La Asl è pronta a cedere lo Iot per finire il nuovo Torregalli

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2010-03-03 10:13:37

>[La Repubblica Firenze, 03/03/2010] <br />L’azienda sanitaria vuole vendere l’Iot. L’ex istituto ortopedico sul viale dei Colli è entrato nella partita delle alienazioni che la Asl sta discutendo con il Comune e la Regione. L’intenzione è quella di ricavare dall’ospedale tra gli 80 e i 90 milioni, che servirebbero a finanziare la costruzione del nuovo Torregalli. L’idea è ambiziosa e destinata a cambiare radicalmente l’aspetto dei servizi sanitari fiorentini ma è molto difficile da portare in fondo. In Regione ci vanno piuttosto cauti: intanto perché all’Iot sono in corso lavori di ristrutturazione, che peraltro avanzano piuttosto a rilento, finanziati con fondi statali vincolati. Sarebbe molto difficile interrompere il cantiere. Prima di tutto andrebbe sentito il parere del governo. Inoltre la vecchia villa in cima all’ospedale è vincolata, cosa che non renderebbe redditizia l’alienazione. Alla Asl sono invece molto più decisi e cercano di andare avanti spediti. L’idea è quella di chiedere al Comune un cambio di destinazione, per trasformare gli immobili, ora indicati sulle carte urbanistiche per «attività sanitaria», in spazi abitativi. Vista la posizione il valore della struttura aumenterebbe notevolmente. Palazzo Vecchio, con cui la trattativa è già partita, non dice no ma ritiene che per quell’enorme struttura (circa 15 mila mq) non sia opportuno pensare solo a residenze. Anche negozi o, perché no, strutture ad uso pubblico, si ragiona in Comune. Il tutto andrà discusso dal consiglio comunale entro la prossima estate, quando dovrà essere votato, pena il blocco urbanistico, il piano strutturale, cioè il documento sul futuro urbanistico della città. Le difficoltà nel percorso comunque non sono poche: alla Asl però hanno già pensato a come fare senza l’Iot. Nella struttura al momento è concentrata la day surgery. L’idea è quella di farla rientrare negli altri ospedali, magari con un ruolo più forte di Torregalli. Questo permetterebbe tra l’altro di avere quell’attività chirurgica in strutture con rianimazioni e servizi vari, tutti aperti 24 ore al giorni. Per quanto riguarda gli ambulatori presenti all’Iot, spostarli non dovrebbe essere troppo complicato. Quella che coinvolge l’ospedale “Palagi” è un’operazione più complessa, avviata insieme al Comune. Tra gli immobili che la Asl vorrebbe alienare, come è noto, ci sono anche quelli di San Salvi, struttura inserita nel tavolo di lavoro con Palazzo Vecchio e Regione, il piccolo ospedale di Camerata e il distretto in lungarno Santa Rosa. Tutte strutture che potrebbero finire in un fondo immobiliare come quello a cui pensa Palazzo Vecchio: vendere alle banche che poi vendono ai privati. Solo per Santa Rosa i giochi sembrano fatti: la struttura dovrebbe essere ceduta alla Regione che realizzerà uno spazio per l’housing sociale, cioè per abitazioni a prezzi controllati per le fasce sociali più deboli. Il Comune nel sottosuolo farà un parcheggio destinato ai residenti delle stesse case. Molto più complessa la partita di San Salvi, altra area per cui andrà fatto un cambio di destinazione. Viste le cessioni, la Asl è già in cerca da tempo di una struttura bella grande, dove trasferire uffici e non solo. Sono stati visitati vari immobili in città ma nessuno andrebbe bene ai vertici dell’azienda. Così probabilmente verrà fatto un bando di gara. Resta il fatto che la disponibilità del Comune a ragionare su cessione di edifici pubblici ha spinto l’azienda sanitaria ad azzardare soluzioni che fino a poco tempo fa non sembravano all’orizzonte. Con le alienazioni si cerca anche di accelerare lavori, come quello di costruzione del nuovo ospedale a Torregalli, e di razionalizzare l’attività, sia sanitaria che amministrativa, dell’azienda. <br />Michele Bocci<br />
