2010-06-06 21:15:24
><p style="margin-bottom: 0cm;">[La Nazione Firenze, 06/06/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Il giorno dopo la chiusura del mercatino multietnico sul lungarno Pecori Giraldi è l’imam di Firenze, Izzedin Elzir, ad aprire una riflessione su un passaggio che potrebbe compromettere i rapporti tra la comunità immigrata e quella fiorentina. «Forse — avverte l’imam — ci sarebbe voluta una maggiore attenzione alle persone che lì lavoravano e che vivevano solo di quel che riuscivano a vendere in quel mercato. Loro avevano tutto in quello spazio. Non so se lì vi si svolgevano attività illegali che, come tali, devono essere perseguite e contrastate. Ma questo è un problema accanto a un altro». Quale? «Il mercato multietnico — è la spiegazione — non è stato inventato dagli immigrati, ma dalle istituzioni. Se c’erano problemi il mercato non doveva essere abbandonato come non devono essere abbandonati gli immigrati che vogliono lavorare. Potevano essere coinvolti o per rilanciare quello spazio o per trovare un altro luogo. Poi si poteva pensare anche uno sgombero. E’ una sensazione, lo ripeto, ma mi sembra che questi passaggi siano mancati. Mi dispiace».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Izzedin Elzir era fuori Firenze in questi giorni e ha appreso solo ieri mattina, dai giornali, quello che è accaduto al mercatino multietnico e parla, per ora, «solo per sensazioni». L’occasione però è preziosa anche per stemperare la polemica e rilanciare il dialogo e ribadire l’importanza dell’integrazione sociale, prima di tutto per i tanti giovani musulmani che vivono a Firenze: «Tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri prima e oltre ogni differenza. Vogliamo essere pienamente italiani perché pienamente cittadini».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Ribadisce, invece, la linea dura il sindaco Matteo Renzi: «Il mercatino multietnico è stata una scommessa persa da chi l’ha immaginata e ideata. Più che un mercatino multietnico era un ‘mercatino poco etico’, che non aveva più senso di esistere. Chi oggi fa l’amministratore aveva il dovere di porre fine a una situazione in cui non c’era solo un problema di degrado ma anche di illegalità».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Illegalità dimostrata da alcuni oggetti sequestrati dai vigili urbani: «Abbiamo trovato dei motorini bruciati e dei televisori — ha insistito il sindaco — non era immaginabile che quell’area fosse adibita a questo. Abbiamo messo fine a un’occupazione durata fin troppo, e fatta peraltro senza titolo, perchè il Comune ha realizzato un’area occupando uno spazio di un altro ente, vale a dire la Provincia. Non potevamo tollerare una situazione di illegalità».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Con la specifica che gli spazi per chi vuole lavorare rispettando le regole restano aperti: «Chi ha regolarmente un permesso o un’autorizzazione è il benvenuto, e ha il nostro impegno a individuare delle situazioni condivise e effettivamente efficaci per loro. In quell’area lì però si faceva tutto tranne che un mercatino».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Al suo posto è stato ribadito ieri mattina sorgerà «un’area per le famiglie, per gli anziani, con le panchine e un campo di basket».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Posizioni e spiegazioni che non convincono i consiglieri comunali che, dai due fronti dell’opposizione (centrodestra e sinistra) chiedono che l’intera vicenda sia discussa già nel consiglio comunale di domani. «La nostra assemblea — sottolinea il consigliere Marco Stella (Pdl) ha il diritto di sapere cosa è successo e quali sono i motivi che hanno spinto l’amministrazione a compiere questa scelta».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Posizione condivisa, anche se con diverse motivazioni, anche da Ornella De Zordo (PerUnaltracittà): «Lo sgombero che la Polizia municipale ha effettuato facendo piazza pulita del mercatino multietnico ha bisogno di qualche spiegazione. Per quale motivo sono stati scacciati venditori stranieri che pagavano regolarmente la tassa di occupazione del suolo pubblico?».

Redazione

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