Paradisi bollenti: tour termale nella bassa Toscana (prima parte).
Nell’entroterra della bassa Toscana, all’interno dei bacini idrografici dei fiumi Ombrone e Albegna, che toccano con i loro affluenti alcune regioni geologicamente attive come quella del Monte Amiata, non è raro che l’acqua delle falde acquifere si insinui in alcune piccole faglie o nei punti di contatto fra diverse unità tettoniche.
Quest’acqua, infiltrandosi in profondità, incontra il calore geotermico e, scaldata, risale in superficie, portando con sé minerali del sottosuolo. È così che sgorga l’acqua termale, bollente e benefica. Un’acqua che gli scienziati definiscono “solfatobicarbonato-calcio-magnesiaca e sulfurea”, lattiginosa a causa del carbonato di calcio in sospensione, che si deposita sulle rocce che incontra, dando origine a formazioni calcaree lisce e bianchissime.
È un’acqua che plasma le rocce, che fa proliferare microalghe e cianobatteri, che scalda e cura i corpi che vi si immergono. Si può dire che l’acqua termale ha una propria agentività e una capacità di interagire con le altre entità che la circondano: minerali, microrganismi, piante ed animali che abitano in prossimità delle sorgenti; e infine l’umano, che intorno ad esse struttura organizzazioni e rapporti sociali funzionali alla gestione ed al controllo delle risorse.
L’importanza delle terme era riconosciuta già nel mondo romano: anche laddove non c’erano sorgenti naturali d’acqua calda, le autorità facevano costruire grandi strutture pubbliche in cui si alternavano piscine calde e fredde, a disposizione della collettività come uno spazio di cura del corpo, di socialità e “otium”. Nelle città contemporanee non esistono corrispettivi delle grandi strutture termali dell’antichità che rivestano le stesse funzioni sociali. Le sorgenti naturali, tuttavia, continuano a sgorgare: ci hanno preceduto e verosimilmente sopravvivranno al nostro passaggio sulla Terra.
Al giorno d’oggi, però, la volontà umana di appropriazione e controllo degli elementi naturali ha fatto sì che in molte località termali la totalità dell’acqua sorgiva emerga in superficie all’interno delle mura di resort, alberghi e stabilimenti. Ma questo genere di strutture, che già di per sé escludono la quasi totalità delle altre forme di vita, non sono neanche pensate per una fruizione aperta all’interezza della società umana. Molte di esse sono entrate in contatto con attori economici privati, interessati alle loro proprietà benefiche in un’ottica estrattivista, basata sulla messa a profitto delle sorgenti per una fruizione di lusso e un benessere di poche.
Le eccezioni a questo modello sono rare, ma comunque esistenti: quella dei Bagni di Petriolo, al confine fra le province di Siena e Grosseto, è una di queste. È un luogo che testimonia una possibilità di incontro fra umani e non umani, di compresenza fra viventi e finalità di utilizzo diverse. È un luogo ibrido in cui l’acqua riveste una funzione di cura per chiunque voglia immergervisi, e in cui gli umani svolgono una funzione riproduttiva nei confronti dell’ambiente circostante in modo spontaneo, senza bisogno di organizzazioni formalizzate, dimostrando l’esistenza della possibilità di una contaminazione non inquinante fra specie e ambiente. Ma un’eccezione o una possibilità non implicano che il loro destino sia quello di sopravvivere, mantenendosi inalterate.
È per questo che, qualche mese fa, attraverso un amico, veniamo inserite in un gruppo su Telegram dall’allarmante nome di «Salviamo Petriolo». È un gruppo di oltre mille persone, creato dopo che è diventato di dominio pubblico il fatto che la sorgente sia stata acquisita dalla Unipol, grande compagnia assicuratrice. Petriolo è uno spazio a cui siamo fortemente legate per motivi affettivi: facevamo spesso macchinate notturne con le amiche, qualche inverno fa. Ha per noi l’aura di qualcosa di magico ed estraneo, che non abbiamo mai visto alla luce del sole; una creatura lunare e incendiaria, che esiste solo nei nostri immaginari onirici, in quelle ore parallele che ci abbiamo passato, lontano dalla vita quotidiana. Forse, prima della nascita del gruppo Telegram, non avevamo neanche pensato alla possibilità che quelle terme potessero cambiare rispetto a come le abbiamo conosciute. Il timore le fa risalire in cima ai nostri pensieri, fa sorgere in noi delle curiosità: perché siamo sempre andate proprio lì e non in altre terme, di cui quell’area della Toscana, come già detto, è piena? Chi ha creato il gruppo Telegram? Chi gestisce Petriolo? Cos’è Petriolo, esattamente, in che modo è speciale? Lo è solo per noi e le altre persone che conosciamo o lo è per tutte? E queste tutte, chi sono?
Allora cogliamo l’occasione e, munite di due piccole videocamere e un registratore, partiamo per un tour a tappe negli ambienti termali più famosi del grossetano-senese. (continua)
Nell’ottica di un ribaltamento gerarchico fra le forze di riproduzione, costituite dai gruppi subalterni fra cui il genere femminile, e quelle di produzione, tradizionalmente associate al genere maschile oltre che alle strutture del capitalismo estrattivista, in questo testo abbiamo deciso di utilizzare il femminile sovraesteso. In italiano è infatti grammaticalmente impossibile usare il neutro o, per questione di leggibilità, entrambe le forme.

Gaia Battaglia e Alessandro Lascialfari

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