Ataf e il gioco delle tre carte

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In un momento di crisi in cui si registrano solo tagli al Trasporto Pubblico Locale, ci “suona strano” sentir parlare di disponibilità economica per 600 mila euro da parte del Comune di Firenze e della città Metropolitana per “migliorare il servizio” di trasporto collettivo, giunto ormai a livelli di disorganizzazione mai visti prima e indegni per una città ammirata e visitata da milioni di persone.
atafSappiamo benissimo che la Politica, quando vuole, è capace di trovare risorse ma siamo purtroppo altrettanto abituati a veder soldi pubblici spesi a favore di interessi privati al punto che dubitando è facile azzeccarci.
Nell’incontro del 5 novembre u.s. in Prefettura alla presenza del vice prefetto, dell’assessore alla mobilità, del dirigente della città metropolitana e di tutti i sindacati Ataf, è emerso un quadro alquanto anomalo nel vedere un rappresentante dell’amministrazione comunale insistere per far accettare ai sindacati un accordo per poter mettere a disposizione la cospicua cifra di 600.000 €.
È vero che spesso i sindacati confondono le trattative come un gioco al rialzo, ma stavolta accettare questo accordo poteva configurarsi come complicità nei confronti di chi destina soldi pubblici, ovvero denari di tutti i cittadini, per coprire delle mancanze a cui il gestore privato avrebbe dovuto invece sopperire a proprie spese.
Un accordo che, oltretutto, avrebbe “salvato la faccia” agli Enti Locali (mettendo i soldi) e alla Dirigenza Ataf (facendo assunzioni), pur nella consapevolezza che il servizio sarebbe rimasto ugualmente carente e scaricando le responsabilità sui soliti autisti.
Da quando Ataf è stata privatizzata (dicembre 2012) il personale addetto alla guida è calato da circa 1100 a circa 750 autisti pur continuando a svolgere lo stesso numero di chilometri di esercizio. Certo, ci tirano per il collo lavorando 39 ore piene senza nessun sconto pur essendo un lavoro usurante e lavoriamo ore che nemmeno ci vengono pagate quando smontiamo in ritardo, ma riuscire a coprire il servizio programmato con questo organico è
impossibile.
Da un calcolo approssimativo, con i parametri lavorativi attuali, per svolgere il servizio previsto occorrerebbero almeno 65 autisti in più.  65 autisti mai assunti che ogni giorno mancano con i loro autobus sulle linee urbane: un
bus sulla linea 12, due bus sul 14, un altro qui, altri due là ecc.ecc
Si fa presto in questo modo a risanare i bilanci.
Noi Cobas lo abbiamo sempre detto che non si può e non si deve trarre profitto da un bene comune ma qui stanno andando oltre, perché in aggiunta al profitto,  “ingenuamente” mettono a disposizione risorse che non andranno ad aggiungersi al normale servizio programmato già pagato dall’ente pubblico, ma andranno a rimpinguare l’incompleto organico a cui avrebbe dovuto provvedere il gestore privato con i suoi soldi.
Facile quindi fare l’imprenditore privato con i soldi pubblici travestiti da “nuovi servizi aggiuntivi”. Tanto, pensano, chi se ne accorge.
Firenze 10 novembre 2015

*Cobas Ataf Lavoro privato –  Confederazione Cobas Ataf
http://cobasataf.org, e-mail: cobas.ataf@inwind.it

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