Sì al legittimo impedimento

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2010-02-04 13:47:47

><p>[La Repubblica, 04/02/2009]<br />Tra le proteste dell’opposizione la Camera ha approvato il legittimo impedimento, che ora passa all’esame del Senato. L’Udc si è astenuta sulla norma che congelerà i processi a carico del premier, Silvio Berlusconi. Intanto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, si è recato al Quirinale, orientato a dare il via libera al provvedimento. Per il leader del Pd, Pierluigi Bersani, il Cavaliere "blocca il Paese" per risolvere i suoi guai giudiziari.<br />Urla dalle file del centrodestra, fogli appallottolati lanciati alla sinistra e cori che scandiscono "Contrada, Contrada" rivolti a Di Pietro. A sinistra compaiono i cartelli dei dipietristi dove è scritto "Legittimo impedimento, illegittima impunità" e un fotomontaggio di Berlusconi/De Niro in veste di Al Capone. Grida di «vergogna» si alzano dai banchi dei Democratici, rispondono «buuh» e accuse sull’uso dell’immunità. È l’ultimo atto su cui l’aula della Camera chiude il sipario, approvando la "leggina" sul legittimo impedimento che congela i processi di Berlusconi. Garanzia estesa anche ai ministri. Se il Senato (dove il Pdl giura si farà molto in fretta) darà il via libera definitivo, per 18 mesi il presidente del Consiglio vedrà bloccati i processi Mills e Mediaset. In attesa di un "lodo costituzionale". Gremita l’aula di Montecitorio come non si vede neppure quando si votano le fiducie. Non manca un peone del Pdl. Le opposizioni sono a ranghi serrati. Tutto esaurito anche nei banchi del governo. Assente, perché in Israele, il premier. Finisce con 316 voti a favore, 239 contrari e 40 astenuti, dopo una giornata senza esclusione di colpi, che segna però la divisione delle opposizioni. L’Udc infatti si astiene, Casini apprezza la norma-ponte grazie alla quale evitare lo sfascio della giustizia perpetrato dall’altra legge "ad personam" in cantiere, ovvero il processo breve. Non ci sta il Pd, che questa volta si presenta compatto. Parla il segretario Pierluigi Bersani: «Questa legge – scandisce, alza i toni, non si fa interrompere dalle contestazioni del Pdl – è composta di tante norme non semplici ma la gente capisce una cosa semplice: c’è di mezzo Berlusconi, un premier che non vuole farsi giudicare e tiene ferma l’Italia su questo punto in una folle guerra tra politica e giustizia. Fermate questa corsa dissennata, il legittimo impedimento è una scialuppa in attesa del bastimento della legge costituzionale o del barcone del processo breve. Il premier metta davanti a sé l’Italia: i nostri amministratori quando sbagliano non fuggono». I deputati democratici si alzano in una standing ovation; dal centrodestra: «E Bassolino?» Interviene il capigruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto: «Malgrado il suo lessico soffice, pastoso e affascinante, anche Bersani dopo Veltroni e Franceschini, è strattonato e egemonizzato da Di Pietro, trascinato verso una deriva giustizialista». E attacca D’Alema: «Lei si è potuto servire dell’immunità…». Contrattacca l’ex premier, ora presidente del Copasir: «Io i giudici li lasciavo lavorare, non sono mai ricorso all’immunità, è una deformazione calunniosa». Di Pietro ha già mandato a quel paese Cicchitto: «Ma va’…», e prendendo la parola: «Diciamo no a questa legge porcata che umilia le istituzioni e offende il Parlamento». Quando la "leggina" è passata, tira un sospiro di sollievo pure Umberto Bossi, leader di quel partito, la Lega, che sventolò il cappio per chiedere l’abolizione di ogni immunità parlamentare negli anni di Tangentopoli: «Andava fatta e l’abbiamo fatta; c’è sempre qualche moralista ma questaè la dimostrazione che la maggioranza è molto forte». Il Guardasigilli Alfano, uscendo dall’aula, dichiara: «Il legittimo impedimento non è un privilegio, tutela il diritto a governare». In una nota d’agenzia, il sindacato dei magistrati, l’Anm commenta: «La politica sceglie ma poi c’è la Costituzione». Tra maggioranza e opposizioni a Montecitorio non c’è partita, lo scarto è in media di una ottantina di voti. Un solo voto segreto, dopo il pressing del Pdl sul Pd perché lo chieda. Botta e risposta tra il vice capogruppo Pdl, Bocchino e Franceschini, presidente dei deputati Pd su chi ha timore dei franchi tiratori. Nel voto segreto su un emendamento Udc-Pd se ne contano una decina del centrodestra; la maggioranza ottiene solo 14 voti in più.<br />di Caadio, De Marchis e Milella </p>
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