Strettamente confidenziale. Gucci il 14 e 15 maggio “chiude” Santo Spirito

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I residenti del quartiere di Santo Spirito, a Firenze, si sono visti recapitare nei giorni scorsi questa curiosa letterina, dal tono vagamente coloniale: «Oggetto: Eventi Gucci in data 14 e 15 maggio 2025 – informazioni riservate per i residenti. Gentili residenti, siamo lieti di condividere con Voi, in via strettamente confidenziale, che il nostro cliente, Guccio Gucci S.p.A., organizzerà una serie di eventi e riprese cinematografiche a Firenze in data 14 e 15 maggio 2025, che, interesseranno diverse aree della città e anche alcune aree del quartiere Santo Spirito, tra cui Piazza Santo Spirito, Via delle Caldaie, Via Sant’Agostino e Via Mazzetta. Insieme al nostro cliente stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità competenti e la polizia locale per garantire che l’evento si svolga nel modo più ordinato e agevole possibile, riducendo al minimo i disagi per i residenti.

In accordo con il Comune, il nostro cliente realizzerà inoltre alcuni interventi di pulizia straordinaria della Piazza Santo Spirito, anche a beneficio della collettività, e supporterà inoltre il Comune con altre iniziative a beneficio della cittadinanza. Il giorno 14 maggio 2025 la circolazione sarà regolare. Il giorno 15 maggio 2025, dalle ore 07:00 alle ore 21:00, l’accesso a Piazza Santo Spirito sarà consentito esclusivamente ai residenti (e ai loro ospiti), nonché a coloro che lavorano all’interno dell’area interessata. Nella stessa giornata, dalle ore 17:00 alle ore 20:00, la medesima limitazione sarà estesa anche alle altre vie sopra indicate. Siamo certi che apprezzerete la scelta del nostro cliente di ambientare un evento di prestigio nella Piazza Santo Spirito, valorizzando in questo modo l’intero quartiere». Insomma, tutta l’insula agostiniana viene privatizzata: e non per una festa in onore del papa figlio di Sant’Agostino, macché. Si tratta qui non di Dio: ma dell’avversario, Mammona (cioè il denaro del lusso, un potere che apre ogni porta): la sfilata della collezione Cruise 2026 nel palazzo di Gucci proprio lì.

La grottesca pretesa della ‘stretta confidenzialità’ di una lettera che riguarda l’intera città va perfettamente d’accordo con l’arrogante sicumera che ne trasuda: sono gli eventi di Gucci che darebbero prestigio e valore a Firenze, mica il contrario. Brunelleschi, Filippino Lippi, Michelangelo, Sansovino, e voi tutti artisti di Santo Spirito, baciate le mani a Gucci che vi permette di entrare nella storia! E i padroni della piazza sono certi che anche la plebe d’oggigiorno sarà grata, e farà ala plaudente.

È davvero dura a morire la pretesa dei grandi brand della moda di mettere le mani sullo spazio pubblico: una pretesa, del resto, sempre soddisfatta da un potere politico, in questo caso quello della giunta comunale della sindaca Sara Funaro, che si genuflette, e dà via ciò che non è suo, ma di ogni cittadino e di ogni cittadina, in cambio del piatto di lenticchie di qualche miglioria (che del resto al popolo bue non viene nemmeno indicata con precisione: fidatevi, bambini…). Quasi comica, tanto è scoperta, appare poi l’ipocrisia della pulizia straordinaria della vissutissima e amatissima piazza Santo Spirito: che sarà effettuata «anche a beneficio della collettività» (seguiranno distribuzioni di specchietti, perline e sveglie da collo). Interessante scelta lessicale: se sapete che esiste una dimensione collettiva, come potete travolgerla con l’abusiva prepotenza degli interessi privati? Privati, e da un pezzo manco più fiorentini, o italiani: visto che Gucci è un marchio del gruppo Kering di François Pinault: che sa bene che gli italiani straccioni sono sempre in vendita, con il cappello in mano e le pezze al culo. Cappello e pezze, griffatissimi: s’intende. Oh, tutto così pittoresco, signora mia…

Ora, sarebbe bello se negli orari e nei luoghi gentilmente indicati nella letterina (sia chiaro: in modo strettamente confidenziale) questo popolino d’Oltrarno tanto disprezzato e preso in giro, si facesse sentire e vedere: svuotando copiosi pitali dalle finestre, accendendo impianti stereo a tutto volume, recandosi per strada con pentole, campanacci e trombe da stadio della Fiorentina e incedesse in corteo intonando caratteristici stornelli, e variopinti improperi. Un po’ di colore locale degli indigeni non potrebbe, in fondo, che sottolineare le radici fiorentine, perente e tradite, di Gucci-che-prezzucci. Ma quando, quando, si capirà che lo spazio pubblico è prezioso, e che va amministrato con amore e rispetto? Che la città non è una quinta di cartone a disposizione del ricco signorotto di turno? Che le piazze non servono a produrre i bisogni indotti dei marchi di lusso (che già ne hanno in pugno le vetrine, avendo espulso ogni altra attività dalle strade centrali), ma semmai a trascorrere un tempo di liberazione? Che Firenze non deve produrre clienti e consumatori, ma accogliere cittadini, e persone? Quando? Niente paura, ce lo dirà Gucci, in una prossima lettera: strettamente confidenziale.

Tratto per gentile concessione dal Fatto Qu0tidiano

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