Come sarà pianificata la Viareggio del dopo-virus? Riuscirà il futuro Piano Strutturale a ripartire dal genius loci?
Il nuovo Piano Strutturale Comunale, di cui solo qualche mese fa era stata annunciata la partenza dell’iter dei lavori, potrebbe costituire l’occasione per conciliare finalmente attenzione alle risorse naturali e riattivazione della solidarietà sociale.
Molte sono domande sul tavolo, ma una cosa è certa: niente sarà come prima. Alcune idee formulate per il territorio dovranno essere modificate. Se ne sono già accorti i sindaci delle maggiori città europee. Amsterdam, Barcellona, Milano e Parigi, proprio in questi giorni hanno indirizzato una lettera aperta alla Comunità Europea, mettendo al centro della discussione, la “questione sociale”.
Quella sociale è una questione aperta dalla crisi del 2008, che la pandemia ha drammaticamente peggiorato. Dopo decenni di politiche urbane di stampo economicista che hanno messo a ferro e fuoco il welfare, in Europa si scopre che una risorsa fondamentale per ogni comunità, è venuta a mancare: la solidarietà.
La solidarietà non è solo aiuto nei momenti più bui, è bensì un’attitudine sociale da coltivare. È una “virtù” che dovrebbe essere inclusa nella programmazione territoriale, contemplata dalla pianificazione urbana. Eppure, lo stato in cui versano alloggi sociali, strutture sportive ed attrezzature collettive, sta a dimostrare che, a lungo, la “solidarietà” non è stata al centro delle politiche. Anzi, le politiche si sono concentrate nello smantellamento, pezzo a pezzo, del welfare urbano.
Nel dopo-virus le risorse andranno ridistribuite con oculatezza, a meno che non si voglia perseguire un ulteriore, incolmabile aumento della disuguaglianza sociale.
Non potremo più permetterci progetti dispendiosi il cui modello di spesa è utile per pochi, e il cui principale obiettivo risulta essere il trasferimento di denaro pubblico verso capitali privati. Nuovi centri commerciali e idee di mobilità dispendiose e poco compatibili con le politiche ambientali e con la salute umana. Il progetto dell’Asse di penetrazione nella Pineta e la realizzazione di parcheggi multipiano, o interrati, a ridosso delle spiagge viareggine e nel centro cittadino, risultavano già anacronistiche. Lo sono ancor di più oggi.
Bisognerà ripartire pensando alle classi subalterne, ai più deboli, agli ultimi. Dare un nuovo ruolo civile alle periferie, conferire agli spazi periferici nuova urbanità. La “rinascita” degli spazi pubblici, se mai avverrà, dovra scaturire da piazze e giardini realmente accoglienti e vivibili: quelli centrali e quelli ai margini, quelli vicino a casa. Dopo la lunga quarantena, non ci potremo più accontentare solamente della piazza vuota, bella solo in cartolina.
Riusciremo, dopo questo periodo di isolamento, a mettere in evidenza l’importanza – anche sociale – delle botteghe di quartiere, rispetto al clima desocializzante che si respira dei centri commerciali?
Che ruolo sapremo attribuire alle piccole e medie realtà produttive? Che idee avremo per quegli ambiti territoriali attualmente dimenticati da qualsiasi seria pianificazione e che andranno necessariamente preservati e “rigenerati”? Che idee per le preziose aree verdi presenti in periferia, il canale Burlamacca, il Lago di Massaciuccoli e le aree agricole ancora presenti?
La rinascita della città dovrà coinvolgere i luoghi rimasti nelle pieghe delle recenti trasformazioni, i luoghi dimenticati, i meno praticati. Perché la vivibilità di ampi settori del territorio di Viareggio, la loro salubrità e le opportunità di un proficuo cambiamento territoriale, dipenderanno anche dalle scelte che investiranno queste aree residue.
Molte sono le aspettative che non possono essere più disattese. L’occasione per verificare un programma che metta a sistema risorse territoriali e dato sociale, si potranno avere già nei prossimi mesi con la stesura dei piani attuativi e particolareggiati. Ma soprattutto con l’avvio dei lavori per il nuovo Piano Strutturale, vera e propria carta costituzionale per la pianificazione del territorio comunale.
Intanto, malgrado il Corona Virus, la primavera è arrivata: l’auspicio è che la buona stagione possa portare alla rinascita di un ambiente di vita nel segno del “sociale”, verso una città solidale.
*Diego Bianchini
Diego Bianchini
Ultimi post di Diego Bianchini (vedi tutti)
- Viareggio. Il virus, il piano regolatore e la questione sociale - 27 Aprile 2020