I nodi stanno per venire al pettine. Dopo mesi di annunci e proclami sul nuovo stadio della Fiorentina e sul nuovo aeroporto di Firenze, adesso si stanno per scoprire le carte. Il 2 dicembre la commissione di Via del ministero all’ambiente ha dato il parere positivo sull’ampliamento dell’aeroporto, mentre la Fiorentina consegnerà e presenterà il progetto preliminare della nuova cittadella viola il 20 o il 21 dicembre.
Ma il ministero non ha ancora reso note le prescrizioni della Via e non è dato sapere quando arriverà la doppia firma dei ministri dell’Ambiente e delle Belle Arti, con un governo da rifare. Sul parere Via i giornali hanno scritto di un centinaio fra prescrizioni e relativi estensioni, di 250 pagine circa. Fra le prescrizioni tecniche ci saranno le pesanti opere di mitigazione del rischio idrogeologico, lo spostamento del laghetto di Peretola e in particolare del Fosso Reale. Le prescrizioni dovranno anche chiarire come la nuova pista possa convivere con l’inceneritore e il polo scientifico.
Il sì alla Via non implica per forza che l’opera sarà realizzata, perchè le prescrizioni potrebbero ritardare ancora per molto l’opera o renderla difficilmente realizzabile. E alla luce dell’ultima novità, lo spostamento e la previsione della nuova Mercafir a Castello, aumentano i problemi di compatibilità della nuova pista, già in conflitto con la recentemente inaugurata Scuola dei Marescialli, con la previsione della cittadella viola e del nuovo stadio a Novoli.
Anche l’annunciato spostamento del nuovo stadio di 70 metri a est dalla posizione prevista originariamente, realizzandolo così fuori dalla zona di rischio aeroportuale, non è una soluzione risolutiva. Tale ipotesi infatti è fattibile solo per lo stadio ma le restanti opere della cittadella viola ricadrebbero comunque nella zona di rischio e sarebbero quindi sempre incompatibili. L’unico modo per realizzare tutte queste opere è violare una bella serie di normative nazionali ed internazionali: il Regolamento di Costruzione ed Esercizio Aeroporti, alcune direttive UE e le normative sulla sicurezza, così come gli articoli 707 e 715 del codice di navigazione per quanto concerne le zone di tutela.
Quindi rimangono sul piatto alcune domande senza risposta: l’amministrazione comunale e gli altri enti interessati possono garantire, sia come gestore che come giunta, il rispetto dei piani di rischio e zone di tutela con la nuova conformazione aeroportuale prevista? Oppure, come succede frequentemente in questo Paese, si procederà ancora una volta per deroghe, incuranti di un territorio ormai devastato, del benessere e della salute dei cittadini?
Nel Consiglio comunale dedicato all’aeroporto ho chiesto di valutare l’impatto del nuovo stadio con la mobilità della zona, la compatibilità con il progetto della futura linea tramviaria e l’opportunità (e credibilità) di una nuova fermata ferroviaria in viale Guidoni. Ma soprattutto ho chiesto espressamente di valutare l’interferenza delle attività previste del nuovo stadio e della cittadella viola con il piano di rischio aeroportuale da redigere secondo il regolamento ENAC e tenuto conto delle previsioni della realizzazione della nuova pista. Occorre una valutazione approfondita sui rischi e le tutele delle persone sorvolate e trasportate
Rimangono infine da chiarire i costi e i finanziamenti pubblici del nuovo aeroporto di Firenze. Finora, dai 290 milioni previsti per pista e nuovo scalo (50 finanziati dal governo, altri 100 annunciati) si è passati ad una cifra (dati di Toscana Aeroporti) di 376 milioni (di cui 120 per interventi ambientali, 30 solo per spostare il Fosso Reale) al netto del contenzioso per gli espropri dei terreni Unipol a Castello. Ma i 50 milioni stanziati dal decreto Sblocca Italia non possono essere usati se non per opere accessorie, e i costi potrebbero almeno raddoppiare rispetto al piano iniziale a causa delle prescrizioni previste dalla Via ministeriale, rendendo anche per questo motivo la nuova pista difficilmente realizzabile.
*Miriam Amato
Miriam Amato
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