Un clima migliore NON inizia da te, ma dai veri responsabili delle scelte ambientali

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Cancellare il progetto del nuovo aeroporto di Firenze è urgente se si vuol contrastare davvero il cambiamento climatico. Il voto elettorale va dato in modo prioritario a quelle forze politiche che da sempre sono decisamente contro l’aeroporto, non a liste civetta verdeggianti, o altro, perché le temperature continuano a salire, le specie animali si stanno estinguendo e corriamo diretti verso una calamità inimmaginabile.

E’ quanto sostiene, in un contesto simile, anche Jaap Tielbeke, giornalista del settimanale olandese De Groene Amsterdammer, nel suo recente libro Un ambiente migliore non inizia con te stesso, di cui nel numero 1372, della rivista Internazionale è riportato un estratto. Da qui abbiamo estrapolato vari pezzi.

Un volo da Amsterdam a New York produce 1.700 chili di anidride carbonica in un colpo solo: cancellare il progetto del nuovo aeroporto di Lelystad, una località a 40 km da Amsterdam, è un’azione indispensabile, se si vuole fermare il cambiamento climatico, non basta volare di meno. Non mangiare più carne è un’azione indispensabile per chiudere gli allevamenti intensivi, che emettono più gas serra di tutto il settore dei trasporti, ma sono i governi che devono abolire gli allevamenti intensivi, non basta la conversione individuale al veganismo. Senza norme più rigide, non siamo in grado di cambiare in modo sostanziale il nostro comportamento collettivo.

‘La politica agricola dell’Unione europea ha incentivato gli allevatori ad aumentare costantemente la produzione. Secondo Greenpeace ogni anno trenta miliardi di euro, circa un quinto del budget europeo complessivo, sono destinati all’allevamento intensivo e ai produttori di mangimi’.

Il cambiamento lo può fare solo la politica, che è la vera responsabile. Per questo l’ecologia è politica. Non è il singolo abitante di Gaia che può salvare il mondo, col carrello della spesa! Smettiamola di credere che modificare il proprio stile di vita, le piccole azioni quotidiane virtuose, osservare i piccoli ‘comandamenti verdi’, tipo: usa sacchetti di lino, non mangiare carne per un giorno, fai la doccia un minuto in meno (fare docce più brevi non aiuta molto l’ambiente, perché si risparmiano appena novanta chili di anidride carbonica all’anno) differenzia bene, riduci la posta indesiderata, cerca il modo migliore per far bollire l’acqua, o altre varie sciocchezze pseudoambientaliste, possa risolvere il problema del cambiamento climatico. Tielbeke non accetta l’idea che ‘tutto aiuta un po’. A suo avviso, tutti i piccoli passi compiuti dai cittadini non solo sono inadeguati, ma mantengono l’idea che ‘noi’ possiamo proteggere noi stessi, il mondo, da un disastro climatico.

Nessuno è senza peccato!

‘Il concetto dell’impronta ecologica individuale si è affermato nel 2005 grazie a una campagna della Bp, che voleva costruirsi un’immagine di azienda attenta all’ambiente. Un esempio da manuale di greenwashing, perché nella sostanza ben poco era cambiato. La Bp aveva messo a punto un calcolatore con cui ogni famiglia poteva misurare le proprie emissioni di anidride carbonica. Il messaggio sottinteso era: nessuno è senza peccato, quindi finché voi non cambiate non aspettatevi che lo facciamo noi. I grandi inquinatori scaricano il barile sui clienti per sviare l’attenzione dal problema reale, cioè che venti società energetiche sono responsabili del 35 per cento di tutte le emissioni di gas serra dal 1965, come emerge dall’inchiesta Carbon majors pubblicata nel 2019 dal Guardian.’

