“Morire in carcere in Toscana”, la timeline per restituire un nome ai detenuti che perdono la vita

  • Tempo di lettura:3minuti
image_pdfimage_print

Nelle carceri italiane si muore, nella maggior parte dei casi togliendosi la vita, con una frequenza di ben 20 volte maggiore rispetto alla media nazionale delle morti fuori dal carcere. Nei penitenziari italiani sono 2.311 le persone morte negli ultimi 15 anni, di cui, in ben 822 casi, si tratta di suicidio (92 le vittime in Toscana, 53 i suicidi). Ogni anno tra i 50 e i 60 detenuti si suicidano in Toscana nell’indifferenza dei più, finiscono in una breve sui giornali e spesso non hanno neanche un nome, un volto, una storia. Si tratta di persone morte a causa di fattori ambientali legati non tanto alla dimensione del carcere, ma piuttosto alla condizione di vita al di fuori della legalità in cui versano le galere italiane. Cause principali di questa tremenda situazione sono il sovraffollamento, la mancanza di misure alternative decenti, leggi che, come quella sulle droghe, hanno dopato – inutilmente – la densità delle celle come mai nella storia italiana.

Il laboratorio perUnaltracittà e l’Altracittà, il giornale delle Piagge, propongono così uno strumento per ridare un nome (ove possibile) e una dignità pubblica alle 92 persone che hanno perso la vita nelle carceri toscane dal 2002 ad oggi. Si tratta del progetto open “Morire di carcere in Toscana” una timeline, cioè una cronologia multimediale, costruita sulla base dei dati contenuti nel meritorio Rapporto “Morire di carcere” curato da Ristretti Orizzonti, la rivista edita nel carcere di Padova, su fonti indipendenti e del ministero della giustizia. La prima vittima censita è Giovanni Bonomo, cittadino italiano di 40 anni deceduto nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino il 3 febbraio 2002, l’ultima Adil Eddyrhoussi, cittadino marocchino di 33 anni suicidatosi lo scorso 29 giugno a Sollicciano con il gas di una bomboletta da campeggio respirato all’interno di un sacchetto. Chi muore suicidandosi lo fa quasi sempre impiccandosi o con il gas, anche se non mancano casi di decessi legati ad uno stato di salute incompatibile con la detenzione.

morire_timeline_toscana_ANei 18 istituiti di pena toscani al 31 maggio scorso si registravano 3.647 persone recluse di cui 3.507 uomini e 140 donne; gli stranieri (1.841) sono presenti in numero maggiore rispetto agli italiani (1806). Dal 2002 ad oggi 37 persone sono decedute negli istituiti di pena fiorentini, 22 in quelli livornesi e 11 a testa nelle province di Pisa e Prato; record positivo per Arezzo, nessun decesso.

La timeline “Morire di Carcere in Toscana” è uno strumento consultabile e utilizzabile da tutti che le redazioni dell’Altracittà e della neonata rivista di perUnaltracittà “La Città invisibile” aggiorneranno e arricchiranno di informazioni, notizie, video, foto, articoli. Tra gli ultimi aggiornamenti la riapertura delle indagini sul caso di Marcello Lonzi, il giovane di 29 anni che ha perso la vita nel 2003 nel carcere di Livorno per una “causa naturale” a cui però nessuno ha mai creduto. A fine giugno il Gip ha respinto la richiesta di archiviazione della Procura e disposto che vengano svolti nuovi accertamenti.

Con lo spirito di servizio che anima questo progetto la timeline può essere inclusa, gratuitamente e senza nessun tipo di autorizzazione, da gruppi, associazioni, testate di informazione locale che gestiscono un sito è vogliono rappresentare ai propri lettori la tragedia che colpisce i detenuti toscani. Basta inserire un link a questo indirizzo internet (http://bit.ly/morteincarcereintoscana) o richiedere il codice html all’indirizzo info@perunaltracitta.org.

The following two tabs change content below.
Cristiano Lucchi, giornalista e mediattivista, dirige Fuori Binario, giornale dei senza fissa dimora fiorentini. Ha fondato e diretto l’Altracittà – giornale della Comunità delle Piagge. Ha pubblicato “Autopsia della politica italiana” (2011), “L’imbroglio energetico” (2012), “Il Laboratorio per la Democrazia. La politica dal basso” (2012). È un attivista di perUnaltracittà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *