2010-04-24 08:17:09
>[Il Firenze, 24/04/2010]<br />Giuseppe Palumbo, 34 anni, uno dei quattro fermati per il raid punitivo in una sala giochi di Giugliano e in una sala bo- wling a Pozzuoli il 14 marzo scorso, si è suicidato ieri nel carcere di Sollicciano impiccandosi con un lenzuolo. Palumbo era stato arrestato tre giorni fa proprio a Firenze. Ieri mattina c’è stata l’udienza che ha convalidato l’arresto. Secondo indagini della Dia, Palumbo era mandante ed esecutore dei raid punitivi nati, sembra, da dissidi personali ed economici con la moglie ed uno zio di questa. Sei le persone identificate come responsabili delle spedizioni (uno è minorenne) e quattro, tra cui Palumbo, i fermati tra Marano (Napoli) e Firenze. Due degli indagati sono riusciti a sfuggire alla cattura. Tutti sono ritenuti affiliati al clan camorristico dei Nuvoletta. «E’ il 21esimo caso dall’inizio dell’anno – sottolinea Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe -. Anche Sollicciano, come le altre 200 prigioni italiane, è un carcere sovraffollato all’inverosimile, con oltre 960 detenuti presenti al 31 marzo scorso rispetto ai circa 500 posti letto regolamentari, in cui mancano in organico oltre 220 agenti di polizia penitenziaria ed in cui le unità attualmente in servizio fanno davvero grandi sacrifici quotidiani per garantire sicurezza e umanità in carcere. E’ tempo di intervenire con urgenza per deflazione il sistema, che altrimenti rischia ogni giorno di più di implodere. Il personale di Polizia Penitenziaria è stato ed è spesso lasciato da solo a gestire moltissime situazioni di disagio sociale, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Non si può e non si deve chiedere al Personale del Corpo di “accollarsi” la responsabilità di tracciare profili psicologici che possano eventualmente permettere di intuire l’eventuale rischio di autolesionismo da parte dei detenuti. Torniamo a sollecitare L’urgente attuazione delle previsioni contenute nel Piano carceri del Governo, potenziando maggiormente il ricorso all’area penale esterna e limitando la restrizione in carcere solo nei casi indispensabili e necessari»

Redazione
