Robotizzazione dell’assistenza ai disabili e vita indipendente: un equivoco

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Domotica, robotizzazione dell’assistenza, vita indipendente

Ormai da vari anni, si tende a confondere questi tre termini.

Certo, una dotazione di ausili di qualità e anche molto sofisticati è senz’altro propedeutica alla vita indipendente delle persone disabili.  Tuttavia, i due termini non vanno mai sovrapposti e non sono affatto intercambiabili. Altrimenti, sarebbe stato del tutto superfluo che i disabili adottassero il termine “vita indipendente” come superamento del già esistente “autonomia”.

Come già scritto in molte sedi[1], nel campo della riabilitazione il termine “autonomia” significava e continua a significare che il singolo disabile deve fare quante più cose possibili da sé – magari aiutato appunto da ausili tecnici.    È appena il caso di rilevare che tale soluzione può avere qualche senso solo per chi ha poche menomazioni. Viceversa, tale soluzione risulta improponibile per le persone con più difficoltà.

Proprio tale constatazione spinse i disabili a elaborare il concetto di vita indipendente, inteso come concreta possibilità da parte di singoli disabili di condurre una vita con un grado di libertà comparabile con quello delle altre persone, indipendentemente dalla gravità della condizione.  Ed è evidente che l’assistenza personale sia una delle chiavi essenziali per la “vita indipendente” così intesa.
Ribadite queste fondamentali distinzioni, la confusione a cui si accenna all’inizio autorizza un’analisi un capellino di più ampio respiro.
In coincidenza con l’ingresso in Giunta regionale dell’assessore Saccardi, si è assistito allo spostamento di attenzione mediatica e di risorse dalle condizioni reali dei disabili alla realizzazione di prototipi sempre più sofisticati di robottini con compiti di assistenza ad anziani e disabili. Si rileva che la progettazione e realizzazione di tali marchingegni richiede ingenti quantità di soldi. Inoltre, chi ha disabilità molto consistenti non riceverà grandi benefici dall’aiuto di tali macchine. Ad esempio, quando penso che un robottino dovrebbe aiutarmi a farmi mangiare, mi viene in mente la famosa scena del film Tempi moderni di Charlie Chaplin. Quindi, è evidente l’inappropriatezza di tale soluzione per risolvere i problemi dei disabili.

Dopo essersi appropriato della produzione manifatturiera, aver creato l’industria pesante e aver distrutto l’agricoltura trasformandola in una delle principali cause di avvelenamento del pianeta, il capitale punta dritto ad appropriarsi di tutto il settore del cosiddetto “lavoro riproduttivo” – cioè quelle attività non immediatamente produttive di beni materiali ma miranti a riprodurre le condizioni migliori per la forza lavoro (in pratica, le attività di cura e di benessere delle persone).    La creazione di robottini in funzione di assistenza alle persone e ancora di più la creazione della cosiddetta “intelligenza artificiale” costituiscono esempi concreti ed estremi di ciò che nella sua opera Il Capitale Karl Marx descriveva come tendenza a sostituire forza lavoro – o lavoro vivo – con lavoro incorporato – o lavoro morto.

A differenza di due secoli fa – quando le conseguenze dell’industrializzazione potevano non apparire chiare, oggi sappiamo e ribadiamo che l’utilizzo dei robottini non risolverà affatto i problemi dei disabili.    Nonostante ciò, la Regione Toscana e altre istituzioni compiono la scelta politica di sprecare soldi pubblici in tale pseudo soluzione. Allo stesso tempo, Regione Toscana e altre istituzioni rifiutano di aumentare le risorse per consentire ai disabili di pagarsi gli assistenti personali per la vita indipendente. Se quest’ultima soluzione fosse praticata, non solo noi disabili vivremmo in condizioni molto migliori – che è l’aspetto principale, ma avremmo anche un aumento dell’occupazione stabile. Ma questo è proprio ciò che il capitale non vuole.

*Luca Pampaloni

[1]  Tra tanti, vedi il volume a cura di Raffaello Belli Assistenti personali per una vita indipendente, Franco Angeli editore, 2000 e il sito web della Associazione Vita indipendente ONLUS Toscana <http://www.avitoscana.org>.

 

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2 commenti su “Robotizzazione dell’assistenza ai disabili e vita indipendente: un equivoco”

  1. Vincenza Zagaria

    Condivido l’articolo di Pampaloni, ma presenta un neo: non attiva pensiero propositivo e passa la rassegnazione. Domandiamoci perchè l’assessore Saccardi “naviga” indisturbata, attuando una politica, condivisa solo da una parte delle disabilità, ovvero solo dalle famiglie delle persone con disabilità intellettive.

  2. Tiziano Cardosi

    Quanto a rassegnazione posso dire che conosco Luca Pampaloni e l’associazione di cui fa parte; la rassegnazione non è nelle loro prospettive, tutt’altro!
    Il tema sul perché alcune famiglie condividano le politiche della Saccardi e della maggioranza in Regione potrebbe essere il tema di un nuovo articolo di Pampaloni.

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