2010-02-20 07:42:29
><p>[La Repubblica, 20/02/2009]<br />Il premier Berlusconi entra in aula solo a fine seduta, come di consueto quando i capigruppo dell´opposizione hanno terminato i loro interventi. Fabrizio Cicchitto sta concludendo per il Pdl le dichiarazioni di voto. Difesa della legge e soprattutto di Guido Bertolaso, seduto al banco del governo. Alla citazione, standing ovation dall´emisfero destro di Montecitorio. Lui, il sottosegretario nella bufera, testa basta, abito scuro, scrive su foglietti che di tanto in tanto mette in tasca. <br />Il presidente del Consiglio ha il tempo di pigiare il tasto verde del sì al decreto sulla Protezione civile, che viene approvato senza colpi di scena con 282 voti favorevoli e 246 contrari. Gli unici sussulti si consumano in mattina, quando il governo va sotto per tre volte su ordini del giorno del Pd e uno dell´Udc. Il testo va adesso al Senato per il rush finale prima della scadenza del 28 febbraio. Via libera senza la fiducia annunciata in un primo momento dal governo, dunque. Una soluzione particolarmente apprezzata dal Colle. Tanto che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, subito dopo esprime «vivo compiacimento per il positivo confronto tra maggioranza e opposizione, che ha consentito anche un avvicinamento nel merito della legge. Ha soprattutto permesso libere votazioni sugli emendamenti e un´intesa sui tempi per il voto finale senza ricorso da parte del governo al voto di fiducia». Implicito, ma abbastanza chiaro, l´invito a proseguire su questa strada. <br />Alla fine, il decreto legge sulle emergenze passa con la rinuncia del governo alla Protezione civile spa, impallinata sotto i colpi delle opposizioni e le polemiche seguite alle inchieste su appalti e corruzione. Ma saltano anche la norma-sanatoria per i commissari dell´emergenza rifiuti in Campania, fino al 31 dicembre 2011, e i poteri di vigilanza della Protezione civile sulla Croce rossa. Resta tanto altro. Intanto il piano carceri, con le procedure più snelle per gli espropri e la costruzione di nuovi penitenziari, la stabilizzazione di 150 collaboratori della Protezione civile al costo di 8 milioni di euro, la spesa di 355 milioni per il termovalorizzatore di Acerra (un´anomalia la fissazione del prezzo per legge, secondo il Pd che su questo dettaglio non ci vede chiaro). Quindi, sospensione per sei mesi della riscossione dei tributi nelle aree colpite da calamità. Mentre viene escluso il doppio emolumento per il capo del dipartimento, Guido Bertolaso, al contempo sottosegretario. <br />«Anche in quest´aula è echeggiato l´urlo dello sciacallo» dice il pidiellino Cicchitto. E il leghista Cota: «Siamo alle solite, al gossip, all´uso strumentale di intercettazioni che dovrebbero restare segrete». Di Pietro tuona un «basta con grandi eventi e mazzette». Mentre il Pd con Franceschini può rivendicare il successo dell´opposizione per le modifiche ottenute, pur confermando il no per l´equiparazione tra catastrofi e grandi eventi: «Senza regole, le tentazioni e la corruzione sono sempre in agguato». Ultimo a parlare è Giorgio La Malfa, ormai fuori dalla maggioranza, per annunciare il suo no e chiedere una commissione di inchiesta sulla Protezione civile, perché «perfino di fronte ai dubbi di Letta e Bertolaso quest´aula è andata avanti come nulla fosse, anziché fermarsi e verificare costi e procedure eccezionali». <br />di Carmelo Lopapa

Redazione

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