La sera del 10 aprile 1991 il traghetto Moby Prince si schiantava contro la petroliera Agip Abruzzo, ancorata in rada a Livorno, rada affollata di navi militari statunitensi di rientro dalla guerra del golfo. Un gravissimo fatto di nocività ambientale in senso largo, riassumibile di una commistione di traffico militare, industriale e passeggeri.
Sembra che il radar del Moby fosse stato accecato da elicotteri di Campo Darby, che ”proteggevano” i movimenti di armi. Il traghetto incendiato vagò per ore in rada, mentre i soccorsi venivano concentrati sulla petroliera: i passeggeri aspettarono molte ore – come accertato dall’inchiesta recente della Commissione parlamentare – di essere salvati, e morirono in 140, tra equipaggio e passeggeri, “a fuoco lento” in un groviglio di ritardi, depistaggi ed inefficienza.
Dopo 29 anni di processi inconcludenti, la Commissione parlamentare ha chiarito alcuni aspetti importanti, ma mancano alcuni tasselli importanti.
Il processo civile avrebbe dovuto riprendere lo scorso 26 marzo a Firenze, per rendere verità e giustizia ai familiari delle vittime, ma è stato rinviato, speriamo che si concluda celermente. Medicina democratica è sempre al fianco dei familiari delle vittime.
*Maurizio Marchi per Medicina democratica Livorno
Maurizio Marchi
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