Gli eco-snob, hanno un’impronta ecologica peggiore

‘Non tutti possono permettersi uno stile di vita verde. I sostituti della carne sono cari, un’auto elettrica costa molto più di un diesel usato e migliorare l’efficienza energetica di un’abitazione richiede un grosso investimento iniziale. Il rischio è che vengano a crearsi due mondi distinti: una “classe verde” che consuma in modo etico e una “classe grigia” che pensa più alla fine del mese che alla fine del mondo. In realtà la “classe grigia” contribuisce di meno al riscaldamento globale. Gli studiosi hanno concluso più volte che redditi più alti corrispondono a maggiori emissioni di gas serra. La regola generale è: maggiore è il reddito, maggiore è l’impronta ecologica. Anche se si guida una Tesla.’

Lo sviluppo insostenibile

Il concetto di “limite” è stato soppiantato da quello più ottimista dello “sviluppo sostenibile” e di “responsabilità sociale d’impresa”. I politici consideravano le aziende partner importanti nella lotta al cambiamento climatico e gli amministratori delegati vedevano nuove opportunità commerciali nella crescente coscienza ecologica dei consumatori. Da allora l’imprenditoria sostenibile si è diffusa in tutto il mondo.’

Non facciamoci prendere ancora in giro. La responsabilità dell’Antropocene è tutta della politica, è del neoliberismo, del colonialismo, dell’estrattivismo delle grandi imprese che disinformano e che mettono a libro paga scienziati compiacenti: ‘Esistono industrie potenti che fanno grandi profitti inquinando il pianeta e assumono agenzie di comunicazione per gettare sabbia negli occhi dei cittadini e dei politici in modo da poter continuare ad agire indisturbate’.

Nel 2019 sono stati uccisi 212 attivisti ambientali. Lo rivela l’ultimo rapporto pubblicato dall’ong Global Witness : ‘Proprio in questo momento, in cui abbiamo bisogno più di prima di ascoltare queste voci, i governi di tutto il mondo hanno adottato una serie di misure per ridurre lo spazio della protesta pacifica’ -“Stanno utilizzando tattiche – spiegano – che vanno dalle campagne di screditamento alle false accuse penali per silenziare coloro che si battono per il clima e la sopravvivenza dell’umanità’

Con il mio libro spero di mettere in chiaro, dice Tielbeke che protestare è decisivo, e che una maggiore attenzione alla responsabilità collettiva si traduce in una maggiore volontà di agire. Voglio abbattere il mito che un ambiente migliore inizia con te stesso. Questo non ci esonera dall’azione, e dall’agire in modo virtuoso, ma ci indica chi è il vero responsabile. Dobbiamo realizzare un cambiamento di sistema per combattere il cambiamento climatico!

*Gian Luca Garetti

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

2 commenti su “Un clima migliore NON inizia da te, ma dai veri responsabili delle scelte ambientali”

  1. non sono d’accordo, le azioni individuali possono pesare da zero a tanto in base al loro numero. Potremmo rovesciare il ragionamento dicendo che tantissime piccole azioni potrebbero risultare decisive, se non altro per indirizzare le future scelte politiche

  2. Gian Luca Garetti

    Una giusta osservazione, che mi ha fatto venire in mente, un libro di qualche anno fa, che mi era piaciuto molto: ‘Utopie minimaliste’, di Luigi Zoja, psicanalista e saggista, che ipotizzava un cambiamento interiore dei singoli, che passava dal rispetto dell’ambiente, degli altri, degli animali etc. Comunque mi sembra molto esplicativa questa considerazione: ‘Un volo da Amsterdam a New York produce 1.700 chili di anidride carbonica in un colpo solo’ e ‘fare docce più brevi non aiuta molto l’ambiente, perché si risparmiano appena novanta chili di anidride carbonica all’anno’. Ci sono ‘ecologisti'(per modo di dire) amici della terra, che sono sfegatati fautori degli inceneritori…C’è un ambientalismo, che si guarda l’ombelico, e poi vota per il partito dell’aeroporto..oppure non vota. E’ questo il senso politico di questo articolo. Greta, Extinction rebellion, l’ecofemminismo sono su questa linea

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