respingere i teoremi che vorrebbero fondare gli ultimi sedici anni su un “patto cri- minale” con quella mafia che mai come in questi due anni è stata contrastata con tanta durezza e con tanta efficacia». Per i magistrati, tuttavia, quel presunto “patto criminale” non è un teorema e continua ad essere meritevole di doverosi approfondimenti. Perciò le indagini su Autore 1 e 2 non si fermano. <br />Franca Selvatici

Redazione

Ultimi post di Redazione (vedi tutti)
- APPELLO PER LA SALVAGUARDIA E LA RIGENERAZIONE DEI PAESI - 8 Luglio 2025
- Le case dei sogni. Inchiesta sul turismo nel centro di Napoli - 25 Giugno 2025
- L’entrata in guerra degli USA - 24 Giugno 2025