Firenze aderisce alla rete delle città SET-South Europe facing Touristification

Firenze si unisce alle città della rete SET-South Europe facing Touristification (Sud Europa di fronte alla Turistizzazione): Venezia, Valencia, Siviglia, Palma, Pamplona, Lisbona, Malta, Malaga, Madrid, Girona, Donostia/San Sebastian, Canarie, Camp de Tarragona, Barcellona.

SET è una voce plurale di critica al modello turistico attuale e mette in rete le soggettività e le esperienze di base attive nella controffensiva alla soffocante estensione dell’industria turistica negli ambienti di vita urbana. I temi del dibattito e dell’azione sono: il diritto all’abitare negato dalla proliferazione di affitti turistici; la svendita del patrimonio pubblico e la sottrazione degli spazi comuni; la saturazione dei servizi privatizzati e ridotti dai tagli alle spese e dal pareggio di bilancio (trasporto pubblico, sanità pubblica etc.); la speculazione immobiliare nei centri storici; la moltiplicazione della precarietà lavorativa nella fabbrica del turismo; il carico urbanistico degli afflussi turistici e la compromissione della salute degli ambienti urbani; l’abdicazione alla pianificazione urbanistica in nome del libero movimento dei capitali e della valorizzazione della rendita immobiliare.

Il Laboratorio politico perUnaltracittà e Clash City Workers-Firenze hanno condiviso un percorso cittadino di azione e di analisi del fenomeno della monocultura turistica: il ciclo di incontri “La fabbrica del turismo nelle città d’arte“, tenutosi tra 2017 e 2018 presso lo Spazio InKiostro, ha messo a dialogo realtà attive a Firenze con ricercatori, studiosi e analisti che hanno portato elementi utili sia per affrontare criticamente il fenomeno dell’estrattivismo turistico e delle nuove forme di colonizzazione delle città d’arte, sia per avviare forme collettive di resistenza progettante.

La rete SET si è incontrata presso “La vida” di Venezia nell’ambito dell’incontro Usi civici e patrimonio pubblico – Dalla vendita alla gestione collettiva comunitaria, il 15 aprile scorso. Il prossimo appuntamento della rete SET è tra pochi giorni, a Barcellona: 2° Fòrum Veïnal sobre Turisme. Reflexions sobre Turisme a Barcelona i el Sud d’Europe, 18-19 maggio. Qui il programma. A presto, dunque!

*Ilaria Agostini

Pubblichiamo di seguito il manifesto fondativo:

MANIFESTO FONDATIVO DELLA RETE SET

In molte città del Sud Europa stanno nascendo movimenti di resistenza ai processi di turistificazione che le stanno investendo. Associazioni e collettivi di alcune di queste (Venezia, Valencia, Siviglia, Palma, Pamplona, Lisbona, Malta, Malaga, Madrid, Girona, Donostia/San Sebastian, Canarie, Camp de Terragona, Barcellona [ora anche Firenze, n.d.R.]) si sono incontrati nel corso dell’ultimo anno in diverse occasioni, con l’obiettivo di condividere e scambiare esperienze e conoscenze.

Anche se ognuna di queste città presenta problemi specifici legati a questo fenomeno, alcuni sono senza dubbio comuni a tutte loro:

  • Il più importante ed esteso: l’aumento della precarizzazione del diritto all’alloggio, in buona parte provocato dall’acquisto massivo di immobili da parte di fondi di investimento e fondi immobiliari per destinarli in buona parte al mercato turistico. In questo modo le abitazioni sono private della loro funzione naturale, si generano gentrificazione e sfratti e si assiste allo svuotamento di alcuni quartieri in una evidente violazione dei diritti sociali della popolazione.
  • Aumento dei prezzi e trasformazione delle attività commerciali locali in attività turistiche slegate dai bisogni delle popolazioni locali (spesso in età avanzata).
  • Massificazione di strade e piazze che rende difficile la vita quotidiana dei residenti sia per quanto riguarda il rumore che l’accesso stesso allo spazio pubblico.
  • Saturazione delle reti di trasporto pubblico.
  • Alta dipendenza dell’economia locale dal settore turistico, con tendenza alla monocultura.
  • Precarizzazione delle condizioni lavorative della popolazione, dato che i principali settori turistici (alberghiero, ristorazione, commercio) presentano spesso le peggiori condizioni di lavoro (salari bassi, lavoro in nero, esternalizzazione…).
  • Alti tassi di inquinamento (aerei, navi da crociera, corriere…) e di residui dovuti soprattutto alla tendenza di consumare elevate quantità di prodotti usa e getta, caratteristica dell’industria turistica; uso massivo di risorse – acqua e territorio – e perdita del diritto a vivere in un ambiente sano.
  • Uso smisurato e ampliamento costante delle infrastrutture (strade, porti, aeroporti, depuratori, impianti di dissalazione ) che sfigurano il territorio, provocano espropriazioni e impongono costi elevati alla popolazione residente. Questi processi provocano una forte competizione per il territorio in cui si perde l’accesso alle attività e ai servizi di base: lavoro, scuole, ospedali, ecc.
  • Banalizzazione dell’ambiente urbano e naturale trasformato in parco tematico. Nel primo caso, assistiamo allo spoglio e alla vendita del patrimonio, nel secondo alla riduzione degli usi agricoli o di pesca. L’obiettivo comune è lo sfruttamento illimitato dell’ambiente dal punto di vista turistico.Di fronte a questi e altri conflitti, la popolazione locale ha iniziato a organizzarsi per difendere i suoi diritti sociali, primo fra tutti, il diritto a un alloggio dignitoso e accessibile e il diritto alla città. Il lavoro collettivo che nelle nostre città stiamo realizzando spesso comincia dalla messa in evidenza di questi conflitti e dall’acquisizione di una maggiore consapevolezza, passando per la critica al modello turistico e la denuncia delle sue conseguenze, e continuando con la proposta di vie alternative.
  • Esempi di queste ultime, sono la richiesta di imposizione di limiti all’industria turistica, la deturistificazione dell’economia della città, o la decrescita turistica accompagnata da politiche di stimolo di altre economie più eque dal punto di vista sociale e ambientale.

Il grado d’incidenza di questi problemi nelle diverse città non è affatto omogeneo, anzi molto variabile, giacchè spesso dipende direttamente dal grado di turistificazione che le colpisce. Così ci sono stadi più avanzati e gravi, ad esempio Venezia, Palma o Barcellona, dove è evidente la necessità di un cambio di modello e altre, come Valencia, Madrid o Lisbona che, nonostante si trovino immerse in rapidi processi di turistificazione, possono ancora aspirare a politiche di prevenzione o freno.

Su questi e altri argomenti, in queste e in altre città abbiamo trovato molti punti in comune, e logicamente abbiamo iniziato a pensare all’opportunità e necessità di creare una rete internazionale di città colpite dall’industria turistica.

L’obiettivo, oltre al supporto e al confronto reciproci, è di estendere questa lotta ad altre città e territori, creando una voce plurale e potente di critica al modello turistico attuale che si alzi dal Sud Europa. Questo manifesto è il primo passo per la internazionalizzazione della lotta alla turistificazione delle città e dei territori, attraverso il quale continuiamo il dibattito, la riflessione e la mobilitazione comune.