Salviamo la Valle dell’Isone dalla discarica dell’Autostrada Firenze-Incisa

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Il 20 giugno scorso si è costituito un coordinamento di comitati e associazioni “Salviamo la valle dell’Isone”. Per il momento i promotori del coordinamento sono i comitati:   “L’autostrada che vogliamo”; “Via vecchia Aretina”; “Via Peruzzi”;  “Comitato civico di Osteria Nuova” e l’Associazione Legambiente nazionale tramite il suo circolo locale.

Il coordinamento si propone lo scopo di contrastare alcuni aspetti del progetto presentato dalla società Autostrade per la realizzazione della terza corsia da Firenze sud a Incisa, in particolare per quanto riguarda la Variante San Donato. Il coordinamento impiegherà ogni possibile e legittimo mezzo per  evitare che questa opera finisca col provocare uno scempio ambientale.

cIl progetto presentato, infatti, introduce profonde modifiche al reticolo idrogeologico dell’intera valle dell’Isone ricoprendo le sue sorgenti naturali sotto una coltre di 1,5 milioni di MC di terre di scavo trattate a calce viva per uno spessore di 10-20 metri; l’area, che avrà un’estensione di 24 ettari, sarà recintata come pertinenza autostradale e verrà così sottratta alla fruizione della comunità.

Il coordinamento si pone nell’immediato l’obbiettivo di evitare che le terre vadano a tombare tutte le forme di vita autoctone, anche molto rare e per questo protette da leggi regionali e da direttive europee, che intendiamo far rispettare.
Prossimamente sarà convocata una conferenza stampa per spiegare e presentare un programma di eventi mirati alla sensibilizzazione dei cittadini sull’impatto ambientale e idrogeologico che i lavori autostradali comporterebbero qualora non venisse radicalmente rivisto il progetto esecutivo dell’opera.

*Coordinamento “Salviamo la valle dell’Isone”

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1 commento su “Salviamo la Valle dell’Isone dalla discarica dell’Autostrada Firenze-Incisa”

  1. Ho trascorso la mia infanzia,facendo passeggiate nel mondo incantato della valle dell’Isone,che comunque resta un angolo incontaminato e di notevole interesse paesaggistico. Anche per questi motivi non deve essere distrutto.

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