In ricordo di Riccardo Torregiani, l’uomo che piantava radici di umanità

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Riccardo Torregiani ci ha lasciato sabato 29 agosto. Compagno e amico in mille battaglie per i diritti dei più deboli lo ricordiamo con questo video di Dagmawi Yimer‎ che lo ha ripreso nel gennaio del 2013 mentre curava il luogo, in piazza Dalmazia a Firenze, in cui il 13 dicembre 2011 sono stati uccisi da un fascista due ragazzi senegalesi, Samb Modou e Diop Mor e con il ricordo della Rete Antirazzista fiorentina che pubblichiamo subito dopo il video.

Venerdì scorso, 28/8, al presidio contro la presenza di Netanyahu a Firenze mancava Riccardo Torregiani, che per anni è stato animatore instancabile delle iniziative per il popolo palestinese. Perché Riccardo stava spegnendosi all’Ospedale di Careggi, colpito da un male inguaribile. Ci ha lasciato alle ore 22 di sabato 29 agosto.

Lo ricordiamo prima di tutto come persona che ha vissuto l’intera sua vita avendo sempre presente il motto di Vittorio Arrigoni “restiamo umani” e sviluppando così affetti, amicizie, relazioni ed anche rapporti conflittuali. Una vita condotta secondo una linea coerente di impegno sociale, nel sindacato, nella cooperazione internazionale, nei movimenti antirazzista e pacifista.

Nella Firenze dei raid razzisti e delle campagne contro i Rom, sul finire del secolo scorso, è fra gli organizzatori di un Coordinamento cittadino fra i vari soggetti dei migranti e dei Rom (o comunque impegnati a sostegno dei migranti e dei Rom). Ne costituisce la figura principale per molti anni, mentre, nel contempo, partecipa alla costruzione della Rete Antirazzista – che dal 1995 al 1999 porta avanti molte iniziative a livello nazionale, collegando le diverse realtà locali, promuovendo manifestazioni, incontri di riflessione e di elaborazione, campagne, vertenze, proposte di legge di iniziativa popolare.

Gli interventi con e per gli immigrati sono strettamente collegati a quelli contro le guerre, fra le cause principali delle condizioni in cui versano i paesi da cui provengono richiedenti asilo e profughi.

Per questo Riccardo è in prima fila nella realizzazione delle Tende della Pace, che vengono installate in Piazza San Giovanni allo scoppio delle cosiddette guerre umanitarie – in Iraq, nei Balcani … -, nella organizzazione di incontri di confronto e di elaborazione costruiti in alternativa a quelli istituzionali, nella promozione del Comitato contro la guerra (che cerca di mettere insieme con continuità le varie realtà che hanno dato vita alle Tende ed ai convegni).

Si impegna anche all’interno di un partito – Rifondazione – e nei molteplici tentativi di dar vita ad una sinistra unita e plurale. Ma anche in questo cerca, come prima cosa, di inserire nel dibattito e nei programmi quei contenuti – l’antirazzismo, la solidarietà con i migranti e con i Rom e la lotta per i loro diritti, l’azione contro le guerre – che sono al centro della sua attività di movimento (e che dovrebbero caratterizzare una forza autenticamente di sinistra).

Frequenti sono le delusioni, le incomprensioni, il prevalere di piccole logiche di bottega e, ultimamente, il diffondersi di un clima politico sempre più ostile agli ideali che Riccardo ha portato avanti per tutta una vita.

Ma l’ottimismo della volontà sorregge il suo impegno, anche in questo ultimo periodo, nonostante i segnali che provengono dal pessimismo della ragione, per cui egli continua ad essere attivo – e dovunque è presente porta un contributo importante, sia di idee, sia pratico/organizzativo, senza alcuna smania di protagonismo – nella Rete Antirazzista fiorentina, nel Comitato contro la guerra (che riesce a far diventare una consuetudine, in collegamento con l’Istituto De Martino, un’iniziativa anti-militarista collegata alla Giornata delle Forze Armate del 4 novembre), nell’Associazione di Amicizia con il Popolo Palestinese, nell’Associazione Italia-Cuba, nel Laboratorio per la laicità, nella Casa del Popolo dell’Isolotto. Nonostante il grandissimo dolore che lo colpisce quasi due anni fa – la perdita di un figlio -.

Ci vorrebbero più compagne e compagni per portare avanti la mole di lavoro sociale e politico di cui Riccardo è stato capace. E che ha contribuito a produrre risultati straordinari: ne vorremmo ricordare uno per tutti, il Forum Sociale Europeo del 2002, con la sua grande manifestazione conclusiva contro la guerra.

Da questo quadro sintetico e incompleto di come e per cosa Riccardo si è impegnato, rimane in ombra una parte importantissima della sua esistenza, fatta di affetti, di amicizie, di relazioni, di rapporti conviviali, che si è intrecciata con la dimensione più strettamente politica, rendendo anche questa, come si è accennato all’inizio, profondamente umana (e facendo sì che in tante e tanti lo si apprezzasse e gli si volesse bene).

E’ nostra convinzione che grazie a persone come Riccardo rimane credibile, al di là della durezza della situazione attuale, l’obiettivo di un altro mondo possibile. E che i segni del suo operare rimarranno sempre fra di noi.

Le compagne ed i compagni della Rete Antirazzista

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