La Fondazione Don Carlo Gnocchi, onlus che gestisce attività di riabilitazione, residenze per anziani, centri per disabili e per l’infanzia, oltre ad ambulatori, laboratori e centri radiologici prevalentemente in Lombardia, ma anche in Piemonte, Liguria, Emilia, Veneto, Toscana, Marche, Lazio e Basilicata, ha dato la disdetta del Contratto Nazionale AIOP (Associazione Nazionale Ospedalità Privata).
Due anni fa anni fa CGIL CISL UIL avevano siglato con la Don Gnocchi un accordo che tagliava pesantemente il salario delle lavoratrici e dei lavoratori e che regalava lavoro gratuito fino a 90 ore all’anno. Ai lavoratori sono stati imposti ritmi da catena di montaggio, offrendo un’assistenza contabilizzata allo stesso modo dei costi di produzione in fabbrica.
Si diceva che i sacrifici avrebbero evitato ben più gravi conseguenze sul piano occupazionale, richiamando anche lo spirito di solidarietà per una onlus che ancora gode dell’aura di attività benemerita. Ma oggi, nonostante i sacrifici imposti, la Fondazione revoca la sospensione della disdetta contrattuale, scaricando sui lavoratori il suo deficit. Inoltre non sono ancora noti i dati veri di bilancio, ma solo generiche dichiarazioni di oneri finanziari insostenibili. Da dove arrivano, chi li ha provocati, quanti sono.
Gli stessi sindacati che per anni hanno consentito processi di privatizzazione di fatto, che hanno autorizzato la Fondazione a privare di tutela i lavoratori, oggi gridano allo scandalo. Basta trattative al ribasso e ulteriori mediazioni. L’USB ha già chiesto alla Fondazione Don Gnocchi di ritirare la disdetta del CCNL e ripristinare tutte le condizioni di lavoro e di trattamento economico in vigore prima dello scellerato accordo. La dirigenza che ha portato la Onlus in queste condizioni deve lasciare e in caso pagare, chi non deve più pagare sono i lavoratori e gli utenti.
La vicenda della Fondazione Don Gnocchi, alla pari di altre pesanti situazioni come quella della Fondazione Maugeri, è il frutto di scelte politiche del Ministero e delle Regioni a favore del privato. L’enorme quantità di denaro uscita dal sistema di cura per remunerare appetiti di dirigenti e politici reciprocamente compiacenti è noto, e se ne è quasi perso il conto. Quanto ne stia ancora uscendo è cronaca di questi giorni, con gli arresti ‘eccellenti’ in Lombardia.
*USB Lavoro Privato
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nel Libro Bianco dell’ISPE si quantifica il danno dovuta a episodi corruttivi in 6 miliardi l’anno, in base tuttavia alle valutazioni degli esperti. Per tentare di agganciare le stime a criteri oggettivi, è stato poi assunto come standard il superamento oltre il 75°percentile dei valori medi di spesa delle ASL per residente, definendo quindi il costo della corruzione come la spesa in forte eccesso e ingiustificata. Lo spreco di denaro pubblico, infatti, è da considerare, come ha sostenuto il Presidente di Transparency International Italia, Virginio Canevali, l’anticamera della corruzione, che spesso si annida in alcuni nodi critici, in cui manca un controllo dell’efficienza di gestione. Che altro aggiungere? Ministro Lorenzin governatore Rossi sindacati confederali : altro che tagli alla sanità ai servizi e alle prestazioni, occorre tagliare le mani ai ladri!