​Se 500 euro bastano a corrompere un’intera generazione

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Da quest’anno i 550mila italiani che compiono 18 anni riceveranno una carta bonus da 500 euro per i consumi di natura culturale come teatri, musei, concerti“. Dietro una buona intenzione – non può essere solo securitaria la risposta al terrore dell’Italia – Matteo Renzi avvelena il “mercato” politico italiano crettando in un sol colpo almeno due principi che regolano la convivenza civile nel nostro Paese.

Il primo è legato all’articolo 53 della Costituzione che introduce nel nostro ordinamento tributario la progressività fiscale: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Ovvero che la distribuzione del carico fiscale tra i singoli cittadini deve essere calcolata in ragione della capacità contributiva di ciascuno. Di conseguenza, per garantire la perequazione tributaria affermata dal principio, lo Stato destina delle sovvenzioni alle classi meno abbienti attraverso contributi, agevolazioni e anche fornendo loro servizi pubblici particolari.

18anniVisto che il bonus di 500 euro è pagato con le nostre tasse e ci costa 275 milioni di euro è giusto che a riceverlo siano allo stesso modo il diciottenne ricco, con una famiglia agiata e dotata di un alto reddito, e il diciottenne povero con una famiglia con risorse economiche insufficienti? Grazie a questa misura del Governo Renzi ​​si erode ulteriormente – e non ce n’era bisogno – ​lo spirito solidaristico sancito dai Costituenti.

Il secondo vulnus è, se possibile, ancora peggio​re​. Renzi sceglie di dare il bonus di 500 euro solo e soltanto a chi compie 18 anni. Non ai giovani di 19, 20 o 25 e nemmeno a chi ha 12, 13 o 15 anni, età tra l’altro più “utile” se vuoi aiutare nella crescita culturale una persona. In buona sostanza il Governo dice ai ragazzi che diventano maggiorenni, e quindi votano per la prima volta, che le sue politiche sono così fantastiche che permetteranno loro di godere di ben 500 euro​.

Un invito a nozze, a nostro parere delittuoso. Non appena un giovane ha l’età per votare capisce subito infatti che anche la politica è un “mercato” fatto di do ut des e non di ideali, partecipazione, passione, confronto, dibattito. Vince così la filosofia del ti do affinché tu mi dia che ha devastato​ la cultura politica di un Paese ormai alle corde ma che con le elezioni amministrative della primavera prossima, con molte insidie per il Partito Democratico in città come Roma, Napoli, Milano e finanche a Torino e Bologna, pare essere l’unica strada per la sopravvivenza del renzismo.​

*perUnaltracittà, laboratorio politico Firenze

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perUnaltracittà

All'opposizione in Consiglio comunale a Firenze dal 2004 al 2014, la lista di cittadinanza perUnaltracittà è poi diventata laboratorio politico per partecipare alle vertenze sul territorio e dare voce alle realtà di movimento anche attraverso la rivista La Città invisibile.

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