Chi meglio dei lavoratori e utenti del servizio Ataf può sapere il danno che la privatizzazione dell’azienda di trasporto fiorentina voluta da Renzi sta producendo: diritti e contrattazione aziendale cancellata per i primi, corse tagliate, aumento del biglietto e un servizio completamente inefficiente per i secondi.
Purtroppo questa scellerata scelta sta contagiando molti altri sindaci Pd come Fassino, Marino e perfino altri della “cosidetta sinistra’ come Doria, Pisapia e De Magistris che vedono in Busitalia l’azienda a cui svendere il servizio pubblico delle proprie città. La verità è che questo purtroppo non è altro che il modo “pulito” per la politica di non occuparsi di un diritto essenziale quale la mobilità del cittadino.
Quasi un anno fa i tranvieri di AMT Genova e di ATAF Firenze dettero vita a scioperi definiti ‘selvaggi’ contro tagli dei diritti e privatizzazioni che suscitavano grande clamore in tutto il paese rompendo le regole antisciopero imposte negli ultimi anni da governi di centrodestra e di centrosinistra. Quelle lotte dimostravano la forza che i tranvieri possono mettere in campo per difendere il proprio lavoro e il servizio reso a milioni di cittadini, ma anche la debolezza che deriva dalla mancanza di unità. Se la lotta si fosse estesa a livello nazionale forse saremmo riusciti a fermare una politica che da 20 anni punta a svendere ai privati i servizi pubblici e a tagliare linee, manutenzione, lavoro e stipendi.
Proprio per questo i lavoratori delle aziende di trasporto di Genova, Firenze, Roma, Palermo, Pistoia, Napoli, La Spezia stanno cercando di costruire un coordinamento di lavoratori del trasporto pubblico che abbia come obbiettivo la tutela dei diritti dei lavoratori del settore e la difesa del diritto alla mobilità dei cittadini. Ma la lotta dei lavoratori rimarrà fine a se stessa se a questa non si unisce la forza e l’appoggio di chi tutti i giorni utilizza il mezzo pubblico, perché solo con l’unione dei lavoratori e cittadini si può arrivare a vincere questa battaglia.
Per questo credo che momenti come quello dello sciopero generale e sociale del 14 novembre, indetto sì dal sindacalismo di base, ma che vede l’attiva partecipazione nella sua costruzione degli studenti, dei tanti movimenti e forze sociali che operano nel territorio sia un segnale importante che va ampliato anche dopo la giornata del 14.
Alessandro Nannini, Cobas Ataf
Alessandro Nannini
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