2010-06-22 08:21:05
>[Il Corriere Fiorentino, 22/06/2010]<br />Il Pd appoggia la «guerra» alle Ferrovie del sindaco Matteo Renzi per il rispetto degli impegni e delle prescrizioni ambientali su sottoattraversamento e stazione Foster dell’Alta velocità. Ma gli fa fare marcia indietro sulla richiesta di una nuova Valutazione di impatto ambientale. La proposta di una Via sulla stazione Foster, da mesi in attesa di risposta, avanzata dalle sinistre di opposizione (Gruppo Spini e Perunaltracittà) e di maggioranza (Sinistra ecologia e libertà) sulla quale il sindaco aveva chiesto al Pd un voto favorevole o perlomeno un’astensione, rimane orfana dei Democratici e viene bocciata, anche se arrivano consensi dai banchi del Pdl (Mario Tenerani, Antonio Giambanco, Alberto Locchi e Massimo Sabatini) e della Lega (Mario Razzanelli). Dopo un fine settimana di trattative interne ai Democratici e tra sindaco e partito, passa il documento del Pd in cui si chiede a Renzi di attivarsi nei confronti del ministero per «l’espressione di formali garanzie in merito alla sussistenza attuale di tutti i requisiti di sicurezza e compatibilità ambientale già rilevati dagli organismi tecnici preposti alla valutazione nell’ambito dei procedimenti a suo tempo esperiti » e «affinché i tempi di un’eventuale verifica risultino contenuti al massimo in funzione di un impatto il più leggero possibile sul programma dei lavori ». Ma non è una Via. L’ordine del giorno lo vota tutto il gruppo Pd (eccetto Tea Albini, che tira via il badge prima del voto) e l’Idv. Non Eros Cruccolini di Sel che dice: «Sto con il sindaco, non con il Pd». E Valdo Spini, che aveva creduto nella forza dell’appoggio del sindaco al suo documento, attacca: «L’ordine del giorno del Pd è un documento doroteo che dice e non dice, e che sfugge ad un quesito molto semplice: il Consiglio comunale vuole la Via o no? Noi la vogliamo». Una seduta di cinque ore, quella di ieri nel Salone de’ Dugento, il messaggio che arriva dal sindaco (assente al momento del voto) è un «sì alla Tav, qui non ci sono no-Tav», ma con una minaccia a Fs: «Se Ferrovie non sarà disponibile a rispettare gli impegni la questione diventa giuridica. Il sindaco ha il potere di firma delle ordinanze e di aprire un contenzioso legale che parte e non si sa quando finisce. Il Comune di Firenze è in "guerra" con Ferrovie ». Gli «impegni» sono riportati nella mozione del Pd: si va da quelli ambientali (e Renzi annuncia che non basterà mettere una centralina di controllo alla scuola Rodari, vicino ai cantieri, «se partono i lavori a settembre sposteremo i bambini»), a quelli sul treno metropolitano — «con la certezza che quando saranno liberati i binari grazie al tunnel, non siano appaltati ad un nuovo gestore Tav»—fino a quelli sul Polo tecnologico dell’Osmannoro, all’Agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria, al collegamento tra la Foster e Santa Maria Novella: «Ferrovie— ha continuato Renzi— non ha presentato un progetto di collegamento tra la Foster e Santa Maria Novella, con l’assurdo che si andrà da Bologna e Firenze in 30 minuti per poi impiegare 30 minuti per andare dalla stazione al centro». Poi ci sono di mezzo i soldi: rispetto ai progetti originari approvati, si è scelto di usare una «talpa », un solo impianto traforante invece dei due previsti, con un risparmio di 45 milioni di euro «che devono andare alla città». Ma anche i 18 milioni di euro usati per mettere in sicurezza il Mugnone «servono per fare la Foster, non possono essere considerati un’opera di compensazione». Renzi batte cassa e fa la voce grossa con Ferrovie, con l’appoggio del suo partito (con Albini solo Stefano Di Puccio, pur eletto nelle lista Renzi, si sfila e si astiene) e l’Idv. Più complicata la posizione del Pdl che, dopo aver presentato una mozione in cui si chiedeva di ribadire la contrarietà alla realizzazione della Foster, ha scelto in parte di votare a favore della Via, in parte (come il capogruppo Giovanni Galli) di astenersi. Per il capogruppo del Pd Francesco Bonifazi questa è «incoerenza politica», per Galli era impossibile votare la Via, «significava dire sì alla Foster». De Zordo parla di «equilibrismi » del Pd che si assume «una responsabilità di cui potrebbe dover rispondere in sede civile e penale, come già accaduto in casi analoghi». Non è l’unica «causa» in corso: anche il sindaco annuncia che, in caso di mancato rispetto degli accordi, chiamerà in azione i legali del Comune. Un appoggio incondizionato al sindaco arriva dal leghista Mario Razzanelli, che ha scomodato anche il presidente della commissione ambiente della Camera, Angelo Alessandri, per ribadire che una nuova Via è necessaria per la Foster «altrimenti non può essere realizzata». <br />Marzio Fatucchi

Redazione

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