La turistificazione in cui è precipitata Firenze comporta un sovraccarico insopportabile: l’overtourism riconfigura gli spazi generando negli abitanti disagio e conflittualità. Su molteplici piani: il diritto all’abitare negato dalla pressione immobiliare nel centro storico e dalla diffusione degli affitti brevi; la svendita del patrimonio pubblico e la sottrazione degli spazi comuni; la mercificazione dell’arte e della cultura; la proliferazione della precarietà lavorativa e del lavoro nero; la compromissione della salubrità degli ambienti di vita e la previsione di nuove infrastrutture indispensabili ai globe trotters (aeroporto, Tav ecc.); il depotenziamento dell’urbanistica e la valorizzazione della rendita; il securitarismo, il decoro e l’obliterazione delle fasce sociali più deboli. E oggi la diffusione del Covid19 ha reso ben evidenti questi limiti.