2010-02-25 08:04:36
>(Il Corriere Fiorentino, 25/02/2010)Aragoste Finora si era sempre favoleggiato sulle aragoste nello scantinato della casa di Cesare Previti, da consumare solo e soltanto con champagne di marca Taittinger, ma ora hanno fatto irruzione nel lessico politico intercettato pure i crostacei del Verdini, che non si possono portare via, beninteso, ma vanno consumati «sul luogo». .B affone Al massimo c’è sempre stato un baffino, cioè il conte Max D’Alema, o prima di lui Stalin e il motto «addavvenì baffone». E tutt’al più da queste parti si poteva parlare di quell’altro tizio coi mustacchi, la metà del cielo del Chinassi, insomma il Chini sindaco di Campi Bisenzio, che ha un bel paio di baffi come si deve. Epperò la coppia Gagliardi&Piscicelli— sembrano due autori di Sanremo ma vi possiamo assicurare che non lo sono — porta sul palcoscenico quel Vincenzo Di Nardo che si è dimesso per non nuocere all’immagine dell’azienda. C’è baffone e baffone, e lui secondo Gagliardi&Piscicelli è, intercettazioni alla mano, un baffone tutt’altro che storico. .B irbantelli Il Cav. è uno che se può — ma non nei confronti della magistratura — ama usare i vezzeggiativi. I giornalisti sono «birichini» quando gli fanno domande un po’ scomode, e a giro nei partiti e nelle società di costruzioni ci sono i «birbantelli», che però sono mele marce, sono poche, insomma la percentuale è così bassa che in fondo hanno statisticamente l’incidenza di una centrale di Chernobyl esplosa. Va a sostituire il termine «mariuolo isolato » usato per Mario Chiesa, appartenente alla Prima Repubblica e quindi ormai desueto. .C ricca Allora, per la cronaca, «cricca» si riferisce alla «cricca di Veltroni». La genealogia della cricca è nelle intercettazioni. Casamonti: «Io ti devo dire la verità… guarda… io sono di sinistra… lo sono sempre stato… però spero che questa volta pigliano una rintronata… perché non è possibile ». Di Nardo: «Io sono di tre generazioni di gente socialista… ho sempre votato a sinistra ma io stavolta non li voto… a me non m’importa una sega… preferisco incazzarmi con il governo Berlusconi che essere inc(…) dal governo Prodi… capito?». Casamonti: «(ride)». Di Nardo: «Io voglio l’onestà, non pensare che la cricca di Veltroni… ti immagini il nuovo Partito democratico… che fanno queste cose così… l’occupazione dei romani… dai! …ma dove siamo». Poi — estensionalmente— la parola è stata utilizzata per chiunque. Sicché per dirla con l’indimenticato Falciani, «sono tutti di banda». .E licotteri A parte che non si è capito bene se l’elicottero di Fusi ha mai volato una volta (o è brutto tempo o quando è pronto per partire il volo viene annullato all’ultimo momento), certo è che è sempre a disposizione, dove quando come. Un passaggio glielo chiedono un po’ tutti, glielo chiede Verdini per andare a mangiare qualche prelibato crostaceo (cfr. aragoste), glielo chiede un paio di volte Andrea Bacci, imprenditore renziano già presidente di Florence Multimedia (la prima quando Renzi deve andare in tivvù per partecipare alle Invasioni Barbariche di Daria Bignardi e non ci sono treni disponibili, anche se il Cyberscout nega di aver mai utilizzato quell’elicottero). .E mergenza È lo stato perfetto per l’Italia, c’è sempre un disastro naturale o artificiale, c’è sempre un’alluvione, un terremoto per cui si muovono volontari e protezioni civili, si spostano denari e si avviano appunto le procedure d’urgenza. E se anche non c’è una calamità, ci sono pur sempre le date da rispettare. Per quanto lontane e prevedibili, le si affrontano con ansia