L’aeroporto di Firenze sta vivendo un periodo epocale dalla sua nascita. La realizzazione della nuova pista sta diventando ormai una certezza, dopo le variazioni del PIT approvate dalla Regione Toscana. Lo ‘Slocca Italia’ ha consegnato al presidente di Aeroporto di Firenze Marco Carrai 50 milioni per la nuova infrastruttura. Pochi giorni fa Corporation America ha siglato l’accordo per la creazione di un’unica società di gestione con l’aeroporto di Pisa, base per la nascita del terzo polo aeroportuale dopo Roma e Milano.
Tutto questo permette ad ADF di accedere alle centinaia di milioni di euro stanziati dal Ministero delle Infrastrutture per gli scali ad alto interesse strategico. Altri fondi arriveranno per il G8 previsto a Firenze nel 2017. Questa montagna di soldi – pubblici – sfiora i 260 milioni di euro e permetterebbe ad ADF di realizzare la nuova pista e le necessarie opere di adeguamento del bacino idrogeologico della Piana. In un periodo di crisi come questo, un settore in forte espansione, che vede aumentare il numero dei voli e passeggeri a ritmo costante.
Non si capisce quindi come mai ADF chieda proprio adesso i maggiori sacrifici ai propri dipendenti.
Il precedente a.d. Pollio ha disdettato gli integrativi degli ultimi 30 anni, che tradotto in cifre alleggerirebbe la busta paga dei dipendenti del 30% circa. Il nuovo a.d. Vittorio Fanti ha dimostrato inizialmente una maggiore disponibilità alla trattativa ma, a tutt’oggi, dopo mesi di incontri con i sindacati, lo spauracchio dell’annullamento degli integrativi viene usato come arma di ricatto in quanto è legato alla firma di un contratto integrativo aziendale dove si chiedono soldi e sacrifici ai lavoratori per ripianare una presunta perdita del settore Handling (ovvero il comparto dei servizi aeroportuali), peraltro mai dettagliatamente illustrata alle OO.SS..
Anche un settore in forte espansione quindi come il trasporto aereo, con notevoli disponibilità finanziarie, vede come unica soluzione al contenimento della spesa la riduzione dei salari e il depauperamento dei diritti dei lavoratori. Questa logica perversa inasprisce le relazioni tra gli stessi lavoratori. Da una parte quelli con maggiore anzianità, che hanno contribuito attivamente alla sviluppo dello scalo con il loro impegno e professionalità, si trovano a dover pagare il prezzo più alto in termini di riduzione di stipendio, come se la competenza e perizia tecnica acquisite in anni di lavoro non fossero di vitale importanza nel nostro settore. Dall’altra i nuovi assunti ai quali vengono offerti solo contratti part-time a tempo determinato e condizioni di lavoro sempre più miserabili, senza nemmeno la ricompensa di uno stipendio dignitoso.
Inoltre è in atto la fusione con Pisa sulla quale vige il massimo riserbo ma a noi preoccupa come Corporation America intenda gestire i rapporti con i dipendenti dei due scali, così diversi per tipologia di traffico e organizzazione del lavoro. Per concludere, la rabbia aumenta nell’aeroporto fiorentino quando trapela la notizia che l’aerostazione inaugurata un anno fa ed utilizzata solo per un terzo del suo volume per errate previsioni del management dovrà essere demolita perché non idonea al nuovo assetto aeroportuale. Che sia questa la perdita che ADF deve risanare a spese dei suoi dipendenti?
Filippo Rinaldi, RSA Usb Aeroporto di Firenze
Filippo Rinaldi
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