Il 25 aprile non è una ricorrenza: una mappa degli eccidi nazifascisti a Firenze per tener viva la memoria

Anche quest’anno, 70 anniversario della liberazione dal nazifascismo, l’impegno è quello non di celebrare un rito ormai stanco, ma di rendere ancora vivi gli ideali di quella liberazione, della lotta partigiana, perché non si dimentichino in questo giorno come in tutti gli altri. Perché chi non ha memoria non ha futuro.

Un 25 aprile che ha i colori e le voci della manifestazione di sabato scorso a Coverciano, contro la apertura della “libreria” di Casa Pound, e contro ogni tentativo delle organizzazioni neofasciste di rialzare la testa e conquistare spazi che, per loro, qui, non ci saranno mai. Mazzieri al servizio, come sempre, di un sistema basato sulla disuguaglianza, sull’esclusione, sul dominio e lo sfruttamento, finti “ribelli” pronti, oggi come ieri, a cavalcare l’odio verso il diverso, il debole, l’emarginato, scatenando, con i degni compari della Lega, una guerra fra poveri, una rivalsa dei penultimi sugli ultimi, senza mai dar noia al manovratore.

p_032_25_aprile_2015_santo_spiritoUn 25 aprile contro il progressivo scempio della costituzione ed il quotidiano attacco del governo Renzi Alfano ad ogni minima misura di tutela e sostegno delle classi subalterne, contro lo smantellamento delle conquiste del movimento operaio, dello stato sociale, dello spazio pubblico.

Un 25 aprile contro il dominio, che si vorrebbe senza confini, del capitale e del profitto, dominio dei pochi che si arricchiscono enormemente sul lavoro, la povertà e la vita stessa dei tanti.

Ma è anche un 25 aprile con il sapore acre dell’acqua salata di quel mediterraneo divenuto una immensa fossa comune per migliaia di disperati che cercano di fuggire  dalle guerre e dalle miserie che l’imperialismo occidentale scatena a casa loro, respinti da quello stesso occidente che si concede a spese loro uno stile di vita altrimenti insostenibile, con le atroci parole d’ordine del respingimento, del bombardamento, delle ruspe, ma che non esita a sfruttarli doppiamente con il lavoro nero e sottopagato.

Un 25 aprile che passeremo, come sempre, in Piazza Santo Spirito ​insieme alla Firenze antifascista.​ Ora e sempre resistenza!

​E per non perdere la memoria, ecco la nostra mappa degli eccidi nazifascisti ​a Firenze ​nel 1944, a seguire il comunicato di Firenze Antifascista.

Il comunicato di Firenze Antifascista: 

A 70 anni di distanza dal 25 Aprile 1945, le ragioni che portarono i partigiani a prendere le armi sono più attuali che mai. Durante la Resistenza gran parte delle formazioni partigiane affrontavano fascisti e nazisti armi in pugno non solo per farla finita con la dittatura, ma per un mondo libero da ingiustizia, sfruttamento e guerra. La loro era una battaglia contro i padroni non meno che contro i loro tirapiedi fascisti. Oggi affrontiamo gli stessi nemici. I padroni che approfittano della crisi per sfruttarci sempre di più, e ci minacciano o ci licenziano se lottiamo per i nostri diritti. Il governo Renzi che, come tutti quelli che si sono succeduti nei decenni, attacca le condizioni di vita e di lavoro di operai, pensionati, disoccupati, studenti con controriforme come il Jobs act o la cosiddetta “buona scuola”, con il piano casa, i tagli alla sanità, le grandi opere. Le forze della repressione, sempre pronte a colpire con denunce, arresti, processi chi si oppone a tutto questo. E infine i fascisti, che mai sono scomparsi dal panorama politico di questo paese, e dal 1945 hanno continuato ad occupare posti chiave nello Stato, dalla magistratura, alla polizia, all’esercito, coprendo le bombe, gli omicidi, le aggressioni degli squadristi che mai sono cessate contro lavoratori, migranti e antifascisti.

Il compito che i fascisti sono chiamati oggi a svolgere dal capitale è di dividere le classi popolari, fomentando l’odio contro l’immigrato con parole d’ordine populiste e razziste, e scatenando così una guerra tra poveri, mentre non una parola viene spesa contro chi sfrutta o delocalizza all’estero, contro le aggressioni militari e il saccheggio delle risorse che spingono migliaia di proletari ad emigrare. Ricordiamo che proprio in questa città il fascista Casseri, militante di Casapound, ha messo in pratica le sue idee razziste uccidendo due lavoratori senegalesi e ferendone gravemente un terzo. E ora Casapound sta cercando di mantenere aperta una sede a Coverciano, camuffata da libreria, la cui presenza è stata chiaramente rifiutata dal quartiere. La questura ha risposto alla mobilitazione antifascista prima proteggendo notte e giorno la sede e militarizzando il quartiere, e poi con le denunce contro gli antifascisti.

I fascisti alzano il tiro anche perché si sentono legittimati da decenni di propaganda revisionista e dalla sistematica diffamazione della Resistenza alimentata da tutti i partiti istituzionali. In particolare Casapound cerca oggi una piena agibilità istituzionale attraverso l’alleanza elettorale con la Lega di Salvini. Non si può negare il diritto di parola a chi si presenta alle elezioni, dicono istituzioni e giornalisti, e così la “libertà di espressione” dovrebbe diventare, secondo questi soggetti, lo scudo per far circolare liberamente nei quartieri popolari la propaganda fascista di Lega, Forza Nuova, Casapound, e per coprire le loro azioni squadriste.

Secondo le istituzioni chi si oppone ai razzisti si pone contro la legalità, e questo non può meravigliarci perché la legge è sempre e soltanto uno strumento nelle mani delle classi dominanti. L’unico antifascismo che conosciamo, e l’unico che realmente produce risultati, è quello quotidiano, vissuto nei quartieri, che non conosce deleghe. Un antifascismo che non ha nulla a che spartire con chi nel giorno della Liberazione vorrebbe provocatoriamente sfilare a Milano accanto agli oppressori del popolo palestinese, sotto le bandiere sioniste responsabili dei massacri di Gaza; né con chi, dal governo e dall’opposizione, promuove e sostiene le aggressioni militari in Siria, Libia, come già in Jugoslavia, e appoggia i gruppi nazisti in Ucraina. Per questo il nostro 25 Aprile non avrà nulla di rituale, ma sarà una giornata di solidarietà militante verso tutti gli antifascisti, e in particolare Emilio, del centro sociale Dordoni di Cremona, gravemente ferito dagli squadristi di Casapound, e sarà una giornata di mobilitazione anticapitalista, perché la Liberazione arriverà veramente solo quando gli ideali sociali che hanno guidato la Resistenza saranno realizzati e lo sfruttamento cancellato definitivamente dalla Storia.