2010-03-06 08:20:03
>[La Nazione Firenze, 06/03/2010] <br />Capitolo secondo: prove di armistizio. Con un sorpasso a sinistra che spiazza, il sindaco risponde agli attacchi di Mauro Fuso, riconfermato ieri dal congresso segretario provinciale Cgil. Base e vertici del sindacato applaudono senza retorica Matteo Renzi. Per la precisione, gli applausi arrivano a questo punto: «L’importante è litigare meglio, non è litigare meno», dice il sindaco a proposito della sinistra e del nuovo modello che, secondo lui, deve nascere proprio dal laboratorio toscano e fiorentino con il tandem Renzi-Rossi. Litigare meglio e poi «lavorare insieme, mettendo da parte i pregiudizi». Così il sindaco invita al dialogo la Cgil, rispondendo di fatto all’accusa di «mancata concertazione» con le categorie sociali ed economiche di cui Renzi a più riprese viene additato. <br />«Siamo poco sopra lo zero», aveva infatti detto Fuso nel primo capitolo del duello con Renzi. Concertazione, un termine che non è mai piaciuto al sindaco: «Chiamiamola incontro, scambio, dialogo, chiamiamola pure Guendalina… l’importante è che ciascuno faccia la propria parte, senza amarcord, riconoscendo che i tempi sono cambiati». Renzi taglia corto e incassa. Chi aveva scommesso che non si sarebbe presentato al congresso Cgil, ha perso. Renzi arriva sul filo della pausa ristoro (catering di alto livello), all’auditorium della Cassa di Risparmio, portando via microfono e podio a un sindacalista, che la prende così e così: «Lascio la parola all’ospite…». Lui, in giacca e cravatta, snocciola il programma, rispondendo tono su tono alle accuse di Fuso. «Città bloccata, come non avveniva da anni», aveva contestato il leader Cgil. Renzi è pronto: «Le cose vanno fatte e vanno fatte bene, non necessariamente presto. La città ferma? Fatico a crederlo. Ma un punto mi sta a cuore…». Qui Renzi dà una stoccata a Fuso, quasi sottovoce: «Poi al gli mando una mail con tutto quel che abbiamo fatto». <br />Al congresso riparte il tormentone pedonalizzazione del Duomo, che i renzi-detrattori (e in questo caso Fuso-Cgil) usano come scudo dell’«unica cosa fatta» dalla nuova giunta. Questo punto sta a cuore al sindaco: «Ho trasformato la piazza in quel che dev’essere, un luogo d’incontro e non uno spartitraffico. Arriveranno presto le panchine e l’illuminazione». <br />A passo Duomo prima di tornare a bomba sulla politica urbanistica a «volumi zero». «Se badiamo a mettere un pieno dove c’è un vuoto, perderemo il senso di città», dice il sindaco. Che elenca i lavori fermi a causa delle inchieste. Poi sui cantieri delle linee 2 e 3 della tramvia, accusa le aziende del project «che non hanno ancora presentato qualcosa che abbia gli standard per essere considerato un progetto esecutivo. E il progetto esecutivo deve tener conto dei cambiamenti del tracciato: dovrà passare dal polo di Sesto», dice. Su Panificio, Manifattura, «se le aziende portano i progetti rispettando le regole urbanistiche che abbiamo dettato, si parte subito. Certo che le regole non me le faccio dettare dai privati. Vale per i furbetti del parcheggino, vale per tutti». <br />Parole di Renzi anche per la Btp, «patrimonio da difendere». Poi la questione stazione Foster: «Per me è un errore, e i gravi ritardi sono imputabili unicamente a Ferrovie». Taglia sulla polemica con il presidente della Provincia Andrea Barducci: «Con lui dobbiamo risolvere il problema dell’Ato e dell’Iti», dice il sindaco chiudendola lì. Dopo il fiume di parole, il rieletto Fuso si dice moderatamente ottimista: «Il fatto che Renzi sia venuto è importante per la Cgil e per me: è un chiaro segnale di rispetto reciproco». «Quando le nostre idee non collimano lo diciamo, come nel caso del trasporto pubblico, per il resto è giusto andare avanti con la dialettica». <br />di Ilaria Ulivelli<br /><br />

Redazione

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