Riccardo Magherini è stato ucciso ma nessuno pagherà

Condannati. Sono stati condannati tre dei quattro carabinieri coinvolti nella morte di Riccardo Magherini quella notte del 3 marzo 2014 a Borgo San Frediano.

Condannati per omicidio, per avere con “colpa…nell’averlo tenuto prono a terra dalle 1,30 (trascorsi un paio di minuti da quando il Magherini era divenuto silente) fino alle 1,45 in situazione idonea a ridurre la dinamica respiratoria”. Morto per arresto cardiorespiratorio per “intossicazione acuta da cocaina associata ad un meccanismo asfittico”. L’assunzione di cocaina non è stata idonea a produrre alcun evento letale: Riccardo Magherini è morto per asfissia per il peso dei carabinieri su di lui una volta ammanettato, prono e privo di coscienza.

Assolti – ma non dovevano neanche essere nel processo – i volontari della Croce Rossa.

13soc1f01-biagianti-magherini-62Colpisce la tenuità delle pene irrogate – 7 e 8 mesi di reclusione con pena sospesa – pur nella possibilità di arrivare a sanzioni maggiori. Ricordiamo che oggi, il c.d. omicidio stradale – cioè comunque un omicidio colposo – può portare pene vicine quindici anni.

E tuttavia non è stato facile arrivare a questo responso che, visti i precedenti, era tutt’altro che scontato. Se il fatto fosse stato commesso da privati cittadini gli avrebbero contestato il più grave reato di omicidio preterintenzionale (intenzione di infliggere percosse e lesioni personali da cui deriva, non voluta, la morte) con pene ben maggiori.

Quando però a causare la morte sono le forze di polizia diventa praticamente impossibile avere indagini accettabili con standard internazionali.

Se il fatto fosse accaduto all’estero avrebbero contestato il reato di tortura che, come è noto, non è presente nel nostro ordinamento giuridico. E’ su questo che bisogna continuare a insistere. Lo avevamo già sostenuto su questo colonne (https://www.perunaltracitta.org/2015/02/09/processo-magherini-quale-giustizia-senza-il-reato-di-tortura/).

Deve essere chiaro che “minacce, violenze, trattamenti inumani e degradanti nei confronti di persone sottoposte alla limitazione della libertà personale” devono essere ricondotti al reato universalmente riconosciuto – ma non in Italia – di tortura.

Le notizie che giungono dal parlamento non sono però confortanti per qualità del testo e probabilità di approvazione. Ancora uno scollamento tra le esigenze di giustizia e le rappresentanze parlamentari.

Una pagina comunque positiva il Tribunale di Firenze l’ha scritta. I responsabili della morte di Riccardo sono stati i tre carabinieri condannati. In attesa delle motivazioni della sentenza il dispositivo ci consegna comunque questa verità.

Un grande merito è senz’altro ascrivibile alla grande mobilitazione e sensibilizzazione guidata dalla tenace instancabile opera di Guido (padre) e Andrea (fratello) di Riccardo Magherini.

*Luca Benci, giurista