preventiva, in modo che anch’esse vengano fagocitate dallo stato emergenziale. .H otel Con il «Last minute Fusi» non si paga mai, anzi se potesse sarebbe Fusi stesso a pagarvi per il disturbo. Lui è sempre disponibile, chiamatelo a qualsiasi ora, vi risponderà con cortesia e puntualità. C’è una festa a Forte dei Marmi e avete fatto tardi a bisbocciare? Ecco qua una bella stanza. Un esame universitario a Milano? Un viaggio per Ibiza? Siete in otto? Avete le macchine da tenere gratis? Tranquilli, c’è il «Last minute Fusi», altro che Pagine Gialle. Poi certo capita pure che il Fusi si scocci un po’ a stare in reception e che poi sbotti. Fusi: «Io veramente… Questi mi rompono il cazzo! Tutti a telefonarmi vogliono le camere prenotate, ma io mi son rotto i coglioni… Ma chiama il Verdini e che gli dico di no?». Uomo non identificato risponde: «È il coordinatore ». .F aldone Sono ventuno, e forse ce n’è qualcuno in più, disperso chissà dove, per un totale di oltre ventimila pagine. Un tesoretto per il cronista della giudiziaria da cui estrarre di volta in volta preziose intercettazioni. I giornalisti più tecnologici li passano in rassegna con lo strumento «cerca», quelli all’antica o meno avvezzi alla semplicità se li stanno leggendo da settimane. Sono il romanzo popolare dell’Italia intercettata. .F igli Non hanno nomi composti tipo Piersilvio, non ricordano vittorie o marche di scarpe tipo Naike, non sono marche di profumi come Chanel, piuttosto sono risorgimentali (Camillo), cattolico-biblici (Tommaso) o ricordano qualche imperatore (Filippo). Certe volte sembrano essere persino inconsapevoli di ciò che li circonda mentre i loro padri si affannano per regalare loro se non un mondo (o un futuro) un albergo migliore. Ce ne sono anche di «ebeti», intercettazionalmente parlando, e fanno incazzare perché a trent’anni non sono manco uscieri quando invece altri ben più rampanti guidano imperi palazzinari, per un contratto al ministero rivelerebbero pure notizie di indagini riservate, insomma fanno un gran casino, ma sono pur sempre figli e anche se siamo nella società liquida — quella dell’amore liquido — dai figli, eh no, non si divorzia. .G elatinoso Dà l’idea di caldo, di mellifluo, di sistema di potere che ti avvolge per poi strozzarti, e fallacianamente è quello più pericoloso perché ti circonda di «bello mio», «tesoro mio», «amore mio», come dice l’avvocato Edgardo Azzopardi nelle intercettazioni a Camillo Toro per avere qualche informazione di straforo, è gelatinoso perché ti soffoca, come una colata di cemento o una sabbia mobile che ti risucchia. Dolce come una mela candita, ma avvelenata. .S oggetto attuatore Trattasi di «soggetto deputato in via principale alla realizzazione di un progetto», come quel Mauro Della Giovampaola, «soggetto attuatore» per i Nuovi Uffizi. Il gergo palazzinaro-giurisprudenziale lo consegna ai fasti della cronaca al pari dell’«utilizzatore finale» di Ghedini. .Z io Da qualche parte in ogni storia c’è sempre uno zio che si rispetti. C’è Zu Tano, c’è lo Zio Sam, qualche mafioso chiamava zio persino Andreotti, e poi c’è lui, il Venerabile Licio, lo zio Gelli. Sicché anche stavolta, si è pensato, si è presupposto, si è ipotizzato, e diciamocela tutta, qualcuno ci ha pure sperato: ci deve essere pure qui uno zio. L’altro giorno ne è spuntato uno e tutti a pensare a Gianni Letta, che poi è come dire Berlusconi. Poi però con sommo rammarico si è scoperto che lo zio che doveva vedere Angelo Balducci altro non è che un medico di Tor Vergata.

Redazione

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