I tagli alla sanità del Pd, di Rossi e di Renzi. Ecco dove nasce il disastro Covid

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Perché ci troviamo in questa situazione? Perché in questo Paese dalla corta memoria tutto viene immediatamente dimenticato? Lo so, è più rassicurante raccontarci la favola del lupo cattivo, dove Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono responsabili di ogni scelta politica aberrante. Per molti elettori è persino un racconto autoassolutorio, è comprensibile, ma si tratta appunto di una favola, e sarebbe tempo di diventare grandi.

Qui trovate due titoli di giornale, ambedue del 2015. “Tagli alla sanità: così risparmiamo 10 miliardi” è l’annuncio trionfale di Gutgeld, consigliere economico di Renzi. La Nazione invece riporta le dichiarazioni di un presidente di Regione, Enrico Rossi, fiero della sua “impresa titanica”: tagliare il personale del sistema sanitario regionale per risparmiare 100 milioni.

Veniamo dagli anni del dogma del numero chiuso alla facoltà di medicina perché, si diceva, i medici sono troppi. Veniamo da anni di disinvestimento dalla medicina del territorio e preventiva, perché il modello per “intensità di cura” è stato spacciato per la panacea. Veniamo da anni di tagli delle terapie intensive e dei posti letto perché era considerato uno “spreco” avere una sanità organizzata per poter rispondere alle emergenze, in caso di necessità.

L’unica bussola è stata la così detta sostenibilità economica, assieme ad un preciso obiettivo politico: lasciar spazio allo sviluppo della sanità privata. Salvo che, alla prova dei fatti e sul medio periodo, questa presunta sostenibilità economica, fatta di tagli ai servizi essenziali, si è tradotta nella fallimentare perdita di un numero strabiliante di miliardi.

Per 5 anni in Consiglio regionale abbiamo battagliato chiedendo una svolta: adeguati investimenti nella sanità pubblica regionale, assunzione di personale, rafforzamento della sanità territoriale. All’inizio della pandemia, nello scorso marzo, l’abbiamo posta come priorità assoluta, non più rimandabile. Nel frattempo sono passati i mesi e adesso persino l’Ordine dei medici di Firenze indica con chiarezza le responsabilità di questa situazione: “nei mesi di relativa quiescenza della pandemia (da giugno a settembre) è mancato totalmente il potenziamento della medicina del territorio (…); purtroppo non solo il potenziamento non è stato messo in atto ma, al contrario, i contratti Usca sono stati fortemente ridotti”. E questa è solo una parte del problema.

Insomma, anche la Toscana ha completamente bruciato il vantaggio che ci derivava dal rispetto collettivo del lockdown nella scorsa primavera. Un vantaggio che si sarebbe dovuto utilizzare per intervenire strutturalmente sulla sanità pubblica, sul trasporto locale e sulla scuola, prevenendo la seconda ondata. Vedo che Rossi scrive post facebook su quanto sia “necessario attrezzarci meglio per la cura sul territorio e negli ospedali” come sa la cosa non lo riguardasse, come se non fosse stato presidente della Regione fino al 21 settembre. E come se non fosse stato lui l’autore, assieme a Stefania Saccardi, di una pessima controriforma che nel 2015 ha fortemente indebolito il sistema sanitario regionale. Qualcuno sa i nomi di chi l’ha votata, quella controriforma, in Consiglio regionale? Qualcuno ricorda qualcosa? Davvero nessuno è mai responsabile di nulla agli occhi dei cittadini?

Per non dire del fatto che adesso è stato perso un mese (un mese!) per formare la nuova giunta regionale. Giunta che in una situazione del genere avrebbe dovuto essere già pronta il 22 settembre.

E’ per questo che oggi stiamo dando valanghe di soldi pubblici alla sanità privata, e neppure al “privato sociale”, ma al privato tout court: cliniche private e laboratori privati. E a molti sembra normale che sia così. Ma se oggi in Toscana si è “costretti” a dare una montagna di denaro alla sanità privata per avere più posti letto, se manca il personale, se non abbiamo laboratori e reagenti per fare tamponi di massa non è perché non ci fosse alternativa a tutto ciò ma perché il PD, con il plauso e il sostegno attivo di tutta la destra, ha definanziato la sanità pubblica e ha abbracciato un modello di sanità che prevede due gambe: una pubblica e l’altra privata.

Se aguzzate la vista in fondo a quell’articolo della Nazione trovate anche un occhiello: “secondo le opposizioni i tagli nel pubblico finiranno per favorire la sanità privata”. Non è preveggenza, è razionalità. Ma in questa epoca la razionalità non va per la maggiore.

Tommaso Fattori

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