2010-04-28 08:57:24
>[Corriere Fiorentino,28/04/2010] <br />Chi abita là accanto giura che quel muro di cemento, fino a due settimane fa, non c’era. In pochissimi giorni, e dopo quasi dieci anni dal progetto del Comune, sta prendendo forma in viale Michelangelo la nuova sede della società Assi Giglio Rosso, con gli spogliatoi dei campi sportivi che gestisce. Certo è che nessuno si aspettava un gigante di due piani fra gli ulivi della collina, a due passi dal piazzale Michelangelo. E i residenti del «curvone» di via Tacca sono già sul piede di guerra. L’ok dell’amministrazione comunale è talmente tanto datato che negli uffici pochi ricordano esattamente cosa preveda. Era il 2000 quando l’allora assessore allo sport, Eugenio Giani, aveva previsto uno stanziamento ingente per il complesso sportivo degli Assi, di proprietà del Comune. Quattro milioni di euro, che dovevano essere destinati a finanziare tre lotti di lavori. Il primo, inaugurato nel 2006, prevedeva la ristrutturazione della casa del custode, dove oggi ha sede una pizzeria, la cosiddetta Club House, luogo di aggregazione per chi fa lo sport in quel centro sportivo. Il secondo lotto ha riguardato la realizzazione della tribuna e alcuni lavori sul verde della zona. Infine il terzo lotto: prevede la costruzione della sede della società di gestione, con una palestra e gli spogliatoi del campo di atletica (per un costo complessivo di 1 milione e 200 mila euro). I lavori della sede degli Assi sono iniziati in silenzio, dietro delle palizzate che rendevano impossibile vedere cosa succedesse all’interno. Non appena è stato realizzato il piano terra, i muri di cemento hanno cominciato a emergersi, sempre più imponenti. È praticamente impossibile non notarli passando dal viale dei Colli: dove c’era soltanto verde, ora è spuntato il grigiore del cemento. «L’intervento—spiega Giani —è stato dibattuto e approvato, anche dalla soprintendenza. La realizzazione di questa nuova struttura è compensata dal futuro abbattimento degli attuali spogliatoi». Ma perché si decise di costruire proprio accanto alla strada, in uno dei luoghi più salvaguardati di Firenze? «Ricordo che dove hanno sede gli spogliatoi furono evidenziati dei problemi di stabilità della collina e per questo era impensabile una ristrutturazione, così si decise di spostarli su quel lato, per poi abbattere i vecchi spogliatoi, con il mantenimento delle volumetrie». Il nuovo blocco di cemento sembra in realtà molto più ampio delle vecchie casette colorate di verde. Se ne sono accorti anche gli abitanti di via Tacca, che anni fa combatterono contro la realizzazione del Club House, che portava decine di auto nella strada privata (ad uso pubblico). «È una cosa esteticamente assurda, uno scempio—afferma Gabriella De Angelis, responsabile di via Pietro Tacca — non capisco chi abbia potuto autorizzare questi lavori, quando io non ho neppure potuto mettere un tetto al cancello perché deturpavo il paesaggio, è paradossale. Dobbiamo fermarla in ogni modo». La signora Paoletti racconta: «Il muro sta crescendo sotto i nostri occhi giorno dopo giorno. Non credo si possa parlare proprio di una ristrutturazione. Mi sembra che si stia veramente esagerando, vorrei capire se ci sono i permessi per poter fare un simile intervento». Oltre a fattori di estetica, i cittadini sono preoccupati per l’afflusso di macchine che il centro potrebbe attirare: «Questa non è una strada del Comune, ma è una via privata — spiega un residente—dove noi paghiamo tutte le spese». Ma non sempre è rispettata: «Sono decine le macchine che vengono a parcheggiare, ma i vigili non intervengono in virtù del fatto che è privata—dice De Angelis — peccato che il Comune, pur non avendo diritti sulla via, fa pagare pure il suolo pubblico, come è successo a luglio per gli operatori di un trasloco». È vigile sulla situazione il consigliere del Quartiere 3 Filippo Marchi (Pdl): «La strada è invasa tutti i giorni dalle macchine degli Assi, non vorrei che la situazione andasse a peggiorare con il nuovo intervento».<br />Federica Sanna

Redazione

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