Quante ore di vita perderà chi abita vicino ai cantieri TAV? Chi potrà mai indennizzarlo?

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Il sottoattraversamento fiorentino: una grande opera inutile e imposta, un pesante impatto ambientale e molti fastidi per i cittadini. Con la logica tipica di questa cultura politica, nel 1999 fu stipulato un accordo fra TAV S.p.A. e Sindaco di Firenze – allora era Primicerio – in cui si accordava ai proprietari degli appartamenti nei pressi dei cantieri un indennizzo monetario.

Dopo 17 anni, con i lavori dei tunnel che devono ancora iniziare – mentre in area Macelli i lavori languono da 10 anni ma con generosa produzione di polveri e rumori – ad alcuni cittadini stanno arrivando lettere di RFI S.p.A. in cui si propongono compensi in denaro per questi disagi. Già, le lettere vengono spedite da RFI e non da TAV S.p.A. perché quest’ultima, nel frattempo, è riuscita a farsi cancellare dal novero delle imprese italiane per le pessime performance in campo ambientale, economico e criminale e ad essere poi inglobata in RFI S.p.A.; inutile ricordare una delle vicende più buie della politica e del malaffare italiano, decine di migliaia di pagine di magistrati e giornalisti documentano questa storia.

polvere-sulla-stradaDunque in questi giorni stanno arrivando a residenti nei pressi del cantiere ai Macelli proposte di indennizzo “a tacitazione definitiva dell’immissione di polveri”. Questa ultima dizione, come il nome stesso del documento che proprietari e inquilini degli appartamenti dovranno firmare (“dichiarazione di acquiescenza”), dovrebbero far drizzare le orecchie agli interessati. Chi accetterà questi compensi non potrà rivalersi, in futuro, da eventuali danni da polveri provenienti dai cantieri TAV. Questo non ci pare un indennizzo da parte delle Ferrovie, ma un ricatto vero e proprio.

I danni prodotti dalle polveri non sono soltanto la necessità di usare di più l’aspirapolvere, ma possono essere danni per la salute, in particolare per l’apparato respiratorio e circolatorio; in questo caso le cifre offerte (che variano dai 1000 agli oltre 3000 euro non si capisce bene in base a quale criterio) sono davvero ridicole.

Ma è possibile monetizzare tutto, compresa la salute? Che diminuzione di aspettativa di vita dovrà aspettarsi chi abita vicino ai cantieri TAV?

Stare una settimana a Londra costerebbe 4 ore e mezzo di vita, a causa dell’inquinamento delle polveri e degli ossidi di azoto, secondo uno studio del King’s College di Londra (www.london.gov.uk/sites/default/files/HIA inLondon_KingsReport_14072015_final.pdf).

Nemmeno rispettando i limiti di legge del particolato siamo al sicuro. Dal Progetto Escape è emerso che le polveri sottili aumentano il rischio di tumore al polmone eControllo polveri a breve termine grande 2 causano un incremento della mortalità, anche a concentrazioni inferiori alle soglie attualmente stabilite dalla normativa europea (Lancet Oncol. 2013 Aug;14(9):813-22. doi: 10.1016/S1470-2045(13)70279-1. Epub 2013 Jul 10).

Ogni italiano perde 10 mesi di vita anno per il PM 2,5 (Progetto VIIAS), e l’inquinamento atmosferico solo nel mese di dicembre 2015, a Roma, ha causato 26 decessi, 20 ricoveri ospedalieri e 30 accessi al Pronto soccorso, attribuibili ai soli superamenti dei valori di legge del PM10 (Epidemiol Prev 2016; 40(1):29-32).

Perché allora dovremmo sottoporci agli enormi disagi, ai rischi, ai costi inutili ricordati, quando a portata di mano c’è la soluzione di superficie, che può essere attuata in poco tempo, con costi contenuti e tra l’altro a bassissimo impatto? (si veda ad esempio Alberto Ziparo, “Sottoattraversamento e mobilità”, in Urbanistica resistente nella Firenze neoliberista-perUnaltracittà 2004-2014).

*Tiziano Cardosi e Gian Luca Garetti

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1 commento su “Quante ore di vita perderà chi abita vicino ai cantieri TAV? Chi potrà mai indennizzarlo?”

  1. aldo alducci

    Nessuno potrà indennizzare le vittime del disastro ambientale, ancorchè quello fisico e morale,fermo restando che il pinocchio di Rignano ha dalla sua la magistratura “democratica” sempre pronta a mandare in opportuna prescrizione i reati commessi dagli “amici di bottega”, non parlando poi dei processi per gli indennizzi che si avviano verso le calende greche. La “democrazia” e il pensiero “democratico” non sono la stessa cosa. La magistratura è, in questo caso, spartiacque tra diritto e ingiustizia. Un caloroso saluto al dott. Garetti Gianluca.

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