Referendum, 5 sì per lavoro e cittadinanza

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Le ragioni della Cgil per votare i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza.
Per un lavoro di qualità, stabile, sicuro, non sfruttato e ricattabile per riportare il lavoro e la dignità del diritto alla cittadinanza nel rispetto della carta Costituzionale.
Rompere questo muro di precarietà avrebbe un effetto trascinante anche su altre leggi che limitano la libertà di espressione e di rivendicazione come il decreto sicurezza.
Esercitiamo il diritto di voto e la libertà di scegliere per il nostro futuro.

Referendum, ecco perché 5 sì cambiano l’Italia

L’8 e 9 giugno saremo chiamati a votare per cinque referendum su lavoro e cittadinanza. Ma di cosa si tratta nello specifico? Ecco un piccolo vademecum per capire i quesiti che saranno sottoposti al voto delle cittadine e dei cittadini.

Licenziamenti e reintegro
L’obiettivo è eliminare le disparità di trattamento tra i lavoratori assunti prima e dopo il 7 marzo 2015 in caso di licenziamento illegittimo. Oggi, chi è stato assunto prima di questa data può essere reintegrato, mentre chi è stato assunto dopo ha diritto solo a un indennizzo. L’abrogazione del decreto legislativo n. 23/2015 garantirebbe a tutti lo stesso livello di tutela previsto dalla legge Fornero. Perché è ancora necessario se la Corte Costituzionale ha già modificato il Jobs Act? Nonostante gli interventi della Corte, la legge Fornero continua a garantire maggiori tutele rispetto al Jobs Act. Ad esempio, chi è licenziato per motivi economici senza una giusta selezione oggi riceve solo un indennizzo, mentre con la legge Fornero avrebbe diritto alla reintegra.

Quali sono i principali vantaggi in caso di vittoria del sì?

  • Stesse tutele per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla data di assunzione;
  • Reintegro nei casi di licenziamento disciplinare illegittimo;
  • Maggior tutela nei licenziamenti collettivi;
  • Aumento dell’indennizzo minimo nei casi in cui la reintegra non è prevista.

Licenziamenti e risarcimento
Attualmente, nelle piccole imprese (meno di 16 dipendenti), il risarcimento massimo per un licenziamento illegittimo è limitato a 6 mensilità. Il quesito propone di eliminare questo tetto, permettendo ai giudici di calcolare il risarcimento in base al danno effettivo subito dal lavoratore.

Perché questa modifica è importante?

  • Evita risarcimenti inadeguati per chi ha subito un danno economico e personale grave;
  • Permette una valutazione caso per caso, tenendo conto delle condizioni familiari e della situazione del datore di lavoro;
  • Allinea l’Italia alle normative europee, che prevedono un risarcimento integrale.

Lavoro precario
Il quesito dedicato a contrastare il lavoro precario mira a reintrodurre l’obbligo per i datori di lavoro di indicare una giustificazione (causale) anche per le assunzioni a termine inferiori a 12 mesi.

Perché questa modifica è necessaria?

Evita l’abuso dei contratti a termine senza motivazione;
Protegge i lavoratori dal rischio di precarietà continua;
Rafforza il principio che il contratto di lavoro standard deve essere a tempo indeterminato.

Sicurezza sul lavoro
Attualmente in caso di incidenti sul lavoro dovuti a carenze di sicurezza negli appalti, la responsabilità del committente (es. grande azienda) è limitata solo ai rischi “generici” e non a quelli “specifici” dell’appaltatore. Il quesito mira a rendere sempre responsabile il committente, permettendo ai lavoratori e alle loro famiglie di ottenere un risarcimento diretto.

Perché questa modifica è importante?

  • Evita che i lavoratori e le loro famiglie restino senza risarcimento in caso di gravi incidenti;
  • Impone ai grandi committenti di vigilare sulla sicurezza nei cantieri e negli appalti;
  • Semplifica le cause legali per ottenere il giusto risarcimento.

Cittadinanza
L’obiettivo è modificare le leggi relative all’acquisizione della cittadinanza italiana, rendendo più accessibile la cittadinanza a coloro che, pur vivendo in Italia da lungo tempo, non riescono ad ottenerla per via dei rigidi requisiti attualmente in vigore.

Cosa cambierebbe con una legge nuova?

  • Si riduce il periodo di residenza legale continuativa necessario per richiedere la cittadinanza da 10 a 5 anni;
  • Una volta ottenuta sarebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni;
  • Una conquista decisiva per molti cittadini di origine straniera che non solo nascono nel nostro Paese ma ci abitano, ci lavorano e contribuiscono alla crescita economica e sociale;
  • L’Italia si allineerebbe ai maggiori Paesi europei che in questo modo promuovono diritti, tutele e opportunità per tutte e tutti

Daniela Zero, in Collettiva.it 

 

 

 

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Laura Scalia

Laura Scalia, sindacalista e attivista. È responsabile CGIL del Chianti e responsabile del dipartimento SSL (Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro) della Cgil di Firenze.

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