Sanità, il caso Appicciafuoco: quando il privato si fa pubblicità nel pubblico

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Pervengono a questo Sindacato segnalazione da parte di numerosi lavoratori della diffusione di materiale pubblicitario nel presidio ospedaliero SMA (Ponte a Niccheri) e negli spazi continui allo stesso presidio di propaganda da parte del Centro Medico Toscano Multidisciplinare in violazione dei regolamenti in vigore.

Si tratta di brochure e/o depliant che pubblicizzano, senza una regolare richiesta, l’offerta di servizi a pagamento che il CTM fa. Il CTM è un polo sanitario privato – con una propria sede a Grassina nel Comune di Bagno a Ripoli vicino al presidio ospedaliero OSMA e si presenta come una delle più grandi strutture private presenti in Toscana.
Secondo la loro pubblicità questo polo privato nasce da un gruppo di imprenditori con esperienze importanti alle spalle in questo settore e competenze in materia gestionale e mira a loro dire a ridurre le liste di attesa a “costi accessibili”. A capo di questo Centro in qualità di Direttore Sanitario c’è il Dott. Appicciafuoco, ex Direttore sanitario di punta di molti Ospedali dell’area fiorentina prima dell’Amministrazione della USL di Firenze guidata dal Dr Marroni e successivamente dal Dr Morello.

Il Dottor Appicciafuoco nelle vesti istituzionali di Dirigente aziendale si è sempre contraddistinto per i mandati ricevuti, nel “ridimensionare” pardon “razionalizzare” l’Ospedale Serristori, l’Ospedale di Ponte a Niccheri e ha gestito l’esternalizzazione del punto prelievi alle associazioni di volontariato. In gergo sindacale è stato tra i fautori dello smantellamento del servizio sanitario pubblico, del progressivo accentramento dei servizi, riduzione delle attività sul territorio, delle esternalizzazioni fatte a favore delle strutture private accreditate.

Come Cobas P.I. abbiamo sempre criticato l’esasperazione degli appalti nel settore sanitario anche sulle diagnostiche e buona parte delle specialistiche ambulatoriali ai privati praticate dalla nostra azienda prima ex USL 10 di Firenze ora USL Toscana Centro, i quali incoraggiati dalle riduzione dei servizio pubblico anche dalla Regione Toscana si sono inseriti sul “mercato” con prezzi “competitivi” e promozionali per “battere il servizio pubblico”.

Il CMT situato, manco a farlo a posta nel territorio di Bagno a Ripoli si dichiara in grado i fornire prestazioni specialistiche in branche e settori diversi e prevede “….3 ambulatori odontoiatrici, 24 ambulatori specialistici, un reparto radiodiagnostico completo ed un punto prelievo…. Il CMT sarà aperto 7 giorni su 7 dal Lunedì alla Domenica….”.

Intanto quello che “stride” è che a capo del CMT in qualità di direttore sanitario troviamo un ex Dirigente fino a ieri del nostro servizio pubblico chissà se in regola con i precetti delle legge sull’anticorruzione, grande conoscitore della nostra azienda degli ospedali e strutture alle quali si appresta a fare concorrenza in altra veste; qui forse sarebbe opportuno che gli ENTI (Azienda e Regione Toscana) verificassero la corretta applicazione della legge che fissa alcune regole anche per chi è stato a dirigere il servizio pubblico.

Ma ciò che non possiamo tollerare è che ogni giorno dentro l’Ospedale dell’OSMA si trovino da per tutto depliant e brochure che pubblicizzarono, indisturbati, l’offerta del CMT, divulgano prezzi e dichiarano indisturbati che da loro”…non ci sono tempi di attesa…”. Le Brochure distribuite nel nostro ospedale che pubblicizzano i servizi resi dal CMT, riportano anche i prezzi di alcune prestazioni di esami (risonanza magnetica aperta, radiologia tradizionale, MOC, OPT 2D panoramica dentaria, Teleradiografia cranio, ecografia) e a margine di questi regalano anche un coupon con il quale il cittadino che lo presenta può ricevere da loro uno sconto del 10% su tutta la radiodiagnostica.

Certo si tratta di un fatto grave che l’azienda, così attenta a far sì che i volantini e manifesti dei COBAS siano affissi e divulgati in luoghi appropriati non si accorga di simile campagna pubblicitaria, scorretta e consenta ad una struttura privata o a chi per essa di agire indisturbata dentro l’ospedale e negli spazi pubblici contigui all’Ospedale.

Ma possibile che dobbiamo essere noi a vigilare su tali abusi? Dove è finita l’accorta “macchina” delle direzione aziendale e sanitaria in materia di controllo, che nell’Ospedale stacca, strappa e distrugge solo i comunicati sindacali dei COBAS che trovano a giro?

E’ possibile che nessuno dei funzionari dell’azienda si accorga di niente, di questa campagna di pubblicizzazione massiva, invasiva e abusiva di servizi fatti in concorrenza al malconcio servizio sanitario pubblico indebolito dai “risparmi di spesa” dai tagli dei servizi e dal contenimento delle risorse di personale? Come COBAS P.I. crediamo che questo non debba essere consentito anche perché se le regole ci sono debbono essere fatte rispettare a tutti e se i divieti di affissione e circolazione di materiale pubblicitario ci sono per i sindacati e altre associazioni, queste debbono valere anche per le imprese private.

Alla Direzione Generale e Sanitaria chiediamo di intervenire rimuovendo tutta la pubblicità non autorizzata e accertando le responsabilità in materia. Altresì chiediamo alla USL Toscana Centro e alla Regione Toscana Assessorato al Diritto alla salute se esiste una legge che fissa regole di incompatibilità per chi è stato a dirigere il servizio pubblico a ricoprire il ruolo di direttore sanitario presso una struttura privata in concorrenza con il servizio sanitario pubblico.

*Andrea Calò, Delegato RSU COBAS P.I. USL Toscana Centro

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Andrea Calò

Delegato RSU Cobas P.I. USL Toscana Centro

2 commenti su “Sanità, il caso Appicciafuoco: quando il privato si fa pubblicità nel pubblico”

  1. Quale e’ il problema…?Se un ex dirigente con esperienza e probabilmente preparazione , raccoglie le criticita’ che da tempo insorgono e attanagliano il sistema sanitario locale e/o nazionale risolvendo a modo suo e da quello che si percepisce anche bene e da ex dirigente sviluppa una concorrenza sleale quando negli ospedali troviamo ogni forma di pubblicita’ che poi viene defenestrata senza tanto clamore…mahhh a me questa non mi sembra una concorrenza sleale…e’ una soluzione trasparente che nella “slealta’” ha tentato di dare una risposta speriamo continuativa ed etica nei suo costi.

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