Acqua che scorre (via)

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dellapiccola
Piazza Dallapiccola

La densificazione, pratica urbanistica caldeggiata dagli amministratori comunali fiorentini negli ultimi tre lustri, comporta, tra l’altro, congestione dei trasporti e maggiori consumi energetici e idrici. Nei casi di recupero e trasformazione di aree, un tempo produttive, in aree residenziali, ricettive, commerciali e direzionali, l’aumento dei consumi d’acqua potabile per uso umano diretto è sensibile, tanto da richiedere il calcolo dell’aumentato fabbisogno nella Valutazione Ambientale Strategica. Oltre agli aumentati consumi domestici, gli insediamenti che risultano dalle trasformazioni e dai piani di recupero spesso richiedono anche un maggior consumo della risorsa idrica ad uso irriguo. La sistemazione esterna a giardino, specialmente se pensile, mera copertura di volumi interrati, richiede l’irrigazione durante i mesi caldi e asciutti. Le pellicole di terra inerbita, frequentemente spesse meno di 30 cm, e le fioriere appoggiate su pavimentazioni intercettano, trattengono una modesta quantità di pioggia, non consentono l’infiltrazione nel sottosuolo di quella eccedente e hanno una modestissima capacità di campo (quantità d’acqua contenibile nella porosità del terreno) e non beneficiano della risalita capillare dal sottosuolo.

Un caso significativo di sottovalutazione del fabbisogno irriguo, oggetto di molte critiche da parte dell’opinione pubblica, è quello di Piazza Dallapiccola, solaio di copertura di parcheggi coperto da una pellicola inerbita di terreno corredato di due modeste fioriere sul lato sud-ovest. Nelle estati siccitose, come quelle del 2003, del 2007, del 2011 e 2012, l’erba diventa secca per diversi mesi consecutivi, e questo fenomeno non si può contrastare con l’irrigazione, dato che proprio nelle stagioni più siccitose apposite e opportune ordinanze vietano l’uso irriguo dell’acqua potabile; in fase progettuale nessuno si è ingegnato a reperire le necessarie fonti alternative.

Il piano di recupero ex-FIAT Belfiore-Marcello adottato nel 2004 e approvato nel 2005 prevedeva un esteso muro verde, giardino verticale aeroponico, cioè con le radici delle piante ancorate a un feltro sintetico immerso in una costante nebbia artificiale. Anche stavolta il progetto non quantificava il fabbisogno né individuava le fonti. I cittadini, memori dei pessimi risultati della vicina Piazza Dallapiccola, e sostenuti da una mozione consiliare, chiedevano l’integrazione progettuale, completa dell’individuazione delle risorse idriche occorrenti, che non fosse l’acqua potabile. Nonostante non fosse poi così difficile calcolare il fabbisogno irriguo da soddisfare attingendo alla falda freatica, intercettata dal profondo scavo, quanto richiesto non fu soddisfatto; l’inottemperanza ha aggravato la posizione dei costruttori nel procedimento penale che ha comportato l’annullamento dei titoli di costruzione.

L’Assessore alla partecipazione democratica, nuovi stili di vita e rapporti coi quartieri promise che nel 2007 sarebbero state realizzate una trentina di cisterne di raccolta d’acqua piovana ad uso irriguo, le prime nove collocate al Giardino dell’Orticoltura, in piazza Ferrucci, in piazza Demidoff, nel viale Lavagnini, in via Generale Dalla Chiesa, in via Gran Bretagna, in via di Ugnano, al parco del museo Stibbert ed al giardino di Villa di Rusciano; si ignora se il programma sia stato portato a termine ma nessun comunicato in tal senso è stato diramato. Nel frattempo alcune scuole venivano dotate di sciacquoni alimentati con acqua piovana.

Il giardino verticale evidentemente affascinava ancora l’Amministrazione comunale, se è vero che ne è stato realizzato uno in Viale Giovane Italia durante la grande siccità 2011-2012, dopo una campagna comunale di responsabilizzazione all’uso irriguo dell’acqua, che promuoveva il recupero delle acque piovane con serbatoi individuali o condominiali per l’annaffiatura di giardini e piante e contemporaneamente con lo scavo di pozzi finalizzati al progressivo svincolo del verde pubblico dall’acquedotto. Il suddetto muro verde, che stava per essere duplicato alle Oblate, pare proprio sia irrigato con acqua potabile. L’assessore competente non ha mai risposto alla precisa domanda.

Finalmente, il Regolamento Urbanistico affronta il tema e pretende la valutazione del maggior fabbisogno idrico, compresa la frazione irrigua, per le aree di trasformazione. Ma la variante al Piano Regolatore anticipatrice del Regolamento Urbanistico relativa alla ex Manifattura Tabacchi affronta il tema senza risolverlo, scivolando anzi in contraddizioni che si auspica verranno sciolte dal Piano attuativo e dalla progettazione di dettaglio. Si parla di decine di migliaia di metri cubi d’acqua piovana da stoccare non si sa bene dove: il rapporto ambientale VAS individua il fabbisogno irriguo, verifica la sua potenziale soddisfazione con la raccolta delle acque piovane dai tetti, ma non si sbilancia sulla capacità d’invaso cui effettivamente si darà spazio.

*Paolo Degli Antoni, dottore forestale, Comitato Ex Fiat Belfiore-Marcello

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Paolo Degli Antoni

Paolo Degli Antoni, dottore forestale, Comitato Ex Fiat Belfiore-Marcello

1 commento su “Acqua che scorre (via)”

  1. Paolo Degli Antoni

    L’anomala estate in corso ha regalato tanta acqua piovana ai giardini di Firenze, senza bisogno d’irrigazione; persino le “pellicole erbose su solai di autorimesse”, come Piazza Dallapiccola, sono rimaste verdissime. L’agosto 2007 fu assai piovoso e questo consentì un’operazione di guerrilla gardening, con piantagione di coleus colorati. http://www.guerrillagardening.it

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