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<p style="margin-bottom: 0cm;">La Repubblica Firenze, 03/03/2010]</p>
<pre>L’azienda sanitaria vuole vendere l’Iot. L’ex istituto ortopedico sul viale dei Colli è entrato nella partita delle alienazioni che la Asl sta discutendo con il Comune e la Regione. L’intenzione è quella di ricavare dall’ospedale tra gli 80 e i 90 milioni, che servirebbero a finanziare la costruzione del nuovo Torregalli. L’idea è ambiziosa e destinata a cambiare radicalmente l’aspetto dei servizi sanitari fiorentini ma è molto difficile da portare in fondo. In Regione ci vanno piuttosto cauti: intanto perché all’Iot sono in corso lavori di ristrutturazione, che peraltro avanzano piuttosto a rilento, finanziati con fondi statali vincolati. Sarebbe molto difficile interrompere il cantiere. Prima di tutto andrebbe sentito il parere del governo. Inoltre la vecchia villa in cima all’ospedale è vincolata, cosa che non renderebbe redditizia l’alienazione. Alla Asl sono invece molto più decisi e cercano di andare avanti spediti. L’idea è quella di chiedere al Comune un cambio di destinazione, per trasformare gli immobili, ora indicati sulle carte urbanistiche per «attività sanitaria», in spazi abitativi. Vista la posizione il valore della struttura aumenterebbe notevolmente. Palazzo Vecchio, con cui la trattativa è già partita, non dice no ma ritiene che per quell’enorme struttura (circa 15 mila mq) non sia opportuno pensare solo a residenze. Anche negozi o, perché no, strutture ad uso pubblico, si ragiona in Comune. Il tutto andrà discusso dal consiglio comunale entro la prossima estate, quando dovrà essere votato, pena il blocco urbanistico, il piano strutturale, cioè il documento sul futuro urbanistico della città. Le difficoltà nel percorso comunque non sono poche: alla Asl però hanno già pensato a come fare senza l’Iot. Nella struttura al momento è concentrata la day surgery. L’idea è quella di farla rientrare negli altri ospedali, magari con un ruolo più forte di Torregalli. Questo permetterebbe tra l’altro di avere quell’attività chirurgica in strutture con rianimazioni e servizi vari, tutti aperti 24 ore al giorni. Per quanto riguarda gli ambulatori presenti all’Iot, spostarli non dovrebbe essere troppo complicato. Quella che coinvolge l’ospedale “Palagi” è un’operazione più complessa, avviata insieme al Comune. Tra gli immobili che la Asl vorrebbe alienare, come è noto, ci sono anche quelli di San Salvi, struttura inserita nel tavolo di lavoro con Palazzo Vecchio e Regione, il piccolo ospedale di Camerata e il distretto in lungarno Santa Rosa. Tutte strutture che potrebbero finire in un fondo immobiliare come quello a cui pensa Palazzo Vecchio: vendere alle banche che poi vendono ai privati. Solo per Santa Rosa i giochi sembrano fatti: la struttura dovrebbe essere ceduta alla Regione che realizzerà uno spazio per l’housing sociale, cioè per abitazioni a prezzi controllati per le fasce sociali più deboli. Il Comune nel sottosuolo farà un parcheggio destinato ai residenti delle stesse case. Molto più complessa la partita di San Salvi, altra area per cui andrà fatto un cambio di destinazione. Viste le cessioni, la Asl è già in cerca da tempo di una struttura bella grande, dove trasferire uffici e non solo. Sono stati visitati vari immobili in città ma nessuno andrebbe bene ai vertici dell’azienda. Così probabilmente verrà fatto un bando di gara. Resta il fatto che la disponibilità del Comune a ragionare su cessione di edifici pubblici ha spinto l’azienda sanitaria ad azzardare soluzioni che fino a poco tempo fa non sembravano all’orizzonte. Con le alienazioni si cerca anche di accelerare lavori, come quello di costruzione del nuovo ospedale a Torregalli, e di razionalizzare l’attività, sia sanitaria che amministrativa, dell’azienda.
Michele Bocci

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