Lo scrivente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università monitora da due anni la presenza costante all’interno degli istituti scolastici di Esercito, Polizia di Stato, Arma di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco e Polizia Locale. Da tempo non ci stanchiamo di denunciare il continuo tentativo da parte delle forze armate di inserirsi in pianta stabile nelle scuole e di scalzare la classe docente attraverso l’offerta di attività di formazione e orientamento su tematiche che non sono di loro pertinenza e che dovrebbero essere analizzate in chiave pedagogica e non certamente in un’ottica repressivo-securitaria. La scuola non ha bisogno di relatori in divisa e stellette per confrontarsi con la popolazione studentesca su argomenti quali bullismo, violenza di genere, educazione stradale e protezione ambientale nella prospettiva di una crescita reciproca, armonica e collettiva. Nella scuola non può esserci spazio per quei corpi dello Stato cui è stata affidata la difesa armata dei confini, la presenza nelle zone di conflitto in vari paesi del mondo e, con sempre maggiore evidenza negli ultimi anni anche alla luce del nuovo ddl 1660, la repressione interna del dissenso camuffata da uso “legittimo” della forza.
Sui rapporti tra USR Toscana e Istituto Geografico Militare l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università si era già espresso in passato mettendo in evidenza l’inopportunità che un ufficio scolastico regionale si facesse cassa di risonanza di attività proposte da un corpo militare. Anche quest’anno dobbiamo registrare con grande preoccupazione che questo legame non è stato ancora spezzato, ed anzi riceve nuovi impulsi grazie alla circolare n°15688 inviata dall’USR Toscana in data 23/09/2024 alle scuole secondarie di I e II Grado, statali e paritarie, ma anche alle V classi della scuole primarie, in cui si comunica che il Comando Militare Esercito TOSCANA, “svolgerà conferenze informative su temi afferenti alla storia, ai compiti e alle “opportunità professionali della Forza Armata” con “viste presso le sedi dell’Unità Organizzative della Forza Armata insistenti nella regione.”
Le motivazioni per cui i Comandi Militari dell’Esercito di tantissime regioni d’Italia hanno deciso, ormai da anni, di vestire i panni di “formatori” ed entrare nelle scuole sono largamente rintracciabili nei tre files allegati alla circolare, vera e propria dichiarazione di intenti: “sarà presentato l’Esercito Italiano, attraverso ausili video e linguaggio adeguato con il target anagrafico di riferimento”. Per rendere più appetibile quanto presentato è prevista persino la distribuzione di gadgets quali adesivi, poster, quaderni, matite, penne.
Si tratta evidentemente di promozione professionale del corpo di appartenenza, utile al reclutamento di nuove leve che nell’arruolamento possono finalmente trovare uno sbocco lavorativo garantito specialmente in quei territori dove il tasso di abbandono scolastico e la disoccupazione giovanile sono elevati e i NEET in vertiginoso aumento. Una modalità operativa che di fatto trasforma le scuole in un ufficio di collocamento per le forze armate.
L’Osservatorio lancia l’ennesimo appello alle famiglie, al personale scolastico, agli studenti e alle studentesse affinché vengano difese le finalità pedagogiche della scuola e venga ribadita la sua incompatibilità con le pratiche, gli strumenti e i linguaggi militari che veicolano i disvalori della guerra, della violenza, della sopraffazione e della cieca obbedienza.
La Costituzione fa della scuola un luogo di crescita per le persone, di promozione del pluralismo delle idee, di conoscenza e di sviluppo del pensiero critico, di accoglienza, di pace e di nonviolenza. Valori democratici necessari per la formazione di cittadini e cittadine consapevoli.
In un contesto internazionale tragicamente segnato dal conflitto russo-ucraino, dal genocidio in atto a Gaza ad opera delle forze militari di Israele, e dall’aumento della produzione di armi a tutto vantaggio della filiera industriale bellica, invitiamo le scuole toscane a non aderire alle attività di orientamento proposte dal Comando Militare dell’Esercito, perché incompatibili con la necessità di costruire una società di pace e di diritti per tutte/i.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università


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