2010-05-17 20:58:14
>[perUnaltracittà 17/05/2010] <strong>Con queste modifiche si diminuisce ancora quanto restava del controllo e dell’indirizzo pubblico </strong><br /> <br />Le riserve sulla scelta della Fondazione Strozzi le abbiamo espresse alla sua nascita, perché l’abbiamo vista come il segnale concreto di una cultura legata solo ai grandi eventi e perché ci colpiva il ruolo mortificato del pubblico rispetto ai soggetti privati. Oggi il Consiglio discute le modifiche allo Statuto della Fondazione, accentuando ulteriormente proprio questi due aspetti. Si è sancita infatti un’ulteriore riduzione del potere di indirizzo e controllo dell’ente pubblico sulle politiche culturali della Fondazione; e questo dopo che il pubblico ha dovuto risanare i bilanci degli ultimi 3 anni, preceduti, lo ricordiamo, dai bilanci fallimentari di quando, prima della trasformazione in Fondazione, lo stesso soggetto era Firenze Mostre spa. Dopo aver pagato con fondi pubblici il "decollo" di un soggetto che in realtà non è mai del tutto decollato, ora lo regaliamo ai soci privati? Sul piano economico, che garanzie ci danno e quali gli investimenti previsti? Sul piano culturale, quali credenziali che si faccia l’interesse della collettività?<br /> <br />Non condividiamo il percorso fin qui seguito per la Fondazione Strozzi, divenuta sempre più una fabbrica di “grandi eventi”, un “mostrificio” incapace di partorire un progetto culturale di ampio respiro, con risultati peraltro deludenti anche sotto il profilo meramente economico, come dimostrano i dati di costi e ricavi. La Fondazione infatti è in perdita a spese del pubblico, ma è una vetrina internazionale per sponsor privati.<br /> <br />Lo statuto della Fondazione è nato ambiguo fin dall’inizio, disegnando un’entità allo stesso tempo vaga e potente. Oggi questa entità diventa ancor più autonoma dalla politica culturale pubblica, peraltro evanescente, e potrà decidere con grande libertà le proprie strategie. Continuerà dunque indisturbata a presentarsi come polo di attrazione per un turismo di massa "mordi e fuggi", del tutto avulso da una visione d’insieme della cultura fiorentina. E non sarà tenuta a nessun reale investimento sotto il profilo occupazionale, proseguendo come oggi sulla linea delle esternalizzazioni e della precarizzazione dei lavoratori. Motivvazioni mmolteplici per un voto contrario.

Redazione

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