La scorsa estate l’amministrazione ha sperimentato un nuovo modello per amministrare le piazze del centro storico: chiudere ampi spazi dedicati alla #libera fruizione della cittadinanza e riempire quelli rimasti di #tavolini stanziando un presidio poliziesco per controllare che nessuno si sieda sulle panchine o sulle scale. L’apposizione di un cordolo costato decine di migliaia di euro ha infine sancito la completa #museificazione della piazza.
Completamente sorda alle proteste della #popolazione residente, la giunta #PD insiste nel voler riproporre questo impianto in tutte le altre piazze del centro. Vengono invocate più telecamere, sensori di movimento, pattuglie, cancelli… Mentre le centinaia di ragazze e ragazzi che hanno espresso necessità e insofferenza, sia in proteste organizzate, che nel rifiuto quotidiano di prendere parte allo spettacolo non sono mai state interpellate.
Nel frattempo, i giornali di regime alimentano la retorica che vede i #giovani come unici responsabili dei disagi del centro e danno fiato alle giustificazioni del Sindaco (come quelle in risposta alla signora Scilla). Fortunatamente, alcuni giornalisti stanno cominciando ad aprire gli occhi su quello che è diventata #Firenze e si cominciano a pubblicare alcuni dati del continuo #sfruttamento estrattivo del nostro patrimonio.
Stanno trasformando il centro della nostra città in un enorme #ristorante a cielo aperto, con 217 #mangiatoie per km2, una ogni 58 residenti in area UNESCO.
Lo stanno trasformando in un albergo diffuso in cui il 70% del mercato degli affitti è saturato da Airbnb, in cui continuano a costruire nuovi #hotel e finti studentati come #theStudentHotel, #CAMPLUS e #CXflorence. Con l’arrivo della pandemia è stato ancora più chiaro che qui non c’è altro da fare se non turismo (perfino per chi ci vive) o, se non puoi permettertelo (in quanti possono permettersi di vivere in vacanza?) puoi #lavorare nel turismo.
Se la nostra città è diventata un albergo, è altrettanto vero che noi veniamo trasformati in inservienti.
Ridotti a produttori/consumatori, siamo qui per servire qualcuno, arricchire qualcun altro ed è bene che non ci facciamo troppo vedere in giro, altrimenti rischiamo di sporcare la vetrina del turismo.
Questa amministrazione, rifiutandosi di vedere le cause strutturali dello sventramento di Firenze, incolpa la popolazione del degrado sociale, colpevolizza, controlla; ci puntiamo il dito a vicenda e non vediamo il vero nemico: holding, fondi immobiliari, banche, mafie, speculatori, multinazionali.
Addirittura il Sindaco si lamenta di non avere abbastanza poteri, quando ha sempre spinto nella direzione del turismo, svendendo il patrimonio pubblico e amministrando la città come se fosse la sua proprietà privata. Abbiamo già visto questo teatrino troppe volte per cascarci ancora, ricordiamo bene le cene su Ponte Santa Trinita e le sfilate in Piazza della Signoria, i finti sostegni all’affitto e gli inganni del social housing.
Se vogliamo una Firenze diversa dobbiamo cominciare a pensare a come la vogliamo e alle strade per realizzarla; incontriamoci, confrontiamoci, scontriamoci.
Un’altra Firenze è necessaria, costruiamola.
Cosimo Barbagli
Cosimo Barbagli
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