Società del controllo, della sorveglianza, o del manganello? Pieni poteri alla polizia penitenziaria

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Dalla società disciplinare a quella del controllo, ci hanno detto  Foucault e Deleuze già qualche decennio fa. Dalle istituzioni reclusive al controllo biopolitico e pervasivo in cui, grazie alla frammentazione sociale e all’individualizzazione esasperata ognuno è controllore e delatore di se stesso e degli altri. Fino al capitalismo della sorveglianza (Shoshana Zuboff, leggi qui la splendida recensione di Gilberto Pierazzuoli), in cui il potere, nel controllo, attraverso l’algoritmo fa a meno anche della volontaria o meno complicità dell’individuo.

Be’, qui da noi queste sottigliezze, pur essenziali nella comprensione del presente, sembrano non essere colte, sicuramente non dai proponenti del decreto legislativo che prevede di togliere poteri al direttore del carcere e trasferirli al comandante di Polizia penitenziaria. Qui si bada al sodo, si va direttamente alla società del manganello, senza passare dal via.

Per un commento come sempre puntuale si rimanda al testo dell’associazione Antigone. Preme qui sottolineare come si preveda di militarizzare le carceri, di dare pieni poteri al corpo responsabile della sicurezza e della repressione, oltre che di innumerevoli violazioni, violenze, pestaggi (recentemente il caso del carcere di San Gimignano), che sarà titolare della auto-autorizzazione, ad esempio, all’uso delle armi.

Con buona pace dell’area trattamentale (educatori, assistenti sociali, volontari), già drammaticamente carente di personale e di possibilità di  agire.

E preme ricordare come questa non sia una proposta della Lega di Salvini, ma dell’attuale governo PD 5stelle. Come sostiene Antigone “C’è un evidente intento di ritorno a un modello di pura custodia e di sola polizia, esito di una pressione vigorosa da parte delle organizzazioni sindacali autonome della Polizia penitenziaria, nonché del clima cupo in cui siamo immersi.” 

Ma c’è anche una evidente subordinazione culturale prima ancora che politica di PD e 5s rispetto alle peggiori concezioni autoritarie, antidemocratiche, e parafasciste in circolazione. Così Salvini ha già vinto.

*Maurizio De Zordo

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Maurizio De Zordo

Maurizio De Zordo, architetto, attivo da anni nei movimenti fiorentini e nelle realtà dell'antifascismo militante partecipa anche al laboratorio politico perUnaltracittà ​dove si impegna in particolare, oltre che sulle tematiche legate alla repressione, sui temi della città, dell'urbanistica e del diritto alla casa.

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