La polemica tra cittadini consapevoli, associazioni ambientaliste e Comune di Firenze sulla misurazione dello smog in città è cosa vecchia. L’accusa principale che si fa all’amministrazione è che le centraline che “annusano” le polveri fini sono dislocate in luoghi ameni come il giardino di Boboli, alle pendici della verde collina di Fiesole, se non addirittura fuori dal territorio comunale, a Scandicci. Già nel 2011 perUnaltracittà propose una mozione affinché fossero ricollocate in luoghi più rappresentativi per l’esposizione dei cittadini allo smog.
Come se non bastasse, e a conferma delle inefficaci politiche nazionali sull’inquinamento atmosferico, nel settembre scorso, come ha scritto Maurizio Da Re su queste pagine, la Commissione europea ha aperto una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il superamento dei limiti delle polveri sottili in dieci regioni, fra cui la Toscana.
Le polveri fini, il particolato (PM10, PM2,5 a seconda della dimensione), sono i termini generici con il quale si definisce il mix di pericolose particelle solide e liquide che si trovano in sospensione nell’aria originate soprattutto dai processi di combustione e dal traffico automobilistico. Gli studi epidemiologici hanno dimostrato una correlazione tra le concentrazioni di polveri in aria e la manifestazione di malattie croniche alle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti, enfisemi ma anche malattie cardiovascolari e tumori.
Per garantire la massima trasparenza su questi dati, spesso assente, è nato il progetto “PM 2.5 Firenze” che si concretizza in una centralina di rilevamento posizionata nel cuore della città, nei pressi di santa Maria Novella, e in un sito [www.pm2.5firenze.it] che monitora minuto per minuto, e rende pubbliche in tempo reale, le polveri fini che siamo costretti a respirare, un’attività di sorveglianza epidemiologico-ambientale promossa e condotta da cittadini residenti a Firenze e realizzata con il supporto della Cooperativa Epidemiologia e Prevenzione G.A.Maccacaro. Si tratta di un’esperienza di ricerca partecipativa, dove tutti coloro che, a vario titolo, sono coinvolti in una ricerca epidemiologica – cittadini, ricercatori e istituizoni – sperimentano un modo nuovo di mettersi in relazione l’uno con l’altro.
Inutile dire quanto sarebbe importante per una maggiore consapevolezza dei cittadini, con le relative implicazioni tra conoscenza e democrazia, che questa innovativa modalità fosse adottata dal Comune di Firenze in sostituzione del tradizionale e insufficiente sistema di rilevazione. La qualità dei dati e la loro immediata rappresentazione è infatti al centro del progetto. Non appena entrate nel sito trovate alcuni grafici dinamici che rappresentano il PM2.5 rilevato negli ultimi 60 minuti e in tempo reale, con aggiornamenti tra i 60 e i 120 secondi, oltre alle medie orarie delle ultime 49 ore. Tutti i dati sono sempre e comunque parametrati ai limiti previsti dalla normativa italiana e a quella raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. È possibile anche visualizzare i dati di uno specifico intervallo di giorni e le medie giornaliere confrontate con le medie fornite dalle centraline dell’ARPAT (via Gramsci e via Bassi).
Annibale Biggeri, professore di Statistica medica presso l’Università di Firenze e presidente della Cooperativa Maccacaro, è una garanzia per la qualità del progetto. Dal curriculum rilevantissimo è stato tra i consulenti della Procura di Taranto che ha svelato il dramma dell’Ilva e, a Firenze, ha il merito di aver condotto una ricerca, pubblicata su Epidemiologia e Prevenzione, sugli effetti devastanti dell’inceneritore di San Donnino sulla salute di chi viveva in quella zona (+84% l’aumento del rischio di morte per i linfomi non Hodgkin; +126% per il rarissimo sarcoma dei tessuti molli).
Redazione
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Iniziativa meritoria da perseguire anche se l’amministrazione comunale dovesse affiancarla con suoi rilevatori in loco.
A Milano, per esempio, la centralina comunale collocata al Verziere risultò inspiegabilmente inaffidabile nei dati proposti sulle polveri sottili.