Tramite le dichiarazioni della neo Assessore all’Ambiente, Monia Monni, la Regione Toscana sembra confermare il progetto di stampo privatistico, oltre che assolutamente antidemocratico, della creazione di una holding che gestisca servizi essenziali come quelli legati ai rifiuti, l’energia, l’acqua.
Il disegno nefasto ci era stato ricordato pochi giorni fa dal Sindaco di Firenze, Nardella, che ha chiamato il top manager Irace a ricoprire la carica di AD dell’azienda dei rifiuti, ALIA; per poi renderlo esecutore di una fusione con società multiservizi, in particolare nel campo dell’energia, come ESTRA/CONSIAG e Publiservizi; senza trascurare le spa dell’acqua, Publiacqua e Acque, entrambe compartecipate da ACEA, di cui Irace è stato AD per alcuni anni. Il mostruoso colosso sarebbe forse così completato.
In effetti, il piano di una multiutility regionale era stato lanciato e ripreso dall’ex Presidente Rossi in diverse occasioni, nell’arco del suo governatorato decennale, a dispetto di un pronunciamento popolare che con i referendum del 2011 aveva espresso chiaramente la volontà di sottrarre l’acqua, insieme agli altri servizi, dalle leggi del mercato e del profitto.
E ancora tocca dire come il processo di ripubblicizzazione proposto dai Movimenti e condiviso da milioni di cittadini, sia tutt’altra cosa rispetto alla grandiosa operazione, a cui da tempo lavora la politica PD-Renziana che piace tanto anche alla destra. Tutte le manovre messe in atto finora dai nostri Amministratori hanno fini puramente speculativi, di matrice economico-finanziaria, e nient’altro. La sola “novità” sta nel fatto che per anni la politica ha assecondato se non spudoratamente favorito una gestione privatistica di beni e servizi, mentre oggi mira a farsi diretta imprenditrice, a capo della stessa.
Non si cambia la vera natura di una gestione se, come nel caso dell’acqua, si pensa di liquidare il socio privato, per inserire enti o aziende, sia pure con capitale interamente pubblico! Per non parlare di come ciò venga impunemente sfruttato per celare la manovra sotto le vesti di una ripubblicizzazione, addirittura in conformità a quanto richiesto dai cittadini. Ma si sa, il centro sinistra ha un talento davvero eccezionale per le operazioni di mascheramento.
Analogamente, riguardo ai rifiuti, a fine legislatura la Regione ha autorizzato i cantieri per i biodigestori (Montespertoli, Peccioli e Rosignano Marittimo): da una parte l’accostamento al “bio” vorrebbe attribuire il sistema alla green economy, dall’altra questa forma di riciclaggio entrerebbe di diritto a far parte della cosiddetta economia circolare. Eppure esistono dubbi fondati che la tecnica non sia affatto innocua, come esistono soluzioni alternative decisamente migliori per lo smaltimento, che non si vogliono nemmeno prendere in considerazione.
Facciamo allora appello ai Sindaci, in qualità di soci delle aziende che gestiscono i servizi pubblici, ma prima ancora come amministratori di un bene comune: fate sentire la vostra voce per uscire dalla logica economicistica, per far valere solidarietà e democrazia! Oggi più che mai ne abbiamo bisogno.
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