Zero nuove case (o quasi)

  • Tempo di lettura:4minuti

2010-06-06 21:13:57

>

<p style="margin-bottom: 0cm;">[Corriere fiorentino, 06/06/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">La curiosità non è più tanto per il dossier sugli ecomostri in cantiere in Toscana. Sono le 9.30, fuori dal teatro dell’Affratellamento di via Orsini c’è già gente. Il professor Alberto Asor Rosa entra ed esce dalla sala. Tutti a chiedere la stessa cosa. Ma dalla Regione, stavolta verrà qualcuno? Ci sarà davvero il nuovo assessore all’urbanistica Anna Marson? Asor Rosa, il presidente della Rete dei comitati per la difesa del territorio tira fuori dalla tasca una busta bianca: «L’assessore ha mandato una lettera, la leggerò dopo». La conferenza regionale deve ancora iniziare, ma già si capisce che l’aria è cambiata con la nomina dell’assessore dell’Idv. «Prima, con la vecchia giunta di Claudio Martini e con l’assessore Riccardo Conti altro che lettera, al massimo ci avrebbero mandato dei cubetti di ghiaccio, o tanti bavagli», dice la ragazza addetta a raccogliere le iscrizioni di sostegno alla Rete a cui si aggiunge Claudio Greppi, membro della giunta del coordinamento dei comitati. «Il clima politico oggi è più caldo rispetto alla freddezza che ci accolse qualche anno fa».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Il clima politico è cambiato. Ma se si guarda a fondo sembra non più di tanto. È ancora presto per giudicare, i comitati aspettano i fatti. Intanto però l’unico «politicante» presente è il senatore dipietrista Pancho Pardi. Nessuno del Pd. Per ora la Rete si affida e si fida delle parole del presidente della Regione Enrico Rossi, ieri a a Piombino al convegno sulla Green economy: «Nei prossimi cinque anni dovremo sostituire le politiche di consumo del territorio con politiche di riqualificazione. Dobbiamo stringere un patto con i Comuni per rendere convenienti gli investimenti in questo settore. Non dico di azzerare qualsiasi espansione edilizia, ma prima facciamo un elenco dei beni da recuperare, che sono tanti. Poi costruiamo altrove». Ma a Firenze il marchio sull’annunciato nuovo corso dell’urbanistica toscana ieri lo ha messo la Marson. E il sigillo è di Pardi. Il festival di Piombino dove venerdì è intervenuto pure Conti (e ieri il presidente Rossi) attira di più i democrat: «Qui gli esponenti del Pd non vengono, perché non ci sono fiaccherai né politicanti— sottolinea Sergio Morozzi, della giunta della Rete— ma urbanisti e cittadini. Lo sa Conti che ci sventolava sotto il naso la cartografia della Toscana per dimostrare che nella nostra regione non si è costruito come altrove: peccato che era del ’93».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">La lettera della Marson parte proprio dalle cartine geografiche della Toscana che vanno aggiornate per capire quanto è stato costruito. I segnali di discontinuità ci sono tutti, a partire da una promessa: «Una volta impostate le proposte programmatiche sul governo del territorio auguro di potermi confrontare di persona con gli attori della società civile, di cui la Rete dei comitati è parte significativa, il cui contributo critico ritengo essenziale per monitorare gli esiti e sollecitare politiche pubbliche adeguate da parte delle istituzioni, Regione innazitutto». Parole della Marson, voce di Asor Rosa e applauso dell’oltre centinaio di persone che hanno affollato fino a sera il teatro di via Orsini. «Registriamo questa lettera— dice il presidente della Rete— non la valutiamo. È una lettera significativa e la registriamo nei lavori della conferenza come un qualche cosa che finora ci era mancato». Ai giornalisti Asor Rosa precisa: «Abbiamo alle spalle dieci anni di governo regionale dell’urbanistica e del territorio assai disattento per non usare parole più forti. La nuova giunta e il presidente Rossi ha dichiarato (come ieri da Piombino, ndr) di voler tornare su queste problematiche in senso migliorativo. Noi faremo di tutto perché queste buone intenzioni si traducano in realtà, attenti a impedire che si tratti semplicemente di un gioco di parole». La modifica di quanto legiferato e fatto dalla giunta Martini in materia di urbanistica e tutela del paesaggio è il marchio (da capire quanto scomodo o imbarazzante per il Pd) che la Marson si è autoimpressa: «Il mio programma di lavoro prevede la revisione e il perfezionamento dei diversi dispositivi di governo del territorio: la legge 1/2005 e il piano di indirizzo territoriale per assicurare un corretto ed efficace rapporto tra i piani strutturali e regolamenti urbanistici accompagnando le autonomie comunali con adeguati strumenti di indirizzo, monitoraggio e valutazione».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Ora però c’è chi chiede un salto di qualità anche ai comitati (quelli fiorentini hanno presentato in Regione una proposta di legge di iniziativa popolare per modificare la normativa sul paesaggio del 2005). Asor Rosa ha ribadito che la Rete non «è un partito, tantomeno un partito del "no" o di protesta sterile» e ha proposto una sorta di unione delle regioni del centro Italia «per una laboratorio di sperimentazione e proposta». Rossano Pazzagli, membro del comitato scientifico dei comitati e direttore dell’istituto Leonardo di Pisa sente l’esigenza di uno scatto: «Ora c’è la possibilità di andare oltre con questa apertura da parte della Regione. Non possiamo restare comitati a vita: dobbiamo trasformare i nostri interessi specifici in interesse generale».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">di Alessio Gaggioli</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"> 

The following two tabs change content below.

Redazione

Il gruppo di redazione della rivista edita da perUnaltracittà