Mancata depurazione delle acque: rimborsi pochi, profitti molti

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lombardiL’8 ottobre 2008, la Corte Costituzionale, con sentenza 335/2008 riconosce che la quota in tariffa per la depurazione non è una tassa e ha natura di pagamento per un servizio. La Corte Costituzionale afferma, quindi, che il servizio non può e non deve essere fatto pagare a chi non ne usufruisca; sarebbe insomma come far pagare il biglietto dell’autobus a chi viaggia a piedi.

A seguito di questa sentenza, la legge 13/2009 obbliga i gestori del servizio idrico alla restituzione della quota relativa alla depurazione addebitata a utenti per fogne e depurazioni inesistenti. I criteri ed i parametri per la restituzione delle somme pagate e non dovute sono stabilite dal decreto 30/9/2009 (n. 43569) del Ministero dell’Ambiente. Il decreto stabilisce, fra l’altro, che ogni gestore pubblichi sul proprio sito web l’elenco delle utenze specificando, per ognuna di esse, se abbia o meno diritto al rimborso e la cifra spettante1.

In Toscana, ad oggi mancano ancora gli elenchi pubblici di Publiacqua, Gaia, e Nuove Acque (tre delle sei aziende regionali). Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (art.150 commi 2.3) prevede che le inadempienze delle aziende siano sanzionate fino alla recessione dal contratto2; cosa è stato fatto in merito?

Le modalità di restituzione sono disciplinate dalle AATO3: in Toscana, i sindaci di tutte le AATO (con l’esclusione di Acquedotto del Fiora) non hanno deliberato per una restituzione d’ufficio. Hanno, infatti, stabilito che il rimborso spetti solo agli utenti che ne facciano esplicita richiesta. Gli utenti, però, senza la pubblicazione dell’elenco degli aventi diritto, non sanno di avere titolo per fare istanza di rimborso.

La scelta delle AATO, la scarsa informazione, i ritardi e le inadempienze nella pubblicazione degli elenchi, hanno condizionato l’operazione di rimborso che ha pertanto interessato un’esigua minoranza di utenti, informati dai membri del forum per l’acqua pubblica o da associazioni di consumatori.

Ancora più paradossale è la modalità di rimborso: si prevede, infatti, che la restituzione delle ingenti somme (milioni di euro) indebitamente riscosse dalle aziende non sia effettuata attingendo dai conti del gestore ma attingendo dalle tariffe degli utenti raggiunti dal servizio, che vedranno aumentare le loro bollette. Morale della favola le aziende incassano somme non dovute da utenti senza depurazione e le restituiscono prelevando i soldi dalle bollette degli utenti con la depurazione. Un sistema che fa acqua da tutte le parti.

Numero utenti aventi diritto al rimborso su fogna e depurazione:
  • Acque: 36.407
  • Acquedotto del Fiora: 46.036
  • Asa: 33.941
  • Gaia: 11.672
  • Nuove Acque: 96.781
  • Publiacqua: 91.156
Numero Istanze (richieste di rimborso) pervenute:

  • Acque: 1.948
  • Acquedotto del Fiora: Rimborso diretto da azienda
  • Asa: 11.292
  • Gaia: 1.000
  • Nuove Acque: 21.561
  • Publiacqua: 36.000

Percentuale di utenti rimborsati su aventi diritto:

  • Acque: 5%
  • Acquedotto del Fiora: –
  • Asa: 33%
  • Gaia: 9%
  • Nuove Acque: 22%
  • Publiacqua: 39%
1.  – se e’ servita da un impianto di depurazione attivo: in questo caso NON e’ dovuto alcun rimborso;
    – se non e’ servita da un impianto di depurazione attivo ma vi e’ in corso attivita’ di progettazione/realizzazione/completamento dello stesso. In questo caso e’ dovuto il rimborso della quota di tariffa pagata e non dovuta, decurtati gli oneri connessi a tale attivita’ (vedi piu’ avanti);
    – se non e’ servita da un impianto di depurazione perche’ questo risulta -o e’ stato- temporaneamente inattivo. In questo caso e’ dovuto il rimborso della quota di tariffa pagata e non dovuta, decurtati gli oneri connessi alla temporanea inattivita’ (costi di avviamento di impianti gia’ esistenti ma ancora non attivati, costi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di riparazione, etc.);
    – se non e’ servita da un impianto di depurazione attivo ne’ sono previste attivita’ di progettazione/realizzazione/completamento dello stesso. In questo caso e’ dovuto il rimborso dell’intera quota pagata e non dovuta.

2. Art 2. Nell’ipotesi di inadempienze del gestore agli obblighi che derivano dalla legge o dalla convenzione, e che compromettano la risorsa o l’ambiente ovvero che non consentano il raggiungimento dei livelli minimi di servizio, l’Autorita’ d’ambito interviene tempestivamente per garantire l’adempimento da parte del gestore, esercitando tutti i poteri ad essa conferiti dalle disposizioni di legge e dalla convenzione. Perdurando l’inadempienza del gestore, e ferme restando le conseguenti penalita’ a suo carico, nonche’ il potere di risoluzione e di revoca, l’Autorita’ d’ambito, previa diffida, puo’ sostituirsi ad esso provvedendo a far eseguire a terzi le opere, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di appalti pubblici.

