Projet, spuntano nuove intercettazioni

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2010-06-03 11:19:00

>[La Repubblica Firenze, 03/06/2010]  «Però questa storia sui parcheggi che hanno  tutti un piano in me no… ma chi glielo fa fare di fare sempre  un piano di meno? Se avessero fatto un`indagine prima si evitava  anche un po` di polemiche. Come disse l`ortolano quando mi fermai  anch`io a vedere il parcheggio alla Fortezza: "O che lo scoprono  ora che c`è l`acqua, o che non hanno fatto le prove prima?"  . Era uno di quelli con la cassetta, capito? Cioè, voglio dire,  non era un ingegnere, ecco». È il 15 febbraio 2008. L`architetto  Maurizio Talocchini, all`epoca dirigente dell`edilizia privata  in Palazzo Vecchio, commenta con una collega un articolo de  L`Espresso sull`urbanistica fiorentina, sulla Baldassini Tognozzi  Pontello (Btp) che fa la parte da leone negli appalti e sul  tormento project financing studiato per  dare a Firenze, a  costo zero, il sottopasso di viale Strozzi e nuovi parcheggi  (e rivelatosi invece un campo minato per il Comune e un disastro  per la società di gestione dei parcheggi).  L`inchiesta —  che vede coinvolte tredici persone, fra cui l`ex direttore  dell`urbanistica Gaetano Di Benedetto e l`ex amministratore  delegato di Btp nonché presidente della società del project  Firenze Mobilità Vincenzo Di Nardo, per reati che vanno dalla  associazione a delinquere alla corruzione alla truffa — dovrebbe  approdare all`udienza preliminare il 5 luglio. I pm Giulio  Monferini e Gianni Tei ipotizza-  E il direttore all`urbanistica  disse sull`inchiesta:  "Qui è arrivata una tranvata—11  no  che la parte pubblica sia stata ingannata anche «con tabelle  di costi alterate». Se fosse già in vigore la legge bavaglio,  i giornali  scriverne niente. Prima ancora, i  magistrati  non avrebbero potuto intercettare i telefoni per il tempo da loro ritenuto necessario, e non avrebbero potuto piazzare microspie nell`ufficio  di Di Benedetto.  Non si sarebbe sentito il direttore dell`urbanistica  allarmato dall`inchiesta. «Qui è arrivata una tranvata», dice  il 6 febbraio 2008. Il giorno successivo si preoccupa che le  indagini «sputtanino» tutto il lavoro fatto e aggiunge: «II  più bell`azzardo sarebbe che noi ci pentissimo». Non lo avremmo  ascoltato mentre il 15febbraio2008 dice: «Bisogna fare una  finzione di progetto». Ne avremmo saputo di un verbale di ricognizione  sottoscritto prima della ricognizione. Ne di 80 mila euro l`anno  che il Comune getterebbe al vento a Peretola. Ma neppure si  sarebbe ascoltato lo stesso Di Benedetto difendere il project: «Non si è mai visto a Firenze in tre anni far quattro opere  di questa portata». E prendersela con la giustizia che, a suo  dire, viene usata «per fermare i grandi processi (di cambiamento  ndr) della società».  (f.s.)

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