I sorprendenti costi pubblici del project financing delle tramvie di Firenze sono emersi dal webinar sulla mobilità del Gruppo Mobilità Sostenibile del 28 novembre scorso. Si tratta di costi e dati, sconosciuti ai più nei particolari, che si rilevano da delibere approvate recentemente dal Consiglio Comunale fiorentino e che lasciano perplessi sui grandi investimenti pubblici rispetto a quelli privati per un project financing o finanza di progetto.
Il caso sollevato è quello della tramvia piazza Libertà-Bagno a Ripoli, di cui sarebbe prevista la conclusione della progettazione esecutiva entro la prossima estate con inizio dei lavori entro il 2021.
Senza entrare nel merito del progetto stesso sorprende che, dell’investimento complessivo previsto, circa 298 milioni di euro, solo una minima parte, circa 15 milioni, sia a carico dei privati, mentre tutto il resto è a carico del pubblico.
Dai documenti allegati a due recenti delibere di bilancio del Comune (n.39 del 12.10.2020 e n.47 del 30.11.2020) si legge infatti che le fonti di finanziamento dallo Stato sono passate da 154,7 a 200,6 milioni di euro, dalla UE arrivano 80 milioni e 2,5 milioni dalla Regione, mentre la quota parte del concessionario Tram spa è passata da 61,9 a 16 e infine a 15,3 milioni di euro. Ovviamente gli stanziamenti sono slittati dal 2020 al 2021.
Da ricordare anche i finanziamenti al 2021 per la linea 4 della tramvia Leopolda-Piagge per 145,7 milioni di euro pubblici, tramvia che, paradossalmente, sostituirebbe i binari dell’attuale linea ferroviaria.
Riguardo ai finanziamenti dello Stato (Ministero dei Trasporti) per la tramvia Libertà-Bagno a Ripoli, val la pena ricordare che i finanziamenti, 200 milioni, erano legati all’adozione del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) entro il termine del 4 agosto 2019, dettato dall’Addendum del MIT del 9/10/2018: Il Comune di Firenze ha approvato solo il “Primo Rapporto PUMS – Quadro conoscitivo, strategie e obiettivi”, con delibera di giunta n. 811 del 28/12/2018, prevedendo (e poi mancando) la redazione e approvazione del PUMS entro luglio 2019, mentre la Città Metropolitana ha adottato la proposta di PUMS, con atto del Sindaco N.33 del 01/08/2019 (appena in tempo per la scadenza del 4 agosto), ma senza ancora l’approvazione con le controdeduzioni alle osservazioni dei cittadini, che sono scadute come tempi di presentazione oltre un anno fa, il 20/11/2019.
Viene perciò da sorridere alle parole del sindaco Nardella che, intervistato da Repubblica il 9 aprile 2020 in piena pandemia, affermava riguardo alle tramvie, che “Ora cambia il mondo e dovremo ridiscutere tutto”. Invece l’amministrazione comunale sta andando a diritto con i finanziamenti e i progetti delle tramvie previste, senza effettuare una pianificazione della mobilità anche con una valutazione dell’impatto della pandemia, facendo solo slittare i tempi previsti per la loro progettazione e realizzazione.
Lasciano perplessi altre dichiarazioni del sindaco Nardella che, per vantare una presunta “Firenze green”, insieme al presidente Giani (vedi intervista su Repubblica del 7 dicembre 2020), avrebbe già proposto al Governo di ricorrere al Recovery Fund per finanziare altre linee tram, in particolare per Sesto, Campi e Prato, estendendo il “vecchio” project financing di Tram di Firenze SpA e azzerando la quota di finanza privata, con la completa copertura dell’investimento con soldi pubblici.
I soldi del Recovery Plan, per la eventuale parte riguardante Firenze e la Piana, potrebbero quindi essere utilizzati da Nardella e Giani per finanziare nuove tranvie. Ma sia la scelta delle linee traviarie, che i consistenti finanziamenti avvengono senza alcun dibattito pubblico e pianificazione della mobilità.
*Maurizio Da Re
Maurizio Da Re
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Dibattiti e confronti pubblici sui progetti non risolvono mai nulla, né per i cittadini né per le amministrazioni. Le opinioni anche se fondate e qualificate dei cittadini non interessano a nessuno, quindi confronto datur non esset.
Le amministrazioni sono in mano a incompetenti che si trovano in imbarazzo davanti alle ragioni degli amministrati. Quindi evitano. Di scuola è stato il progetto del nuovo stadio a Roma: paradossalmente l’assessore ( Prof. Bendini) era molto competente ma non è stato neppure in grado di dire in chiaro e pubblicamente che la pianificazione urbanistica non può essere affidata ai privati. Una dichiarazione del genere era politica e necessaria, ma non si può neppure mormorare. Quindi le strade devono essere diverse. Quali? Al momento non sappiamo, ma certamente non contemplate in questi modi.
Quindi appare chiaro che la pianificazione è affare privato: perché dunque dibatterla pubblicamente?
Non si deve nemmeno fare tanto caso ai vaniloqui di Nardella: aveva perfino detto che la Foster era un errore madornale, uno spreco di risorse.
Dibattiti e confronti pubblici sui progetti possono servire come minimo per trasparenza e per renderli pubblici e conoscerli. Successivamente ognuno può fare i passi che più ritiene opportuni in ambito politico e altro …
Maurizio Da Re