3. Qualora l’Autorita’ d’ambito non intervenga, o comunque ritardi il proprio intervento, la regione, previa diffida e sentita l’Autorita’ di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti, esercita i necessari poteri sostitutivi, mediante nomina di un commissario “ad acta”. Qualora la regione non adempia entro quarantacinque giorni, i predetti poteri sostitutivi sono esercitati, previa diffida ad adempiere nel termine di venti giorni, dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, mediante nomina di un commissario “ad acta”.

3. Autorità d’Ambito Territoriale Omogeneo

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Ginevra Lombardi

Ginevra Lombardi insegna Economia ed Estimo Rurale presso il Dipartimento di Scienze per l'Economia e l'Impresa dell'Università di Firenze. È attiva nel movimento per la ripubblicizzazione dell'acqua.

2 commenti su “Mancata depurazione delle acque: rimborsi pochi, profitti molti”

  1. Riceviamo dall’ufficio stampa di Nuove Acque spa e pubblichiamo

    In merito a quanto sopra pubblicato, Nuove Acque spa desidera precisare quanto segue. A differenza di quanto scritto nell’articolo e come si evidenzia dalla schermata allegata, gli elenchi degli utenti di Nuove Acque sono stati pubblicati sul sito aziendale dal 02/07/2010. I clienti potevano accedervi, verificare la propria posizione tramite codice di servizio e fare direttamente l’istanza, ai sensi della normativa allora vigente che imponeva tale procedura per ottenere il rimborso. In alternativa, era possibile verificare la propria posizione anche presso gli sportelli di Nuove Acque presenti sul territorio e procedere all’istanza in loco.
    Sono state esaudite tutte le richieste pervenute entro il 30 settembre 2014, termine ultimo previsto dall’Autorità Idrica Toscana per presentare l’istanza. Da quella data, quindi, gli elenchi sono stati rimossi dal sito aziendale. Complessivamente, Nuove Acque ha rimborsato 18.912 clienti, ovvero tutti coloro che hanno presentato l’istanza nei modi e tempi previsti dalla legge.
    Cordialità.

  2. “La vergognosa vicenda dei rimborsi per la depurazione” è il titolo della nota inviata dal Comitato Acqua Pubblica Arezzo in risposta a Nuove Acque spa.

