Anche i fiorentini hanno il diritto di vedere le stelle

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“Le persone delle generazioni future hanno diritto a una Terra indenne e non contaminata, includendo il diritto a un cielo puro” sancisce l’UNESCO, nella sua Dichiarazione Universale dei Diritti delle Generazioni Future.

Anche il cielo notturno è un bene ambientale da tutelare, come l’aria, l’acqua, la terra, al fine di consentire alle generazioni presenti e future la possibilità di continuare a conoscere, studiare e ammirare il cielo stellato e i suoi fenomeni.

L’Italia è il paese europeo più inquinato dal punto di vista della luminosità e fra pochi anni anche dai luoghi più remoti sarà impossibile vedere la Via Lattea. Per inquinamento luminoso si intende l’alterazione dei livelli di luce naturalmente presenti nell’ambiente, causata dagli impianti di illuminazione pubblica e privata.

stelle-320x320Gli effetti più eclatanti prodotti da tale fenomeno sono un aumento della brillanza del cielo notturno e una perdita di percezione dell’Universo attorno a noi, perché la luce artificiale più intensa di quella naturale “cancella” le stelle del cielo. Un’esposizione di troppe ore alla luce artificiale, anche di notte, può avere conseguenze negative sia sulla salute umana, per varie cause fra cui una carenza di melatonina, sia sulle piante influenzando negativamente il ciclo della fotosintesi clorofilliana che le piante svolgono nel corso della notte.

A Firenze  la sostituzione di circa 33 mila corpi illuminanti con LED, porterà un indubbio vantaggio per le tasche del Comune (l’investimento recentissimo è di 9,8 milioni di euro, di cui 7 da fondi europei, che il Comune trasferisce a SILFI) e potenzialmente sulla luminosità se i progetti illuminotecnici saranno fatti secondo le norme tecniche, recentissimamente revisionate, se ad esempio la nuova illuminazione avrà un’emissione diretta verso l’alto, nulla.

Dati gli effetti ambientali della componente blu dello spettro, sia su fauna e flora sia sulle osservazioni del cielo notturno, sarà indispensabile l’utilizzo di LED a 3000 K o inferiori (i Led a 4000 K “inquinano” il cielo circa un terzo di più rispetto a quelli a 3000) ed occorrerà sfruttare al meglio le possibilità di regolazione e programmazione in modo da utilizzare sempre la giusta quantità di luce a seconda dell’ambito da illuminare e delle caratteristiche dei flussi di traffico presenti.

Altrimenti come è già successo a Milano, l’illuminazione coi LED a luce blu, aumenterà l’inquinamento luminoso. E’ indispensabile ridurre l’inquinamento luminoso, che non vuol dire “spegnere le luci”, ma cercare di illuminare le città in maniera più corretta senza danneggiare le persone e l’ambiente. Non sprechiamo le stelle.

*Gian Luca Garetti

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

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