2010-04-24 08:24:43
>[La Nazione Firenze, 24/04/2010]<br /> Inconfondibile la voce di don Renzo Rossi, compresa la pronuncia alla fiorentina di Lourdes. Dalla segreteria telefonica don Renzo avverte che è lì, in Francia, da martedì scorso al 18 maggio, in pellegrinaggio. “Pregherò per voi” e intanto porta con sé, sicuramente, anche se non lo dice, questi mesi vissuti alle Piagge, i volti e le situazioni di quelli che ha incontrato, in attesa che la situazione si chiarisse. Don Alessandro Santoro tornerà da domenica nella comunità dove don Renzo, come ha sottolineato l’arcivescovo, «ha svolto il ruolo di cappellano alle Piagge con esemplare generosità, attenzione umana e spirito ecclesiale». Don Santoro celebrerà di nuovo la liturgia delle 11 e solo allora farà conoscere i suoi pensieri. Un ritorno «per il periodo adeguato – come lui stesso ha scritto al consiglio presbiterale del febbraio scorso – a ‘finire il lavoro’, cioè accompagnare la comunità a crescere nel cammino di fede e ‘a maturare in autonomia e ecclesialità». Un giorno particolare, peraltro, il 25 aprile, giorno in cui la Comunità ha organizzato la Zap – Zona altamente partigiana, al centro sociale ‘Il Pozzo’ di via Lombardia, per festeggiare il sessantacinquesimo anniversario della Liberazione, che «da quest’anno avrà, se possibile – avverte il periodico ‘L’Altra città’ – ancora maggior senso, almeno per noi». Lo stesso giornale riporta una parte del comunicato della Curia in cui si riferisce che la decisione del ritorno di don Alessandro è avvenuta dopo che nei giorni scorsi ha scritto una lettera all’arcivescovo nella quale «si rende conto di aver provocato disagio e turbamento in buona parte della comunità ecclesiale e presbiterale» nonché afferma di volere «continuare ad essere prete in comunione con tutta la realtà ecclesiale» e infine di «aver provocato anche se senza volere, un’incrinatura in questa comunione». <br />Ma ora si può guardare avanti. C’è contentezza e attesa nella Comunità delle Piagge. «Sono sei mesi che aspettiamo questo momento», spiega Tiziana. Don Alessandro li ha avvisati, alle 19 di giovedì sera. L’arcivescovo Giuseppe Betori «ha detto a don Alessandro di chiamarci, prima che la notizia fosse divulgata». Modalità apprezzata, con gratitudine. «C’è un’atmosfera festosa, certo – continua Tiziana – Intanto, in questi sei mesi, abbiamo continuato a lavorare, portando avanti tutte le attività». Qualcuno, nella Comunità, nota che «si tratta di un momento importante per la Chiesa dove, in mezzo a situazioni che la mettono in cattiva luce, riemergono realtà che erano considerate contrapporsi e che sono ora considerate nel loro valore all’interno della dimensione ecclesiale e civile: l’obbedienza che vince è quella all’amore e al Vangelo, insieme all’attenzione alle persone». Ci sarà modo anche di riparlare di Sandra Alvino e «di tutte le altre Sandre come lei». Altri commenti? «Preferiamo aspettare che Alessandro torni». Domani, domenica. <br />di Michele Brancale

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