    Già alla fine del 2008 per effetto della pubblicazione della sentenza 335/2008 nell’Ambito Territoriale Ottimale N° 4 pervennero a Nuove Acque SpA circa 7.000 istanze di rimborso inviate da altrettanti utenti, mediante raccomandata .
    Il 15 febbraio 2009 sulla pagina di cronaca locale de La Nazione venne pubblicato un articolo da titolo: “NUOVE ACQUE NEL MIRINO – Rimborsi: 7 mila richieste – La società pronta a restituire i canoni di depurazione”. Nell’articolo si diceva che: Gli utenti non avranno bisogno di avanzare richiesta, il meccanismo sarà automatico. Di seguito, virgolettata la dichiarazione del Dott. Paolo Ricci che (quasi irridendo l’attività di chi si era impegnato a promuovere le rivalse degli aventi diritto alla restituzione ) afferma “E’ superfluo l’invio di lettere e raccomandate, si tratta di una procedura che finisce solo per pesare sulle tasche degli utenti”, e più avanti: “ dopo la delibera dell’A.A.T.O si procederà a sospendere la fatturazione della quota di tariffa per la depurazione a tutti gli utenti che sono allacciati alla fognatura non dotata di impianto e ad effettuare i rimborsi com’è stato stabilito” .
    Contemporaneamente nell’altro quotidiano locale , il Corriere di Arezzo, compare a tutta pagina questo articolo: Acqua L’Ato prende atto della sentenza della corte costituzionale e sotto ( a caratteri grandi) Canone, rimborsi automatici poi subito sotto: senza bisogno di richieste per chi non era allacciato al depuratore . Nel lungo articolo si fa riferimento alle decisioni assunte dall’assemblea AATO , dopo confronto con Nuove Acque, in seguito alla sentenza ecc. ecc. Poi si legge: Blocco , quindi, dei pagamenti per coloro che non sono allacciati. Conseguenti rimborsi (….. ).senza bisogno di richieste, con meccanismo automatico.
    Dunque nel febbraio 2009 viene detto agli aventi diritto che possono risparmiarsi la fatica di scrivere e spendere soldi per inviare richieste, ché Nuove Acque provvederà automaticamente.
    Intanto in Parlamento è in gestazione quel pò pò di pateracchio chiamato legge 13 che con l’articolo 8-sexies provvede a rabbonire la lobby dei gestori riducendo gli effetti prodotti dalla sentenza 335/2008 della Corte Costituzionale.
    Il 30 settembre del 2009 si completa poi l’annacquamento della 335/2008 da parte della politica con il confezionamento del decreto attuativo della legge 13 per mano dei tecnocrati del Ministero dell’ Ambiente che viene opportunamente lasciato “in sonno” per altri 4 mesi , sottratto così alla pubblica attenzione, fino all’ 8 febbraio 2010 quando viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale, come si dice “alla chetichella” , per non suscitare tanto clamore.
    Se però il grado di allerta degli utenti s’è attenuato e l’opinione pubblica è disattenta c’è chi non dorme affatto e anzi si dà un gran daffare perché , dopo un altro provvidenziale semestre di sonno, il 23 settembre 2010, durante una assemblea dei sindaci dell’ex Aato 4 (presenti 15 comuni su 37) viene proposta l’approvazione di una delibera che “ sulla base del D.M. del 30/9/2009 – preso atto delle linee guida già approvate dal Coordinamento delle Autorità di Ambito Toscane” determina tra l’altro i criteri operativi cui deve attenersi il gestore Nuove Acque nell’effettuare i rimborsi della tariffa di depurazione spettanti agli utenti cosiddetti “non depurati”.
    Purtroppo per gli utenti i sindaci che sono presenti approvano all’unanimità senza nulla eccepire.
    Ed ecco che con la delibera N. 24 del 23.09.2010 l’AATO 4 si è già rimangiata l’impegno del rimborso automatico e il giorno dopo nel sito di Nuove Acque appare un comunicato dove viene riassunto il contenuto della delibera AATO , che il rimborso dovrà essere effettuato (……….) in compensazione con le bollette da emettere fino al 31.12.2013 e si ricorda che il rimborso della quota di tariffa per depurazione non dovuta non è automatico, ma l’utente deve presentare istanza mediante ecc. ecc.
    Da allora in avanti nessuna comunicazione in merito è stata diffusa da Nuove Acque , nessuna specifica informazione e nessuna opportuna avvertenza è stata inviata agli aventi diritto al rimborso circa l’intervenuta esigenza di dover presentare apposita richiesta.
    Per anni, nel sito web del gestore, è stato comunque possibile consultare l’elenco degli utenti aventi diritto al rimborso, con l’indicazione dei metri cubi e l’importo addebitato a titolo di depurazione tra l’ottobre 2003 e l’ottobre 2008.
    A metà del 2014, all’insaputa degli utenti, l’Autorità Idrica Toscana (che nel 2012 aveva soppiantato le AATO) con il decreto dirigenziale N.32 datato 10 giugno ha stabilito che Nuove Acque SpA dovesse rimborsare, entro il 30 settembre 2014, gli aventi diritto che hanno provveduto a presentare istanza entro la scadenza dei 5 anni a decorrere dalla data della sentenza 335della Corte Costituzionale (15.10.2008) cioè entro il 15 ottobre 2013.
    Diversamente, con diversi altri decreti dirigenziali, l’AIT sempre il 10 giugno, ha disposto che per gli utenti di altri ambiti territoriali toscani i termini per presentare l’istanza di rimborso scadono il 30 settembre 2014. E i gestori di quegli ambiti , nelle fatture emesse a giugno , hanno ben evidenziato agli utenti l’approssimarsi della scadenza.
    Per circa un mese l’iniziativa dell’AIT è rimasta pressoché ignota agli utenti.
    Venutone a conoscenza ,nel mese di luglio, il Comitato Acqua Pubblica si è mobilitato andando a rappresentare le ragioni contrarie al provvedimento AIT ai sindaci – quello di Arezzo in primis- che si sono dichiarati meravigliati e d’accordo anch’essi con le ragioni degli utenti.
    A fine luglio il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo ha dato incarico al Legale di fiducia ,Avvocato Ponziani, di predisporre tutti gli atti necessari per il ricorso al TAR della Toscana contro il decreto N. 32 del Direttore Generale dell’AIT.
    E’ stato possibile accedere agli elenchi degli utenti di Nuove Acque aventi diritto al rimborso ,fino al 10 settembre 2014.
    Dopodiché al posto degli elenchi, nel sito di Nuove Acque, è apparsa la dicitura che i termini per la presentazione delle istanze di rimborso si erano chiusi il 15 ottobre 2013 in base a quanto disposto dal decreto di cui sopra.
    Intanto però nessuna risposta negativa era stata ancora inviata da Nuove Acque agli utenti che avevano presentato l’istanza successivamente alla data del 15 ottobre 2013.
    Silenzio assoluto.
    Il 23 settembre 2014, entro i termini consentiti, l’Avvocato Ponziani ha depositato presso il TAR della Toscana il ricorso contro e per l’annullamento del decreto 32 AIT sottoscritto da due utenti di Nuove Acque e dal Comitato Acqua Pubblica di Arezzo.
    Detto ricorso è ovviamente tuttora pendente.
    Le risposte con cui Nuove Acque nega il diritto al rimborso ai richiedenti post-ottobre 2013, sono iniziate a pervenire tra dicembre 2014 e gennaio 2015, cioè con tempi di risposta variabili ma non inferiori a 6 mesi!

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