Il 14 luglio 2015 rappresenta e rappresenterà una data importante per i rappresentanti sindacali e per i lavoratori del Comune di Firenze e non solo, infatti la Corte di Cassazione a Sezioni Unite Civili ha accolto il ricorso delle parti sindacali, escludendo così qualsiasi responsabilità contabile a carico dei rappresentanti sindacali che hanno sottoscritto gli accordi collettivi decentrati.
E’ una sentenza che al di là del valore giuridico di per se già importante, ha anche un forte significato da un punto di vista politico. La storia di questa vicenda è assai complessa e inizia praticamente con l’arrivo di Matteo Renzi a Sindaco di Firenze.
Sono stati anni nei quali per cancellare i diritti e il salario dei lavoratori si sono usati tutti gli strumenti compresa la Magistratura Contabile, attraverso la quale si è costruito un “teorema politico” al fine di buttare fango sui rappresentanti dei lavoratori, ed usando in questa opera giornalisti compiacenti ed entrature presso gli organi dello stato, ed additando i rappresentanti sindacali come fossero una “cosca di estorsori” dediti, in combutta con la Delegazione Trattante di parte pubblica, a spartire soldi fra i lavoratori in cambio di pace sociale.
Insomma una situazione in cui per oltre tre anni i lavoratori sono stati spogliati giorno dopo giorno del loro già misero salario, ma anche una situazione, dove giorno dopo giorno cresceva la mobilitazione e la lotta dei lavoratori dell’Ente sfociata poi in massicce manifestazioni di protesta fino allo sciopero generale, forse il primo nella storia dell’Ente che vide l’adesione di oltre il 95% del personale e che portò in piazza una fiumana di gente a bloccare l’intera città.
La mancanza di volontà da parte di Renzi di misurarsi politicamente con quanto accadeva e la longa mano di “qualcuna” del suo “giglio magico” portava intanto a far piovere sulle teste dei Rappresentanti Sindacali, prima gli inviti a dedurre da parte delle Corte dei Conti, poi il rinvio a giudizio per danno erariale insieme ai Dirigenti e ai Revisori dei Conti; tutto questo senza che nessun politico fosse minimamente sfiorato, come se la delegazione Trattante Pubblica facesse le trattative a titolo personale e non sulla base degli indirizzi politici ricevuti dalla Giunta.
Sono stati anni difficili e duri e qualche compagno/a del sindacato ha somatizzato questo duro attacco fatto di improperi, insulti, infamie e accuse degradanti messe in campo dai soliti “pennivendoli” ma, nonostante questo, non abbiamo mai mollato, né sul piano della lotta sindacale né sul piano dell’azione giuridica e oggi possiamo dirlo a gran voce: abbiamo fracassato il teorema ben architettato da Renzi, dal suo “giglio magico” e dallo stesso PD.
E’ bello veder riconosciuto anche nella sentenza (noi non ne avevamo dubbi) che: “i rappresentanti sindacali hanno svolto il loro ruolo, vale a dire quello della rappresentanza degli interessi antagonistici, rispetto a quelli datoriali, dei lavoratori da cui hanno ricevuto il mandato”.
Questo è un messaggio importante che ha una valenza politica eccezionale che ci consente di guardare avanti alle prossima decisiva scadenza: il pronunciamento del Giudice del Lavoro che avverrà il 4 settembre p.v.
Il pronunciamento della Cassazione, intanto, ci dà forza e ci rassicura su quello che abbiamo sempre creduto e sulla certezza di aver svolto tutto il nostro lavoro sindacale nell’interesse collettivo dei lavoratori e delle lavoratrici del Comune di Firenze. A partire da questo dobbiamo riacquistare la fiducia nel fatto che con la lotta e la mobilitazione possiamo riconquistare i diritti ed il salario che in nome delle compatibilità c’è stato violentemente tolto in questi anni.
La storia della vicenda del Comune di Firenze è stata solo il detonatore di un attacco generalizzato al salario e alle condizioni di lavoro, che poi si è esteso gradatamente a tanti enti pubblici orizzontali del nostro paese, anche grazie al silenzio dei sindacati complici e collaborazionisti.
Noi ci abbiamo creduto sin dall’inizio, ci siamo battuti e ci siamo impegnati in tutti i modi cercando di rompere il muro di silenzio costruito ad arte dalla politica fiorentina e dai suoi lacchè; in parte ci siamo riusciti, i lavoratori ce lo hanno riconosciuto e oggi andiamo fieri di questo e continueremo a schiena diritta, testa alta e cappello in testa, perché non siamo sudditi, siamo cittadini ed insieme siamo imbattibili!
*Stefano Cecchi, USB Firenze