​’68 rewind. Percorsi in realtà aumentata

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Il 30 gennaio 1968, alla fine di una manifestazione di protesta, gli studenti universitari e medi organizzarono un sit-in in Piazza San Marco a Firenze, mentre una delegazione di rappresentanti di tutte le Facoltà saliva dal Rettore a presentare un documento di protesta. All’improvviso le forze dell’ordine presenti fecero partire una carica che provocò contusi e feriti gravi; agenti in borghese manganellarono anche gli studenti che si erano recati in Rettorato. Gli studenti reagirono velocemente: entro il giorno seguente le facoltà furono tutte occupate.

La data può di fatto segnare il consolidarsi di un movimento studentesco fiorentino, che avrà una lunga vita, in parallelo con “il lungo ’68” che vide altri soggetti sociali entrare in scena.

A distanza di cinquant’anni, il 30 gennaio 2018, l’Accademia di Belle Arti di Firenze e l’Archivio il sessantotto di Firenze organizzano una giornata che permetterà di rivivere e visualizzare le esperienze del ’68 fiorentino, dal titolo ’68 rewind. Percorsi in realtà aumentata.

 L’iniziativa prende il via alle ore 9,30 presso l’Accademia di Belle Arti, in Via Ricasoli 66 a Firenze, con una mattinata  dedicata a  L’Accademia prima e durante il ’68, che prevede la partecipazione di Lido Contemori, Andrea Granchi e Edoardo Malagigi, protagonisti anche di un video documentario dal titolo Noi eravamo il cambiamento.

 Dalle ore 12.00 inizia un percorso sui luoghi significativi del ’68, a partire proprio da piazza San Marco, dal Rettorato e dalla Mensa Universitaria

 Durante il percorso, come approfondimento di quanto narrato in modo orale, si potrà utilizzare il proprio smartphone per geolocalizzare in realtà aumentata degli approfondimenti tematici sul luogo visitato; testi, immagini e video appariranno sul proprio smartphone utilizzando l’app gratuita Layar (geolayer 68) per Android e iOS.

Coordinano l’iniziativa Adriana Dadà e Tommaso Tozzi, promotori degli stage pluriennali che hanno dato vita al progetto.

 A partire dal 30 gennaio tutti i materiali (foto, testimonianze, documenti) relativi alla ricerca, che è un vero work in progress, saranno visibili in un sito web (www.edueda.net/68), che continuerà ad essere implementato con altri luoghi ed altri materiali già disponibili, ma anche grazie alle nuove fonti che i curatori si augurano siano rese disponibili da parte di chi vorrà contattare: 
dadaadriana3@gmail.com

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Redazione

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1 commento su “​’68 rewind. Percorsi in realtà aumentata”

  1. “ricordo perfettamente”
    Quella mattina ero in piazza, con molti molti “compagni” (allora da definire il termine) dell’istituto d’arte.
    Facevo parte , di un qualcosa ,non ben definito ,che in seguito si sarebbero chiamati ,COMITATI DI LOTTA
    Ricordo, che gia’ allora prendevo in quelle (ripensando oggi) assemblee cosi’innocenti e bambinesche ,le distanze dall’allora onnipresente PCI, accorgendomi dell’impossibilita’ di un dialogo ,anche se poi la meta era identica ,era come sempre il modo di arrivarci. Gia’ allora notavamo i tentativi degli studenti schierati con il PCI, di accedere ai tavoli di discussione con la classe dirigenziale dell’istituto,(consigli di classe), quando noi ben direttamente cercavamo cio’ che ci era dovuto ,forse veletari? Ma poi il tempo ci dette ragione ,mi ha dato ragione ,specialmente nel proseguo ,sia a lettere e poi ad architettura .
    Certo e’ importante capire cio’ ,il PCI perdette l’occasione per cavalcare la tigre ,eppure i fatti erano talmente evidenti,la rabbia stava per scatenarsi ,occorreva una scintilla.Oggi sembra strano che cio’ non avenne ,ma dovete pensare che mandavano personaggi come Lama a parlarci, con rispetto per Lama ,ma si sbaglio’ l’approcio, quel parlare dal palco con la scienza infusa ,parlare agli studenti a chi ancora aveva voglia di sognare e volare ,con frasi di sacrifici di catene di montaggio,il PCI perse l’occasione per trasformarsi in un nuovo partito, la perse e non ci e’ piu’ riuscito ,accendendo la sua lenta agonia ,per arrivare a questa stagione
    Bene , questo era un cappello per cercare di spiegare perche’ eravamo li’,contro il paternalismo ,contro gli accademici di qualsiasi razza e cultura,.
    Eravamo ,come a far una passeggiata,spesso in quelle prime camminate in centro , si andava per cercare di rimorchiare,molti con cartelle o alla moda americana libri e quaderni legati con un laccio,(devo dire che cio’ salvo’ molte ragazze (allora quasi bambine, per la cultura), nel caos dovuto a non saper piu’ che fare ,nel fuggi fuggi ,senza organizzazione ( o dei gruppi , che in seguito si sarebbero chiamati KATANGA, a proteggere la ritirata .) alcune iniziarono a far ,certamente per istinto a roteare quei pacchi di libri , che si abbattevano casualmente addosso ai celerini,fu un attimo ….la cultura come un arma…,certo questo non le difese non ci difese .molti finirono con sopracciglia sanguinanti ,chi con giacche camicie strappate ..Correvamo ,e non mi sentivo assolutamente un vigliacco ,schivando compagni ,alzando qualcuno caduto ,guardandomi/ci intorno per cercare un varco ,verso s,apollonia o lettere in p, brunelleschi, ,ma tutto era un caos . Per nostra fortuna , eravamo un gruppo dell’istituto che non ci eravamo persi , e insieme trovammo rifugio in un portone in via cavour subito dopo San. Marco. Allora solo allora mi accorsi di un forte dolore alla spalla sx , sulla scapola vi erano i segni di una forte contusione , che nei giorni successivi divenne un bel blu profondo, mio padre antico compagno ,si guardo bene a portarmi all’ospedale ,sapeva per esperienza che poi LORO avrebbero controllato.
    Cosa pensavo? eravamo come topi dentro un androne in semioscurita’ tremanti ,stremati,impauriti, ma vi assicuro ,che proprio in quei momenti presi coscienza per la prima volta dei miei diritti , e di non piegare piu’ la testa.
    Quella carica ottenne l’effetto opposto ,invece di “spengere” ci accese ,ci diede la ragione di aver ragione.
    Da quel giorno,tutto cambio’,eravamo in pochi minuti ,da studentelli mazzo analfabeti di politichese,trasformati in uomini?,forse e’ troppo. ma in effetti tutto quello che ci faceva sbadigliare nelle prime CONCESSE assemblee , divenne pregnante nelle assemblee DECISE DA NOI
    tutto cio’,di quella mattina mi torno’ in mente ,quando in collettivo qualcuno mi diede da leggere l’articolo di Pasolini ,sul poliziotto proletario,,,,certo di cultura ormai ne avevo,,,,capicvo il punto di vista di pasolini,,,,MA MA per me son cellerini…….e come mi consigliava mio nonno grande anarchico. “Non esistono divise buone”

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